Esclusivo: Yamaha sta sviluppando un cambio a doppia frizione!

Esclusivo: Yamaha sta sviluppando un cambio a doppia frizione!
Un progetto nato e cresciuto in Yamaha e protetto da un brevetto depositato prima in Giappone, poi in Europa e negli Stati Uniti.

Redazione - @InMoto_it

06.09.2015 ( Aggiornata il 06.09.2015 17:48 )

di Riccardo Piergentili La notizia è importante. Yamaha ha brevettato una trasmissione a doppia frizione dedicata alle moto e la sta sviluppando, estendendo (e quindi spendendo denaro) il brevetto in tutti quei Paesi nei quali i volumi di vendita del mercato moto generano dei business interessanti. Il brevetto Yamaha è stato depositato in Giapponese (l'inventore è giapponese, probabilmente un ingegnere che lavora per la Case dei tre diapason) e successivamente sono state chieste le estensioni in Europa e negli Stati Uniti. Un percorso di oltre cinque anni. Sembrano molti, in realtà sono pochi, se si deve sviluppare da zero una tecnologia così complessa (quella della trasmissione a doppia frizione). Prima di spiegare perché Yamaha sta studiando una trasmissione a doppia frizione e come la sta realizzando, è doveroso spiegare qualcosa in più su questa tecnologia. Un cambio a doppia frizione, conosciuto anche con la sigla DCT (Dual Clutch Transmission), si posiziona a metà strada tra un cambio manuale ed una trasmissione automatica (CVT, a variazione continua). Il DCT, di fatto, è un cambio semi-automatico o, se preferite, un cambio manuale automatizzato, dove si utilizzano due frizioni separate; una gestisce gli ingranaggi dispari (la prima, la terza, la quinta), l'altra gli ingranaggi pari (la seconda, la quarta, la sesta). Nel DCT sono presenti due alberi collegati a due frizioni, a loro volta collegate all'albero di trasmissione. Su un albero si trovano i rapporti dispari, mentre sul secondo ci sono i rapporti pari: gli alberi interni ruotano contemporaneamente, però solo uno trasferisce il moto all'albero di trasmissione, grazie a una delle due frizioni. Contemporaneamente l'altro albero dei rapporti continua a ruotare "preparando" i rapporti all'innesto, che avviene velocemente e con fluidità. US8935966 Nelle auto il Gruppo Volkswagen ha puntato moltissimo sul cambio a doppia frizione, identificato dalla sigla DSG (Direct Shift Gearbox). Oggi molti costruttori auto producono modelli equipaggiati con cambi a doppia frizione, una tecnologia che nelle moto, invece, non è molto diffusa. Solo la Honda ha industrializzato una trasmissione a doppia frizione. Il DCT Honda ha debuttato nel 2009 sulla VFR1200F (sotto) ed in seguito è stato montato anche sulle Crosstourer 1200, NC700 e NC750 e sullo scooter Integra (cha ha la stessa base tecnica delle NC700 e NC750). Presto debutterà la terza generazione del DCT, che Honda monterà sulla nuova Africa Twin. Honda ha dichiarato (e dimostrato) che, in mondo ed in un mercato in continua mutazione, il DCT potrebbe rappresentare una tecnologia in grado di fare la differenza. In effetti, dopo una partenza al rallentatore, il DCT è diventato un "plus" apprezzato da molti. DCT_VFR1200F Sicuramente a Yamaha non è sfuggito questo dettaglio e comunque un grande costruttore (quando un altro grande costruttore innova) non può correre il rischio di restare troppo indietro dal punto di vista tecnologico. Quando si parla di DCT si corre questo rischio, perché realizzare un cambio a doppia frizione per le moto è difficilissimo, a causa degli ingombri ridotti che deve avere la trasmissione, la quale, a differenza delle auto, deve anche essere integrata all'interno del basamento. Tanto per intenderci, il DCT della Honda VFR1200F è molto più leggero e compatto del DSG di una Volkswagen. Miniaturizzare significa dover fare i conti con problemi di affidabilità e con elevati costi di progettazione e industrializzazione, che nel settore due ruote, a causa della scarsa diffusione dei cambi a doppia frizione e dei piccoli volumi di vendita rispetto al settore quattro ruote, vengono ammortizzati con maggiore difficoltà. Inoltre, nelle moto non esiste una tecnologia "di base" per il cambio a doppia frizione e questo complica ulteriormente la situazione. Per tutti questi motivi, la scelta della Honda è stata molto coraggiosa e solo pochi costruttori al mondo si potranno permettere il lusso di seguirla, partendo da zero. US8935966 Uno di questi, appunto, è la Yamaha. Analizzando il brevetto della Casa di Iwata, si nota che risale al 2010 (parliamo di brevetto non del progetto, che senza dubbio è partito prima del 2010). Yamaha sta sviluppando una sua tecnologia sul DCT, che ha un funzionamento di base molto simile a quella della Honda ed a quelle utilizzate sui cambi a doppia frizione delle auto. Yamaha, però, sta cercando di innovare attraverso un particolare sistema di funzionamento durante la partenza. In pratica, un hardware e un software dedicati, eviteranno ai componenti del DCT di subire degli eccessivi stress meccanici. Sembra un dettaglio ma non lo è, perché grazie a questa tecnologia (che nel brevetto viene descritta con dovizia di particolari, per essere protetta) Yamaha ha potuto ridurre le dimensioni ed il peso dei vari pezzi. Pertanto il DCT dela Yamaha si dovrebbe installare con facilità su qualsiasi tipo di moto e di motore. US8935966 Come detto, considerando che Yamaha sta estendendo il suo brevetto in diversi Paesi (l'estensione USA è recente, risale all'inizio del 2015), l'arrivo del DCT di Iwata potrebbe diventare realtà. Volendo fare una parentesi futuristica, bisogna ricordare che a EICMA 2014 Yamaha aveva dichiarato che produrrà presto moto a tre ruote destinate all'uso turistico, che avranno il compito di portare in sella anche gli automobilisti (che rappresentano un bacino di utenti immenso). Ecco, una moto a tre ruote potrebbe essere il progetto ideale ad ospitare un cambio DCT.

  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento