Fuoristrada e protezione del territorio

Fuoristrada e protezione del territorio
L'obiettivo è quello di concordare la linea guida per il futuro per praticare il fuoristrada nel rispetto delle regole, ma senza assurde ed ingiustificate limitazioni

Redazione - @InMoto_it

28.08.2012 ( Aggiornata il 25.09.2014 09:32 )

Fuoristrada e ambiente sono stati l'argomento di una tavola rotonda che si è tenuta a Montevarchi alla vigilia della quarta prova del tricolore Enduro Under 23 – Senior ed andata in scena nella sala stampa del Crossodromo Miravalle. L'obiettivo è quello di concordare la linea guida per il futuro per praticare il fuoristrada nel rispetto delle regole, ma senza assurde ed ingiustificate limitazioni. Sono passati tre anni da quando l’intervento della Forestale ad una gara di enduro a Castiglion Fiorentino fece tremare il fuoristrada nazionale, e oggi la Federazione Motociclistica Italiana, i Moto Club organizzatori, piloti o semplici praticanti e le istituzioni siedono allo stesso tavolo, dialogano, perseguono i medesimi obiettivi. Il confronto ha preso le mosse dagli episodi di criticità - tra le forze dell’ordine, gli organizzatori ed i piloti - verificatisi in Toscana ma ha poi presentato uno scenario attuale in cui i fuoristradisti (singoli od organizzati ma comunque tutelati dalla Federmoto) e Corpo Forestale dello Stato si trovano schierati sullo stesso fronte. Per la FMI erano presenti il vicepresidente, Giovanni Copioli, il presidente della Commissione Normative Fuoristrada, Marco Marcellino, il responsabile delle Politiche Istituzionali, Tony Mori, il presidente del Co.Re. Toscana, Andrea Vignozzi, e il responsabile della comunicazione, Giulio Gori. Gremita la platea in cui hanno trovato posto, tra organizzatori, politici e semplici praticanti, anche degli esperti come Alessandro Marini, Referente Regionale della Commissione Normative Fuoristrada FMI e il Direttore di Gara Angiolo Barbagli. La linea guida per il futuro è stata ribadita in questa occasione da Tony Mori: “Né permissivismo né proibizionismo”, per praticare il fuoristrada nel rispetto dell’ambiente e delle regole della circolazione, ma senza assurde ed ingiustificate limitazioni. "In Italia c’è tanto spazio disponibile”, ha detto Mori, “non c’è bisogno di andare a toccare le aree a maggiore tutela. Ma gli enduristi”, ha rilanciato, “si sentono ambientalisti, puliscono i boschi, riaprono le vecchie strade, in futuro adotteranno i sentieri come già fanno altri appassionati della natura”. “Il fuoristrada è uno sport che ha un impatto”; ha affermato con realismo il colonnello D’Amico, Comandante Provinciale di Arezzo,  “ma si può conciliare la voglia di andare in moto nella natura con il rispetto delle leggi; quindi oggi possiamo affermare che la convivenza tra moto e territorio è possibile. Agli eventi del 2011 e del 2013 la Federmoto ha reagito nel modo che ha consentito a tutti di andare avanti: ci disse 'aiutateci a capire se e dove abbiamo sbagliato'. Noi rispondiamo che l’alternativa alle cose mal fatte non è non farle ma farle bene. Così riusciamo a farci considerare tutori della legge a beneficio di tutti i fruitori del territorio, anche dei motociclisti”.  Gli esempi delle recenti Leggi regionali di Emilia Romagna e Lombardia rappresentano il punto di arrivo di un assiduo ed infaticabile dialogo con le Istituzioni e le forze politiche ma anche una base per ampliare a tutta la penisola un approccio corretto alla tutela ed alla fruizione dell’ambiente che consenta ai motociclisti di svolgere la propria attività.  
Da sinistra, nella foto, Marcellino, D'Amico, Copioli, Vignozzi, Gori

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