Con cambio a 5 marce e due motori, l’originale “naked” elettrica è capostipite di un progetto molto ambizioso. Sarà un successo?
A meno che non vi trovaste in Spagna negli anni Quaranta, è piuttosto improbabile che qualcuno di voi abbia mai avuto a che fare con una motocicletta con il marchio Soriano dipinto sul serbatoio, una rarità anche per i collezionisti. Fu un’avventura imprenditoriale pionieristica piuttosto breve, di una decina d’anni, incentrata su modelli di piccola cilindrata alcuni dei quali ebbero anche un discreto successo tra gli iberici. Nascevano dalla passione di un aristocratico un po’ eccentrico e sicuramente molto creativo, Ricardo Soriano figlio primogenito del senatore e deputato Cortes Fernando Soriano y Gaviria. Divenne a sua volta marchese di Ivanrey e senatore a vita per il territorio di Salamanca. Più che per i titoli o per le auto che pure provò brevemente a costruire, il suo nome è conosciuto per aver dato un impulso al turismo nella provincia di Marbella.
L’obiettivo di Marco Antonio Soriano IV, “cresciuto a Wall Street tra indici Nasdaq e Dow Jones e attratto dall’attuale cambiamento in corso e da un settore in progressiva espansione” è quello di diventare un baluardo della futura green mobility e il primo passo ha un nome felino e soluzioni originali.
Si chiama Giaguaro ed è una motocicletta 100% elettrica sviluppata e costruita in Italia anche con il contributo di tecnologie americane. È il primo prodotto a sfruttare una piattaforma brevettata con il nome di Duoflex sulla quale, dalle dichiarazioni, pare ci sia l’intenzione di costruire un’intera gamma. Al di là del design e di ciò che si può notare visivamente, la Giaguaro presenta diverse particolarità anche sotto il vestito in abs e fibra di carbonio. Tanto per cominciare ha frizione e cambio a 5 velocità (più retromarcia) ed inoltre è dotata di ben due motori. Entrambe le soluzioni sono state adottate per dare ancora di più l’impressione di guidare una moto di tipo tradizionale e allo stesso tempo offrire i benefici della propulsione elettrica contribuendo, a detta degli ingegneri, soprattutto alla maneggevolezza alle basse velocità. Sarà proposta in due versioni: la V1S dotata di forcella upside-down con steli di 50 mm e la V1R equipaggiata invece con il caratteristico sistema a parallelogramma che fa da ponte con i modelli degli anni Quaranta.
Particolare è anche il forcellone in alluminio ricavato dal pieno con tecnologia CNC a controllo numerico che si fa notare per la capriata rivolta verso il basso come le moto più sportive. Ed in effetti anche le prestazioni della coppia di motori brushless si preannunciano coinvolgenti. La coppia sarà di 155 Nm e la potenza di 60 kW per la V1S e 72 kW per la V1R. Originale anche la presenza del raffreddamento a liquido con due radiatori frontali e altri due radiatori dedicati ad altrettanti inverter montati subito sotto. L’intero software di gestione è stato inoltre sviluppato specificatamente per questa nuova piattaforma dai tecnici italiani e sappiamo quanto sia complicato e fondamentale per una moto elettrica la gestione di tutte le complessità e variabili relative alla carica. Il pacco batterie sarà da 20 kWh il che, supponiamo, potrebbe consentire un’autonomia realistica di 250 km. L’ipotesi è supportata da alcuni test condotti sul banco dove alla velocità costante di 120 km/h i tecnici hanno misurato addirittura una distanza di 400 km. La ricarica può avvenire con caricatore da 3,5 kW (tempo stimato 5 ore) o con quello da ben 20 kW (tempo stimato 1 ora). Purtroppo i due motori, i due inverter, la presenza del cambio e di una batteria così importante non aiutano la Giaguaro a tenere giù l’ago della bilancia. Le dimensioni sono giunoniche, con un interasse di 1.595 mm e il peso dichiarato è di 255 kg. Infine tanta originalità tecnologica e materiali di pregio influiscono sul prezzo: la V1S è proposta a 25.000 euro, la V1R a 32.500 euro.
Come anticipato, ad EICMA ci sarà il debutto ufficiale di questa nuova avventura imprenditoriale alla quale auguriamo il meglio. Per sapere se davvero rappresenterà una pietra miliare nel settore del motociclismo ad elettroni dovremo però aspettare ancora un po’.
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