20 cinquanta degli anni ’70 – 6. Italjet De Luxe e Mustang

20 cinquanta degli anni ’70 – 6. Italjet De Luxe e Mustang

Redazione - @InMoto_it

01.03.2013 ( Aggiornata il 01.03.2013 17:33 )

Negli anni ’60 la bolognese Italjet di Leopoldo Tartarini ebbe un incredibile successo. I maggiori consensi con il Mustang SS ed il Mustang Veloce     Nata come Italemmezeta nel 1959, già nel ’62 l’azienda fondata da Leopoldo Tartarini aveva in catalogo un cinquanta sportivo denominato Italjet, nome che più tardi diventerà ragione sociale del marchio, mentre il suddetto modello prenderà il nome di De Luxe. Questo modello, proposto inizialmente a tre marce, contraddistinto da un telaio misto in tubi e lamiera stampata e da un avvenente serbatoio con protuberanze sulla parte inferiore, subì una continua evoluzione, fino ad essere proposto in versione carenata e infine con quattro marce comandate a pedale. Parallelamente al De Luxe, nel ’65 verrà proposto un nuovo modello sportivo di forte impatto, che nel giro di breve tempo diverrà il modello di riferimento del segmento: il Mustang SS. Utilizza il nuovo telaio a doppia culla superiore, che diventerà una specie di marchio di fabbrica per la Italjet, ma il suo tratto più identificativo è senza dubbio l’imponente serbatoio, stretto e squadrato, con due tappi, uno per il rabbocco di carburante e uno con incastonato il tachimetro. In mezzo, sul dorso, un cinturone traforato lo lega al telaio, come sulle moto da corsa. Alcuni ritenevano sproporzionate le misure del serbatoio, ma i più lo trovavano affascinante, inoltre era diverso da ogni serbatoio presente sul mercato e quindi unico e riconoscibile. Dotato di motore Minarelli P4, l’SS veniva proposto con delle pedane montate sul forcellone, oltre a quelle standard, con il freno anteriore a 4 ganasce (con prese d’aria finte) e con i cerchi in alluminio (ci sono state anche versioni che montavano perfino i parafanghi in alluminio). Nel ’66 arriva la prima versione del Mustang Veloce, stessa ciclistica ma estetica molto più filante e dotato di un meraviglioso freno anteriore a 4 ganasce con prese d’aria vere a periscopio. ep2 Due anni dopo arriva la seconda serie del Veloce, che va a sostituire in listino sia la prima serie che l’SS. L’anno prima era stato tolto dal catalogo anche il De Luxe, che nella sua ultima versione condivideva il freno anteriore del Veloce. Il nuovo Mustang Veloce incarnava ed evolveva alla grande lo spirito dei suoi predecessori e fu un vero successo. Non aveva più i cerchi in alluminio, ma disponeva di un nuovo telaio più performante, sapientemente irrobustito nella zona dell’attacco forcellone e montava il Minarelli P4 SS che, con il carburatore da 20 mm Ø di serie, gli consentiva di superare i 90 km/h. La versione più bella e diffusa prevedeva il telaio rosso vivo e parafanghi e serbatoio bianco, quest’ultimo con ginocchiere e decalcomania a mezzaluna nere, ma è stato anche proposto con telaio nero e serbatoio e parafanghi color alluminio. Una delle modifiche più frequenti su questo modello – oltre all’immancabile marmitta a spillo – era l’eliminazione dei soffietti e della schermatura sulla forcella e il montaggio della piccola sella del Mustang SS che ben si intonava con la linea tondeggiante del serbatoio. Doveroso menzionare che dal ’65 al ’68 l’Italjet ha proposto anche un altro 50-60 cm3 sportivo denominato Vampire. Nato esclusivamente per le competizioni, dove ha avuto un buon successo, è stato alla fine pubblicizzato anche in versione stradale, con fanale, luce posteriore e portanumero, ma non sembra che sia stato realmente commercializzato (o lo è stato in maniera irrisoria). Del ’70 l’ultima serie del Veloce, con forcella idraulica, parafanghi in inox e fanale tondo. Il gruppo sella-serbatoio non sarà però accattivante come quello del suo predecessore, che rimarrà uno dei cinquantini più belli e desiderati di quegli anni.

  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento