20 cinquanta degli anni ‘70 – 3. Moto Guzzi Dingo Cross

20 cinquanta degli anni ‘70 – 3. Moto Guzzi Dingo Cross

Redazione - @InMoto_it

01.11.2012 ( Aggiornata il 01.11.2012 11:31 )

Incredibili le doti di robustezza e longevità, al punto di sostenere raid di migliaia di chilometri nel Continente Nero     Robusto, anzi indistruttibile (diventò famoso il raid in Africa di Roberto Patrignani), se si esclude qualche problema di cambio quando veniva usato fuoristrada nella maniera più scalmanata e per lunghi periodi. In più la sua linea sobria e il blasonato marchio di cui si fregiava avevano un buon ascendente sui genitori al momento dell’acquisto. I primi Dingo Cross (assieme alla sportiva versione Super) vengono presentati nel 1965, con cambio a tre marce al manubrio, ma è nel ’67 che arrivano le versioni con cambio a 4 rapporti comandato a pedale, e viene schierata anche una versione GT. Tutte le versioni contano sullo stesso telaio e sullo stesso motore, nonché sospensioni, mozzi e serbatoio, e si differenziano esclusivamente per l’allestimento delle sovrastrutture. Caratteristico l’avviamento con la leva che si calcia in avanti. Il Cross ha ruote di 17” davanti e dietro, entrambe con pneumatici tassellati, un largo manubrio con traversino, rete proteggifaro (un dettaglio che all’epoca era praticamente sinonimo di cross) e parafanghi rialzati in inox. Anche lo scarico era rialzato, posizionato sulla sinistra e dotato di una vistosa griglia anticalore. Soffietti in gomma sulla forcella, un robusto paramotore e la sella che abbracciava il serbatoio sui lati completavano il quadro. 12250ob5 Il telaio era a doppia culla superiore (come quello pensato da Tartarini per i suoi Italjet) e il motore aveva una conformazione diversa da tutti i concorrenti, nonché alcune scelte innovative per l’epoca. Se è vero, infatti, che il cambio manteneva la vecchia conformazione italiana/inglese (con comando sul lato destro e prima verso l’alto), il motore vantava anche un cilindro in lega con canna cromata inclinato in avanti di 25°. Di questo modello fu presentata una versione interamente verde militare, seguita da una con telaio nero e serbatoio di un verde più brillante con inserti neri. La seconda serie arriva nel 1969 e, sebbene lo schema rimanga inalterato, l’estetica cambia radicalmente. Per la versione Cross è prevista una sgargiante livrea gialla (con i parafanghi in inox che cedono il posto a quelli in tinta) su telaio nero. Il serbatoio ha una linea arrotondata e la sella lo sormonta lievemente nella parte posteriore. La forcella telescopica perde i soffietti e compare un nuovo fanale tondo e una voluminosa cassetta portattrezzi. Anche lo scarico cambia conformazione montando un terminale a fetta di salame e arriva una nuova termica squadrata di maggiori dimensioni più un carter sinistro dal disegno più moderno. Infine, nuovi portapacchi e tachimetro/contachilometri. Sia la prima che la seconda versione montavano un carburatore Dell’Orto di 16 mm e rientravano nelle norme del Codice mediante delle strozzature. Eliminando queste, come prassi comune per tutti i motori, il motore respirava molto meglio, concedendo al Dingo una velocità attorno ai 75 km/h e uno spunto molto più brioso pur restando un mezzo estremamente parco nei consumi.

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