Sbarro Orbital Wheel: l'esperimento della ruota senza mozzo

Sbarro Orbital Wheel: l'esperimento della ruota senza mozzo

Nel 1989 il designer e visionario Franco Sbarro realizzò una serie di prototipi per studiare l'applicazione della ruota orbitale, ovvero senza mozzo e raggi. Una tecnologia tanto affascinante quanto complicata

09.02.2022 10:24

Franco Sbarro è un genio del design e della tecnica, nato in Puglia nel 1939 e trasferito in Svizzera nel 1957, in adolescenza, ha da sempre sperimentato con auto e moto realizzando anche progetti visionari in piccola serie e collaborando con i grandi nomi del settore automotive. Fra le sue idee c'era anche lo sviluppo della ruota senza mozzo e raggi/razze, chiamata ruota orbitale (o hubless) e dall'effetto scenico unico nel suo genere. Nel 1989 ha realizzato dei concept con il solo scopo di sviluppare questa soluzione e il risultato finale fu tanto spettacolare quanto complesso e costoso.
Alla base dell'idea c'erano obiettivi come il peso minore delle masse non sospese e l’abbassamento del baricentro,

Semplice il concetto, difficile la realizzazione

L'idea di base della Orbital Wheel (come ci spiega solomoto.es) non è così difficile da capire, la ruota orbitale non è altro che un enorme cuscinetto a sfere, con la parte esterna dotata di pneumatico e quella interna fissa che svolge il ruolo di supporto, ancorato a un forcellone monobraccio che si collega con la moto e la sospensione. La difficoltà sta piuttosto nel garantire le funzioni delle due ruote, cioè quella sterzante davanti e quella di trazione dietro.

Sulla ruota anteriore, Sbarro sviluppò una particolarissima sospensione monobraccio con funzione sterzante tramite tiranti, qualcosa di simile al sistema delle varie Bimota Tesi, ma qui senza mozzo. Dopo i primi tentativi, il terzo prototipo arrivò con una linea pulitissima e solo un piccolo braccio a collegare la ruota anteriore al corpo moto, con il sistema di sterzo e ammortizzatore nascosto dietro l'abbondante carena del concept. Anche il freno è affogato nel supporto e il disco è di tipo perimetrale (tipo Buell), in modo da lasciare pulita la linea del "buco con la ruota intorno".

Altra sfida è stata senza dubbio la trasmissione che, non potendo contare su un vero e proprio mozzo, obbliga alla realizzazione di una corona che corre perimetralmente al cerchio, obbligando a stravolgere in modo radicale il rapporto finale. Stesso discorso per il freno che, come nella ruota anteriore, deve affidarsi al sistema perimetrale dallo stesso lato della trasmissione. Ci vuole genio e capacità per realizzare qualcosa di simile.

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