20 anni dell'Aprilia Tuono (parte 1): la prima ignorantissima serie

20 anni dell'Aprilia Tuono (parte 1): la prima ignorantissima serie

La streetfighter di Noale compie 20 anni! La prima serie arrivò sul mercato nel 2002 come una moto rozza e senza compromessi... ma aveva anche dei difetti

29.03.2022 10:00

Alla fine degli anni '90, Aprilia fece il balzo tanto atteso: le grosse cilindrate. La sfida aveva un nome ben preciso, RSV Mille, una moto che il patron Beggio ha studiato bene insieme al suo team: "Ricordo che fu un progetto che elettrizzò tutta l’azienda. Si trattava di entrare nel mercato delle supersportive, il massimo del motociclismo mondiale: ogni reparto era ansioso di fare del suo meglio per la propria competenza. Non lesinammo nulla in termini di investimenti per garantire prestazioni, affidabilità, sicurezza." Da questo progetto, quattro anni più tardi, nacque la Tuono, ovvero una versione con manubrio alto e senza carena nello stile streetfighter che andava di moda in Nord Europa. Fu un successo? Si e no, ma se a 20 anni di distanza il nome è ancora sui listini... un motivo c'è.

Molto carattere, poca grazia

La Tuono nacque con un un unico scopo: fare una versione a manubrio alto della supersportiva RSV Mille. Questo significava, letteralmente, spogliare la moto nel modo più semplice e diretto possibile. Quindi via le carene e il cupolino avvolgente, qualche particolare per coprire i cavi e le parti esposte della meccanica, e un cupolino più stretto per consentire il movimento del nuovo manubrione (larghissimo, quasi da cross, proprio "alla tedesca") senza nemmeno cambiare il faro anteriore. 

Risultato? Un design del tutto personale. Guardare la Tuono, specialmente in profilo o tre-quarti, era come guardare una RSV Mille a cui mancava "qualcosa", o rozzamente scarenata in qualche garage della periferia di Lipsia. La prima versione scelta per il lancio del 2002, la Tuono R Limited Edition in tiratura limitata da 200 esemplari (ma in primo momento furono 105, poi raddoppiati per la richiesta di esportazione) faceva largo uso di materiali pregiati: i fianchetti erano in kevlar e carbonio, codone e cupolino interamente in fibra di carbonio, e - altra raffinatezza - la sella era rivestita da un tessuto a base kevlar.  Il manubrio era in alluminio anodizzato è fissato alla piastra superiore di sterzo tramite riser ricavati dal pieno e in ergal. Lo scarico era decisamente voluminoso nel silenziatore in titanio. 

Ero un adolescente all'epoca, ma ricordo che anche le riviste non si erano tirate indietro nel definire l'estetica della Tuono come "poco riuscita", eppure non riuscivo a togliermela dalla testa, mi affascinava e sognavo di averla in garage. Dopo anni, modelli, versioni, prove e chiacchiere con i proprietari, ho capito perchè quella moto mi aveva rapito il cuore: aveva un carattere che nessuna moto (sia del periodo, sia del passato) poteva eguagliare.

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