Terravision: ricondizionato è meglio

Terravision: ricondizionato è meglio

Nella laboriosa pianura brianzola, un’azienda si è inventata un bel modo di “fare green”: si chiama Terravision Electric e rigenerano batterie ormai a fine vita. Siamo andati a trovarli per capirci di più

Redazione - @InMoto_it

05.03.2024 ( Aggiornata il 05.03.2024 12:44 )

Il futuro della mobilità è ancora incerto. L’Europa sembra non voler sentire storie, l’elettrico sarà il nuovo paradigma; tanti altri però, costruttori in primis, sembrano avere in tasca soluzioni alternative. Biocarburanti, idrogeno…Sia quel che sia, a oggi il mondo dell’elettrico si sta sviluppando secondo regole tutte sue. Ma c’è un tema, sempre più ricorrente: che fine fanno le batterie dei mezzi elettrici? E ancora, siamo davvero sicuri che i mezzi elettrici (che siano monopattini, bici, scooter o moto) siano esenti da manutenzione? Ovviamente, la risposta è no. Ed è proprio per rispondere a questo bisogno, la manutenzione dei veicoli elettrici, che è nata Terravision Electric, azienda con sede a Desio (MB). Siamo andati a trovarli per capire cosa fanno, come funziona il mondo dell’elettrico, le strategie commerciali…Insomma, un po’ di tutto. Ci ha risposto Andrea Zaliani, responsabile comunicazione e marketing di Terravision.

Terravision, che cos'è e come funziona?

Andrea, ci racconti cosa fa l’azienda Terravision Electric?

Da 2 anni e mezzo è nata questa divisione dedicata alla micromobilità sostenibile, una costola dell’azienda Terravision che da 20 anni si occupa dei trasporti bus aeroportuali. Abbiamo sviluppato due principali businness: il primo riguarda il servizio di assistenza per i veicoli elettrici, in particolare siamo orgogliosi del servizio di ricellaggio e rigenerazione delle batterie. Tieni conto che molte di queste lavorazioni vengono fatte come centro di assistenza ufficiale di alcuni brand. In parallelo, abbiamo sviluppato una divisione prettamente commerciale, il brand Golden Ride, che rappresenta quelli che saranno i nostri punti vendita. Saranno dei concessionari che venderanno prodotti multimarca incentrati principalmente sulla sostenibilità.

La mia impressione è che molti, oggi, siano solo dei rivenditori di mezzi elettrici: compro in Cina, rivendo in Italia.

Esatto, ma poi il post-vendita è inesistente. L’elettrico è un mercato nuovo, e molti brand si focalizzano esclusivamente sull’aspetto commerciale, quindi sulla vendita. Spesso però tralasciano l’assistenza, che invece è la chiave per imporsi nel mercato come un brand di successo, perché prima o poi i mezzi avranno bisogno di essere riparati. Noi colmiamo questa carenza. 

Parliamo del ricellaggio delle batterie al Litio; come vi è venuto in mente?

È stata la risposta a una richiesta abbastanza semplice. Se ci pensi, su uno scooter o una moto elettrica il cuore del veicolo è la batteria e per vri motivi non viene quasi mai gestita come dovrebbe e nascono tutta una serie di problematiche. Da lì la decisione di investire sul ricellaggio che di fatto è una rigenerazione della batteria. Con questa operazione ti forniamo una batteria come nuova, ricondizionata, ma facendoti risparmiare circa il 30%. Di fatto, ti rimane l’involucro e all’interno ti vengono cambiate tutte le celle. Se poi riusciamo a recuperare anche la centralina che le gestisce, il risparmio è ancora maggiore. Tieni presente che mediamente, la batteria di uno scooter elettrico di media gamma costa attorno ai 1.000 euro. Per fornire questo servizio abbiamo investito in macchinari e soprattutto personale: da noi gli operai sono quasi tutti meccatronici.

Secondo te in futuro si potrà fare anche per le auto?

Tecnicamente è un’operazione fattibile, ma tieni conto che il ricellaggio è un lavoro artigianale, e non penso che sia conveniente per un’azienda automobilistica. Vedo bene invece soluzioni come il battery swap, delle stazioni di ricarica dove lasci la tua batteria e ne prendi una carica, oppure ne lasci una problematica e ne prendi una sistemata.

C’è una sorta di garanzia per il cliente?

Il cliente ha la garanzia ufficiale Terravision, che è molto più estesa dei concorrenti perché diamo 12 mesi. Facciamo firmare un modulo che tra le altre cose contiene tutte le indicazioni sull’utilizzo della batteria e sulla validità della garanzia; tipo “guarda che se la metti a bagno nell’acqua la garanzia decade!”.

Programmi per il futuro?

Vogliamo lanciare dei progetti che abbiano anche un valore sociale, e in effetti lo stiamo già facendo: stiamo infatti creando allestimenti per i mezzi elettrici delle forze dell’ordine come Polizia Locale e Protezione Civile.

Dopo aver chiacchierato con Andrea, siamo entrati in una delle officine dell’azienda, dove ci ha accolto Salvatore Montalbano, operaio specializzato nel ricellaggio e non solo. Ci ha spiegato per filo e per segno come funziona l’operazione.

Che si tratti di una bici, di un monopattino o di uno scooter, prima di tutto si smonta la batteria.  Per quanto riguarda gli scooter, effettuiamo il ricellaggio anche di singole celle, sostituendo quindi soltanto alcuni paralleli della batteria. Praticamente apriamo la batteria, che sugli scooter elettrici solitamente è da 60 Volt e 26 Ampere. Dentro ci sono 250 celle, e magari 50 di queste si sono esaurite. Anziché sostituire tutto il pacco, si scorporano i pacchi e si individuano le celle esaurite. Questa è un’operazione che ottimizza il rapporto spesa/resa; noi tuttavia consigliamo sempre di cambiare tutte le celle, perché se ne sostituisci solo una parte, quelle nuove dovranno comunque fare un tot di cicli di ricarica, per adeguarsi a quelle già installate. Utilizziamo vari tipi di diagnosi a seconda del tipo di batteria, poi una volta identificato il problema, andiamo a scorporarla, dissaldiamo, inseriamo le nuove celle e le saldiamo, rigorosamente a mano. Richiudi tutto, isoli e colleghi il cavo. È un lavoro molto artigianale.

Tempo di lavorazione?

Qualche ora di manodopera di un singolo operatore per ogni batteria. Il concetto è che chi la prende in carico, la ripara. Ci sono varie tipologie di celle ma i modelli di batteria saranno una decina, non di più. Magari cambia qualcosa all’interno, ma la forma è uguale.

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