L'importanza del "flow" quando si guida la moto

Pratica ed esperienza

Più il motociclista è esperto e più riesce a stare nel flusso. Forse ricorderete la tensione muscolare e la paura dei primi giri in moto, quando tenendo le braccia e le gambe rigide come pezzi di legno, non riuscivate a capire bene le reazioni del mezzo a tutto quello che succedeva sotto di voi. Dopo mesi e anni di pratica, il controllo della moto diventa più preciso, si riescono a filtrare meglio anche i minimi segnali che arrivano da gomme, telaio e asfalto e il nostro cervello è in grado di elaborare e reagire più velocemente a quegli stimoli, per entrare nella dimensione di controllo e sicurezza che può mantenere il flusso costante. 

In ultimo, il flow non si cerca ma si sperimenta. Una regola di vita dice che quello di cui hai bisogno arriva quando meno te lo aspetti e mai quando lo cerchi. Funziona così anche in sella: più ci sforziamo a trovare un ritmo costante e una regolarità di guida, più impieghiamo energie fisiche e mentali che ci allontanano dal flusso. In questo caso occupare la mente con delle aspettative ci proietta verso il risultato che vorremmo avere e non ci permettere di immergerci nell'esperienza che stiamo vivendo, al contrario quando tutto scorre e ci riusciamo a immergere nei gesti precisi di mani e piedi sui comandi, respirando l'aria e i profumi che investono il corpo, il flusso arriva da sè. Come tante cose nella vita, serve fede e capacità di lasciarsi andare.

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