Multe: dove finiscono finiscono i soldi?

Multe: dove finiscono finiscono i soldi?

Per la prima volta quest’anno una legge stabilisce che il Ministero dell’Interno deve pubblicare sul proprio sito Internet le relazioni ricevute dai comuni con i proventi delle multe. Sono ancora molti però i comuni inadempienti

01.09.2022 ( Aggiornata il 01.09.2022 09:16 )

Ogni anno in Italia vengono comminate sanzioni ai guidatori per 3 miliardi di euro. Quelle effettivamente riscosse sarebbero però solo il 56%, circa 1,7 miliardi di euro. Effetto di ricorsi, vizi procedurali e altre furbate messe in atto dai multati per sottrarsi all’obbligo di pagare.

1,7 miliardi di euro sono parecchi soldi, che per legge dovrebbero essere reinvestiti sulle infrastrutture stradali e su tutto ciò che migliora la sicurezza della mobilità in misura pari ad almeno il 50%. Invece le nostre strade fanno schifo. Di qui la domanda: dove finiscono i soldi delle multe?

la legge 156 del 9/11/2021, ha stabilito l’obbligo per le amministrazioni di pubblicare sul loro sito le relazioni inviate ai ministeri competenti. E per il Ministero degli Interni quello parallelo di pubblicare tali relazioni in apposita area del proprio sito.

A fine luglio 1643 comuni ‘fuorilegge’

Ora saremmo pronti a far funzionare il sistema. Saremmo, perché ci sono ancora forti ritardi. Gli ultimi decreti hanno responsabilizzato le amministrazioni, e dalle 300 che presentavano la dichiarazione fino al 2019, secondo i dati comunicati dal Governo, nel 2021 siamo passati a 5829 comuni che hanno inviato una relazione regolare (su 7093); altri 582 ne hanno inviata una non regolare.

Quest’anno le cose sono migliorate ulteriormente. Dietro nostra richiesta il Ministero dell’Interno ci ha comunicato che “alla data del 26 luglio le certificazioni pervenute relative all’anno 2022 (proventi anno 2021) erano 6926, quelle mancanti 1643. È già stata inoltrata per il tramite delle Prefetture la diffida ad adempiere entro un mese dal ricevimento. La procedura per gli enti inadempienti prevede, in concorso con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mism) la segnalazione alle competenti Procure Regionali della Corte dei Conti”.

Nella mail abbiamo trovato allegata la lista delle amministrazioni inadempienti, fra le quali non mancano le sorprese. Con comuni importanti, magari titolari di strade sulle quali insistono postazioni di misurazione della velocità intorno alle quali non sono mancate le polemiche.

Chi controlla quelle relazioni?

Cosa c’è scritto nelle dichiarazioni? Un’analisi di questo al momento non c’è. Circola un video nel quale l’On. Simone Baldelli, che di questa questione dei proventi delle sanzioni da anni ha fatto una battaglia, replica con toni molto accesi al Ministro della Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini, durante un’audizione in Commissione Trasporti della Camera espressamente sulle multe, il 26 maggio scorso. In quell’occasione Baldelli ha sottolineato l’assenza di risposte da parte del Governo.

Qualora l'ente non trasmetta la sopra menzionata relazione, ovvero utilizzi i proventi in modo difforme da quanto previsto dal codice della strada, la percentuale dei proventi spettanti è ridotta del 90 per cento per ciascun anno per il quale sia riscontrata una delle predette inadempienze”. Dice il Governo. Ma sembra che il Ministero delle Mobilità Sostenibili nel 2021 abbia controllato solo 40 comuni, trovando 17 relazioni regolari, mentre su altre 22 al momento in cui è stato diffuso il dato (aprile 2022) le istruttorie erano ancora in corso.

Meno di 40 controlli a campione su un totale di circa 8mila comuni in Italia, dei quali 1 su 5 non consegna neppure la relazione, non è certo un dato soddisfacente - ha affermato Baldelli -. Una situazione surreale: da 12 anni esistono queste norme del Codice della Strada, e non c'è stato un solo comune sanzionato per non aver consegnato la relazione, così come da 12 anni si attende la regolamentazione degli autovelox”.

Di questo e altro parliamo nel numero di In Moto di settembre, che trovate in edicola.

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