Suzuki GSX-R: la 300 sostituirà la 600?

Suzuki GSX-R: la 300 sostituirà la 600?

Takeshi Fukudome, responsabile delle moto di piccola cilindrata, anticipa alcune mosse della Casa nipponica e il futuro della GSX-R 600...

Riccardo Piergentili

27.11.2016 12:46

A turno, tutti i grandi Costruttori giapponesi si stanno svegliando dal letargo. La Honda, che è tornata a essere la macchina dei sogni che tutti conoscevamo, la Yamaha, che ha ripreso a stupire, col design e con la tecnica, la Kawasaki, che sta portando avanti progetti di motori sovralimentati, e la Suzuki, che nei prossimi anni sfornerà tante novità, in tutte le categorie, iniziando da quelle delle moto di piccola cilindrata, che oggi rappresentano un'incredibile opportunità commerciale, come ci ha spiegato Takeshi Fukudome, responsabile delle moto di piccola cilindrata e della famiglia Burgman.

In Asia stanno aumentando le richieste delle sportive di piccola cilindrata, che sono sempre più curate e vengono importate anche in Europa. Qual è la posizione di Suzuki nei mercati asiatici?
“I mercati asiatici sono molto importanti per noi. Abbiamo molte quote di mercato in Cina, dove vendiamo circa 10.000 moto in Cina, ovvero più della metà della nostra produzione. In quei segmenti e in quelle cilindrate, nel mondo, attualmente vendiamo circa 15.000 moto e puntiamo a raggiungere quota 20.000 unità immatricolate”.

Nel mondiale Supersport è stata introdotta la categoria Supersport 300. Vi piace l’idea?
“È sicuramente interessante. Stiamo osservando con molto interesse l’evoluzione regolamentare del mondiale Supersport 300, perché le moto di quella cilindrata hanno una importante valenza commerciale non solo in Asia ma anche in America”.

Cosa succederà alle Supersport 600? Omologherete una GSX-R 600 Euro 4?
“Difficile rispondere a questa domanda. In America il mercato delle sportive di 600 cm3 è discreto ma in Europa la situazione è decisamente meno rosea. Non abbiamo un piano preciso per la GSX-R 600 perché vogliamo capire cosa accadrà nei mercati”.

Suzuki, da anni, mostra prototipi spinti da propulsori elettrici ma ancora non si è visto un prodotto di serie con queste tecnologie. Perché mostrarle se poi non vengono industrializzate? Perché Suzuki, pur avendo molte buone idee, raramente riesce a introdurle velocemente sul mercato?
“Condivido la sua analisi, cruda ma vera. Noi abbiamo delle buone idee ma spesso gli altri arrivano prima di noi. È una questione di filosofia. Se un prodotto non è più che perfetto non può essere introdotto sul mercato. Ad esempio, abbiamo presentato il Burgman fuel cell diversi anni fa; quel prototipo non è stato ancora industrializzato ma continua a essere oggetto delle attenzione dell’R&D. Quando sarà davvero pronto lo industrializzeremo. In generale le posso dire che dal 2017 noterete quando stiamo spingendo sull’acceleratore”.

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