        Il 23 febbraio 2021 alle ore 12 verr&agrave; svelata la nuova famiglia Triumph Bonneville. La Casa britannica lo ha annunciato tramite un video trailer pubblicato su YouTube.  SEI MODELLI COINVOLTI La clip non mostra tanto, essendo una piccola anticipazione, ma lascia intuire che protagoniste saranno le versioni aggiornate di Street Twin, Speed Twin, Bonneville T100, Bonneville T120, Bobber e Speedmaster. IL BOBBER ANTICIPA IL COMANDO DEL CRUISE CONTROL? Tra le poche inquadrature, oltre al faro centrale illuminato nei primi fotogrammi, si intravedono quelli che sembrano essere manubri e cruscotto del nuovo Bobber, dotato - ed &egrave; una novit&agrave; - del comando del cruise control. Per conoscere nel dettaglio la nuova famiglia Bonneville non resta che attendere il 23 febbraio. Triumph, "Sandstorm" &egrave; la nuova Street Scrambler 900       

L'aggiornamento 2021 della famiglia naked britannica verr&agrave; svelato a pubblico e addetti ai lavori il prossimo 23 febbraio

Triumph, novità in arrivo per la Bonneville

        Alcuni documenti depositati da Triumph all'EPA, l'Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti, indicano il progetto di una futura variante dello Street Scrambler 900, in uscita nel 2022. Il modello avrebbe gi&agrave; anche un nome: Sandstorm. NUOVE GRAFICHE COLOR "SABBIA"? Le indiscrezioni riportano come il modello, rispetto alla versione base, proporr&agrave; una serie di novit&agrave; gi&agrave; viste nel "catalogo" Triumph e che il nome "Sandstorm" possa riferirsi a eventuali nuove verniciature. Un anno fa infatti la Casa inglese lanci&ograve; sul mercato due varianti della Tiger 1200, Alpine e Desert, di cui quest'ultima chiamata cos&igrave; per via della colorazione "Sandstorm". Nuova Triumph Speed Triple 1200 RS: quota 180! La nuova Street Scrambler sar&agrave; comunque omologata Euro 5, ma senza incremento di prestazioni, che dovrebbero sempre attestarsi sui 64 cv di potenza e 59 Nm di coppia. Per conoscere ulteriori dettagli, bisonger&agrave; comunque attendere novit&agrave; da Hinckley.       

Arriver&agrave; nel 2022 con motore Euro 5 la variante della scrambler, che probabilmente si focalizzer&agrave; su nuove verniciature e grafiche

Triumph, "Sandstorm" è la nuova Street Scrambler 900

Neanche il tempo di uscire sul mercato, che Triumph Speed Triple 1200 RS &egrave; stata gi&agrave; rivisitata. Non nella realt&agrave;, dove la moto di Hinckley continuer&agrave; a piazzarsi nel segmento nelle naked: ma nella fantasia s&igrave;. Il designer Kardesign ha dato sfogo a tutti gli appassionati Triumph che lamentavano l&#39;uscita della sportiva Daytona dai listini del Marchio, prendendo la 1200 Rs uscita a gennaio 2021 e trasformandola nel concept Daytona 1200.  DA NAKED A SPORTIVA: COS&#39;HA MODIFICATO    Kardesign, per gli appassionati, non &egrave; nuovo a rivisitazioni fantasiose e temerare nel mondo delle moto. Dall&#39;Aprilia Tuono V4 alla Fireblade trasformata in una naked, passando per una Panigale V2 fusa con un Italjet Dragster, il designer ha adesso deciso di &quot;ridar vita&quot; alla famiglia Daytona di Triumph. Lo ha fatto sostituendo il manubrio alto montando dei semimanubri e spostando gli specchietti fino alla carenatura anteriore. Rimasta invariata la posizione delle pedane e la struttura del telaio ausiliario.  Esteticamente, sono state rifinite le linee della coda, della sella e del serbatoio. La carenatura anteriore &egrave; ispirata a quella della Triumph Daytona 765 della Moto2, ma integra anche l&#39;illuminazione a LED e la presa d&#39;aria della 1200 RS. Il tubo di scarico &egrave; inoltre in posizione rialzata.  Che Triumph possa reinserire la gamma Daytona in produzione, appare francamente difficile. I fan, per il momento, dovranno consolarsi con i lavori di Kardesign.    Triumph 765 Daytona: e se arrivasse davvero? 

Si tratta solamente di un concept ideato dal designer Kardesign, che ha reimmaginato la nuova naked inglese come se facesse parte della gamma sportiva Daytona

Triumph Daytona 1200 RS, una Speed Triple carenata

L’azienda di Hinckley ha stravolto ogni componente della sua ammiraglia, che ora è una naked sportiva fatta e finita. La scheda tecnica dice 180 CV: basterà per competere con le migliori? Nel frattempo, ecco le foto

Nuova Triumph Speed Triple 1200 RS, LE FOTO

Chi l&rsquo;ha provata (o avuta) lo sa: la Triumph Speed Triple non &egrave; mai stata la moto sportiva per eccellenza. &Egrave; sempre stata una naked con un motore generoso ma comunque fluido, una ciclistica stabile&nbsp; e sincera (specialmente l&rsquo;ultima RS) ma non cos&igrave; agile. Una moto divertente, senza dubbio, ma non la pi&ugrave; efficace tra le curve. Stanchi di queste osservazioni, i tecnici hanno affrontato il problema di petto e con la scusa dell&rsquo;Euro 5 hanno stravolto il progetto. L&rsquo;obiettivo &egrave; chiaro: trasformare un&#39;hooligan da stadio in un&rsquo;affilata arma sportiva. Ecco perch&eacute; la nuova Speed non &egrave; solo (molto) pi&ugrave; potente, ma anche pi&ugrave; leggera, pi&ugrave;&hellip;andiamo con ordine.&nbsp;  Triumph Speed Triple 1200 RS: come &egrave; fatta    Cuore di tutto il progetto &egrave; il motore. &Egrave; stato rivisto ovunque: bielle, pistoni, albero motore, centralina, aspirazione, scarico&hellip;&egrave; pi&ugrave; compatto e leggero (-7 kg) e ha un&rsquo;inerzia inferiore (&egrave; pi&ugrave; rapido a prendere giri). Un profondo lavoro d&rsquo;ingegneria, frutto anche dell&rsquo;esperienza acquisita sui campi di gara della Moto2. Il tre cilindri ora ha una cilindrata di 1.160 cc (90 x 60,8 mm le misure di alesaggio e corsa, contro i precedenti 79 x 71,4 mm) ed esprime la bellezza di 180 CV (+30) a 10.750 giri e 125 Nm di coppia massima. Numeri importanti, che catapultano la Triumph Speed Triple 1200 RS nell&rsquo;olimpo delle naked pi&ugrave; potenti in assoluto.&nbsp;  Elettronica    L&rsquo;esuberante Triple &egrave; assistito da un&rsquo;elettronica di prim&rsquo;ordine: la piattaforma inerziale a 6 assi sovrintende a tutti i controlli elettronici di assistenza, tra cui il Traction Control (4 livelli, include anche lo Slide Control), ABS Cornering (2 livelli) e Wheelie Control, oltre naturalmente alle mappe motore. Tutti questi parametri comunque sono auto-regolati a seconda della modalit&agrave; di guida selezionata (Rain, Road, Sport, Track e Rider), che il pilota pu&ograve; scegliere attraverso una nuova strumentazione TFT di 5 pollici. Al capitolo elettronica si segnalano anche il quickshifter bidirezionale (migliorato), le luci tutte a LED, il sistema di avviamento keyless, il cruise control e i blocchetti retro-illuminati, oltre alla nuova batteria al Litio.&nbsp;  Con un aumento cos&igrave; considerevole della potenza, anche la ciclistica si &egrave; dovuta sottoporre a interventi pesanti. Telaio e telaietto hanno una struttura simile al passato (ed entrambi sono in alluminio), ma sono stati completamente ridisegnati. Sono cambiate le rigidezze flessionali, torsionali, le dimensioni&hellip;anche il monobraccio &egrave; nuovo, pi&ugrave; lungo, ma l&rsquo;interasse &egrave; rimasto identico: 1.445 mm (questo perch&eacute; il motore &egrave; pi&ugrave; compatto). Le masse per&ograve; sono molto pi&ugrave; centralizzate e il baricentro &egrave; pi&ugrave; basso e avanzato.  PREZZI E VERSIONI    In totale, la nuova Speed pesa 198 kg in ordine di marcia (-10 kg) e offre una posizione di guida pi&ugrave; caricata verso l&rsquo;avantreno (ma allo stesso tempo pi&ugrave; permissiva con i piloti pi&ugrave; alti). Da segnalare anche le sospensioni Ohlins di alta gamma (mono TTX36, forcella NIX30), i freni Brembo (pinze Stylema, dischi di 320 mm e pompa MCS) e gli pneumatici Metzeler Racetec RR (al momento dell&rsquo;acquisto si pu&ograve; optare anche per le Pirelli Diablo Supercorsa SC2). La nuova Triumph Speed Triple 1200 RS costa 17.600 euro e rimarr&agrave; da sola in gamma: non sono previste versioni R o S.    KTM 1290 Super Duke RR, trapelati i dati su peso e potenza 

L&rsquo;azienda di Hinckley ha stravolto ogni componente della sua ammiraglia, che ora &egrave; una naked sportiva fatta e finita. La scheda tecnica dice 180 CV: baster&agrave; per competere con le migliori?

Nuova Triumph Speed Triple 1200 RS: quota 180!

        Nei giorni scorsi sono iniziati a trapelare i primi dettagli sulla nuova Triumph Speed Triple 1200 RS. &Egrave; la stessa Casa inglese che ha voluto aumentare la curiosit&agrave; degli appassionati rilasciando un video teaser, prima della presentazione del 26 gennaio. Ma adesso i particolari aumentano perch&eacute; in rete &egrave; spuntata una scheda tecnica relativa proprio alla Triumph Speed Triple 1200 RS. A colpire, naturalmente, &egrave; la dicitura che mostra la potenza della nuova moto: 180 CV (132,4 kW). I dati Informazioni, quelle finite su Internet, che dovevano restare ancora nascoste. E invece adesso sappiamo che la cilindrata passa da 1.050 cc a 1.160 cc (meno di quanto ci aspettassimo, per&ograve;, dal nome &ldquo;1200&rdquo;). Crescono anche potenza, gi&agrave; detto sopra, e coppia: 180 CV a 10.750 giri&nbsp;e&nbsp;125 Nm a 9.000 giri.  Scheda tecnica autentica? La scheda tecnica sembra autentica. A suggerire la sua veridicit&agrave; il fatto che venga mostrato il profilo laterale della nuova Triumph Speed Triple 1200 R, profilo piuttosto differente dalla precedente versione, con linee pi&ugrave; morbide. Qualche modifica al telaio, seppur non sostanziale ma fatta per accogliere una nuova architettura del motore, che verr&agrave; adeguato agli standard di emissioni Euro5. Il peso non &egrave; riportato sulla scheda tecnica, ma si vocifera di una importante riduzione. Serve attendere solo qualche altre giorno. Rewind, Triumph Speed Triple T509: sguardo inconfondibile       

Informazioni che non dovevano trapelare prima della presentazione del 26 gennaio, ma ormai in rete: 180 CV e 125 Nm, la cilindrata passa 1.160 cc

Triumph Speed Triple 1200 RS, le specifiche tecniche spuntano sul web

Nel 1991 la Triumph ha riniziato ufficialmente la produzione delle prime moto dopo il fallimento del 1983 e il successivo acquisto da parte dell&#39;inglese John Bloor. Le nuove Triumph erano moderne e all&#39;avanguardia nella tecnologia ma esteticamente un po&#39; scialbe, i primi modelli veramente interessanti furono due e vennero presentati nel 1994 in coppia: Daytona Super III e Speed Triple.&nbsp;La prima una ammiraglia tricilindrica sportiva carenata, la seconda &egrave; la sua versione nuda, con semimanubri e faro tondo, voluta dal nuovo importatore per l&#39;Italia, Carlo Talamo, che fece pressione alla casa madre per avere una caf&egrave; racer moderna da piazzare sul mercato italiano.  Inultile dire che Talamo (come tante altre volte) ci aveva azzeccato. La Speed Triple con motore 900 dell&#39;esordio fu l&#39;unico modello che ebbe veramente seguito in tutta Europa, e i numeri di vendita cominciarono a mettere il sorriso ai vertici Triumph.  1996: ECCO IL DOPPIO FARO    La vera svolta per&ograve; arriv&ograve; nel 1997, quando fece la sua comparsa al salone di Colonia del 1996 la nuova serie Daytona T595 affiancata dalla Speed Triple T509. Tralasciando la bellissima carenata e concentrandoci sulla nuda, notiamo che l&#39;azzardo di Triumph per questo modello esteticamente equilibratissimo e con un gran telaio (sviluppato dallo specialista inglese Harris) &egrave; un doppio faro anteriore affiancato che la fa sembrare un matto sotto effetto di stupefacenti.  La moto venne proposta in doppia configurazione con semimanubri e manubrio alto, e per paura dell&#39;azzardo del doppio faro, Triumph mise a disposizione un kit di conversione a faro singlolo per chi la volesse pi&ugrave; tradizionale. L&#39;utenza fece la sua scelta: vennero vendute pochissime con i semimanubri e i kit di conversione a monofaro si contano sulle dita di una mano.  IL FENOMENO DELLE STREETFIGHTER    Il DNA della T509 era di una moto sportiva e i suoi numeri dicono tutto: 3 cilindri a iniezione per 885cc di cilindrata, 108 CV di potenza massima e peso di 196 kg a secco. Gommatura generosa e forcellone monobraccio (prima volta su una naked di serie) la rendevano muscolosa, mentre il telaio curvilineo e sinuoso era un piccolo capolavoro di ingegneria e design. Infine lo sguardo con quei due occhi strabuzzati a sottolineare un carattere pazzo e irriverente che il comportamento su strada della moto non tradiva.  Unica macchia del modello: un richiamo dopo la consegna dei primi esemplari obblig&ograve; la Triumph a sostituire tutto il telaio per un problema di rotture al cannotto di sterzo. Questo si seppe dopo che qualcuno si fece male, ma la campagna fu rapida ed efficiente.    Oltre ad essere una pietra miliare nell&#39;estetica, la Speed Triple T509 fu la prima moto che venne soprannominata &ldquo;Streetfighter&rdquo;, una categoria che negli anni seguenti ebbe un vasto seguito nella produzione europea e che deve molto a questa capostipite nata da una scommessa fra i vertici inglesi e l&#39;allora sconosciuto importatore italiano Carlo Talamo, un tipo che aveva lo sguardo molto lungo, tanto che ancora oggi quel doppio faro &egrave; il segno distintivo di un&#39;icona a due ruote.  Gira pagina per leggere la nostra prova sul numero di InMoto del 1997  &nbsp;  &ldquo;La T509 &egrave; adatta a percorsi misti, ma pu&ograve; offrire ottime soddisfazioni nell&#39;impiego in pista dove analogamente alla sportivissima sorella Daytona di maggiore cubatura offre impensabili angoli di inclinazione e una guida precisa ed estremamente sicura, se solo si ha la voglia di intervenire sulle molteplici regolazioni delle sospensioni&rdquo;.  E sul motore: &ldquo;Si dimostra un vero portento, considerando tutta la birra che possiede, che evidenzia pure una gasante tonalit&agrave; di scarico borbottante, zoppicante al minimo, un tantino metallica al salire dei giri. Occorre pazientare un poco a freddo perch&eacute; si regolarizzi nel funzionamento, salvo poi rivelarsi davvero performante&quot;.    Infine sull&#39;estetica: &ldquo;Non si corre di certo il rischio di passare inosservati in sella alla T509, che a tutti gli effetti pu&ograve; essere considerata la pi&ugrave; autorevole antagonista della Ducati M900, la &ldquo;madre di tutte le naked&rdquo;, ma il lavoro svolto dai tecnici inglesi &egrave; lodevole, soprattutto dal punto di vista della guida&rdquo;.  Rewind, Ducati Streetfighter 1098: la &quot;bruciasemafori&quot;  &nbsp; 

Era una delle pi&ugrave; carismatiche moto del mercato, una streetfighter dallo sguardo intenso che ha risollevato la Casa di Hinckley dal baratro portatandola a quello che &egrave; oggi

Rewind, Triumph Speed Triple T509: sguardo inconfondibile

Nel 1991 la Triumph ha riniziato ufficialmente la produzione delle prime moto dopo il fallimento del 1983 e il successivo acquisto da parte dell&#39;inglese John Bloor. Le nuove Triumph erano moderne e all&#39;avanguardia nella tecnologia ma esteticamente un po&#39; scialbe, i primi modelli veramente interessanti furono due e vennero presentati nel 1994 in coppia: Daytona Super III e Speed Triple

Rewind, Triumph Speed triple T509 FOTO

Triumph ha iniziato a svelare i primi interessantissimi dettagli della nuova Speed Triple 1200 RS. Infatti, in attesa del lancio ufficiale previsto per il prossimo 26 gennaio, ha voluto stuzzicare la fantasia dei fan con un video teaser in cui, oltre alle linee tese e aggressive dei fari al LED, ha voluto far sentire anche il suo ruggente sound.    Vmoto Soco Group, nuovo teaser per TS Street Hunter  IN ATTESA DEL LANCIO UFFICIALE  Tuttavia, nonostante la Casa britannica prometta una moto rivoluzionaria in termini di potenza, prestazioni e maneggevolezza, sono ancora pochi i dettagli trapelati sulla nuova naked di Hinckley. Anche se alcune informazioni erano gi&agrave; state diffuse dai colleghi di MCN.  Per il momento, le indiscrezioni riguardano solo l&rsquo;incremento della cilindrata rispetto alla sorella Street Triple. Il motore tre cilindri, infatti, rimarr&agrave; lo stesso, ma con l&rsquo;unita da 1.050 cc portata a 1.160. Tutto questo, ovviamente, per non penalizzarne troppo le prestazioni con l&rsquo;arrivo delle omologazioni Euro 5.    Probabile anche un aumento della potenza, che dovrebbe attestarsi attorno ai 165-170 cv. Non ci resta che attendere il prossimo 26 gennaio per scoprire tutti i dettagli. Stay tuned&hellip;  Triumph Street Triple RS: #SottoEsame 

La Casa Britannica promette una moto rivoluzionaria in termini di potenza, prestazioni e maneggevolezza. Lancio globale atteso per il prossimo 26 gennaio

Nuova Triumph Speed Triple 1200 RS, un teaser rivela sguardo e sound

Nuova Triumph Speed Triple 1200 RS FOTO

        Di caf&egrave; racer customizzate ne abbiamo sempre viste tante: dalla Suzuki GT380 sfornata da Te MotoWork, alla SWM Gran Turismo Sport 440 di Pepo Rosell fino alla pistaiola Royal Raven basata sulla Continental GT 650 di Tasmanian Motorcycle Warehouse. Ma mai prima d&rsquo;ora avevamo visto una caf&eacute; racer completamente ispirata ad un&rsquo;automobile e pi&ugrave; precisamente Mercedes 300 SL &ldquo;Gullwing&rdquo;, la leggendaria tedesca ad ali di gabbiano. Ebbene, Tamarit Motorcycles - azienda spagnola dedita alla customizzazione di motociclette Triumph &ndash; ha da poco presentato la Tamarit Gullwing X, un vero e proprio omaggio all&rsquo;icona su quattro ruote anni &rsquo;50.  SWM Gran Turismo Sport 440, la piccola caf&eacute; racer in chiave XTR UNA MOTO PER NOSTALGICI, MA ANCHE PER APPASSIONATI DI AUTO Sviluppata interamente sulla base della Triumph Thruxton 900, la Gullwing X di Tamarit si distingue per le sue linee pulite in grado di riprodurre gli stessi elementi rappresentativi della Mercedes da cui prende ispirazione. Le curve stondate dei fari, quelle del cupolino e la particolare &ldquo;ala&rdquo; posteriore attivabile tramite sistema idraulico &ndash; proprio a ricordare le famose ali di gabbiano della Mercedes 300 SL -, ne fanno un esemplare davvero unico e particolare. Insomma, una vera e propria moto creata appositamente per i nostalgici. DETTAGLI E CARATTERISTICHE La Gullwing X conta ben 9 colorazioni diverse, una per ogni esemplare prodotto e anch&rsquo;esse ispirate ai colori usati dalla Casa automobilistica tedesca.  Sotto al telaio, tutti gli esemplari prodotti portano in dote un motore Triumph 900 cc capace di sviluppare 78 cv e altre piccole componenti aggiunte, come: carburatore Keihin, pinze freno Behringer, scarichi Tamarit Speedster, pneumatici TT Victory Classic e un bel forcellone cromato. Infine, chiudono il restyling il radiatore dell'olio modificato per essere integrato nel telaio e il particolarissimo sistema idraulico innestato sulla monoscocca, capace di far mettere le ali alla piccola caf&eacute; racer d&rsquo;ispirazione automobilistica prodotta da Tamarit Motorcycles.  Repsol, in Spagna stazioni di servizio solo per moto       

La piccola special sfornata da una azienda iberica si distingue per le sue linee pulite capaci di riprodurre gli stessi elementi rappresentativi della Mercedes 300 SL anni &rsquo;50

Triumph Thruxton 900 Gullwing X: café racer che si ispira alle auto

La piccola café racer sfornata dall’azienda iberica è stata costruita con linee pulite e dettagli estremamente particolari capaci di riprodurre gli stessi elementi rappresentativi della Mercedes 300 SL anni ’50

Triumph Thruxton 900 Gullwing X

        Una nuova gamma di moto di piccola-media cilindrata: &egrave; l'obiettivo dell'accordo che Triumph e Bajaj, Marchio indiano, hanno stipulato recentemente, e di cui vi avevamo gi&agrave; informato. Adesso, arrivano ulteriori dettagli.  Stando alle previsioni, la prima moto frutto della collaborazione (che, ricordiamo, intende realizzare le motociclette in India per poi per&ograve; venderle in tutto il mondo) doveva uscire nel 2021. Ma la pandemia ha costretto a cambiare i programmi. Ed ecco che allora, secondo quanto riportano le indiscrezioni dei media indiani, il primo modello targato Triumph-Bajaj vedr&agrave; la luce nel 2023. Triumph Tiger 850 Sport: avventura quotidiana RIVALE DELLA ROYAL ENFIELD E DELLA HONDA? Ovviamente non si sa ancora di che modello si tratta. Le prime speculazioni indicano come la moto possa essere una versione della Bonneville da 300 o 400cc. Quindi un nome non solo iconico e conosciuto a livello globale, ma anche un modello in grado di rappresentare un degno concorrente di mercato della Royal Enfield Meteor 350, recentemente lanciata, e Honda H'ness CB350. Staremo a vedere.        

Il primo modello frutto della partnership tra i due Marchi sbarcher&agrave; fra tre anni per il mercato globale: secondo le prime indiscrezioni potrebbe essere una Bonneville da 300 o 400cc&nbsp;

Triumph e Bajaj, la prima moto arriverà nel 2023

Il 2020 &egrave; appena trascorso. Una nuova stagione e nuove moto sono l&igrave; in rampa di lancio, pronte per essere assaporate, guidate e... valutate. Tra le tante moto provate nei passati 12 mesi ce ne sono alcune che, per location del test e percorsi guidati, ci sono rimaste pi&ugrave; impresse nella mente. In attesa che si riparta con la giostra dei test sulle novit&agrave; 2021, ecco quali sono la prove che pi&ugrave; hanno fatto battare il nostro cuore di appassionati delle due ruote. In attesa  Gira pagina per scoprire quali sono:   5 concept di Bezzi che hanno scatenato il dibattito nel 2020  &nbsp;  &nbsp;  Honda CBR1000RR-R Fireblade SP    Dal Giappone giurano di aver progettato la nuova Honda CBR1000RR-R Fireblade SP con l&rsquo;unico obiettivo di eccellere in pista. E provandola &egrave; facile credergli. L&rsquo;abbiamo inserita in questa classifica perch&eacute;, oltre ad aver vinto la nostra comparativa delle sportive carenate, &egrave; la prima moto di Honda nata prima in pista che in strada. Tanto per dirne una, il suo 4 cilindri non verr&agrave; declinato in una versione stradale per equipaggiare una naked perch&eacute;, semplicemente, ha misure troppo estreme e superquadre.  Discorso valido anche per ciclistica ed elettronica. Da parte nostra, dopo averla provata siamo rimasti sorpresi dall&rsquo;incredibile potenza agli alti regimi del motore e dalla solidit&agrave; dell&rsquo;avantreno. Sarebbe lecito attendersi una moto estremamente agile, quasi nervosa, date le sue dimensioni, e invece &egrave; tutto il contrario. &Egrave; molto simile, in questo, a una vera moto da corsa. Per contro, una rapportatura pi&ugrave; corta aiuterebbe sicuramente a uscire con pi&ugrave; slancio dai tornanti stretti. Per darvi un&rsquo;idea, in quarta si raggiungono i 299 km/h di tachimetro&hellip;    &nbsp;  Yamaha Tracer 700    Nonostante la recente presentazione delle nuove Tracer 7 e Tracer 7 GT, la Yamaha Tracer 700 rimane ancora un un&rsquo;autentica best-buy da non lasciarsi sfuggire: sexy ma non sfacciata; con un&rsquo;aria da &ldquo;tipa sveglia&rdquo;, ma comunque affidabile e matura. Insomma, veste i panni della classica &ldquo;tuttofare&rdquo; ma... non fatevi ingannare. Su un bel percorso ricco di curve sa perfettamente come far emergere tutto il DNA emozionale delle moto di Iwata. Merito del bicilindrico crossplane da 689 cm3 e 73,5 CV di potenza massima, che anche in versione Euro5 non perdere nulla della proverbiale frizzantezza e personalit&agrave;.  Da un punto di vista dinamico, la formula magica di questa moto recita pi&ugrave; o meno cos&igrave;: alza il manubrio, massimizza il controllo, la giusta grinta, una ciclistica svelta, comfort quanto basta. La posizione di guida &egrave; dominante, col busto dritto e piuttosto vicino al manubrio. La sella &egrave; comoda (anche per il passeggero, che pu&ograve; contare su due solide maniglie a cui aggrapparsi), mentre le pedane sono arretrate il giusto. Le prime curve svelano subito il carattere super-fun di questa Tracer. Agile e spigliata, scende veloce in piega e torna s&ugrave; in un attimo, grazie all&rsquo;ottima leva offerta dal manubrio e ad una ciclistica reattiva e mai nervosa. Le sospensioni lavorano bene: anche esagerando, il feeling con l&rsquo;avantreno non viene mai meno e disegnare traiettorie fluide e precise, sui lunghi curvoni in appoggio, diventa un gioco da ragazzi. Il motore &egrave; decisamente reattivo al comando del gas, riprende bene sin dai bassi regimi e spinge forte dai 4.000 in s&ugrave;. Peccato solo per un po&rsquo; di effetto on-off nell&rsquo;apri e chiudi, avvertibile in particolare a bassa velocit&agrave;. Buona, in compenso, la frenata: la leva va strizzata forte ma la modulabilit&agrave; &egrave; eccellente. Il cambio, infine, risulta morbido e preciso, proprio come la frizione. Le vibrazioni sono praticamente nulle, e pi&ugrave; che buona &egrave; la protezione offerta dal cupolino.    In conclusione, tra le crossover medie dall&rsquo;indole sprint, questa Yamaha spicca per qualit&agrave; costruttiva, versatilit&agrave; e capacit&agrave; di andare incontro ad un vasto pubblico di potenziali acquirenti. Perch&eacute; &egrave; facile da guidare e adatta a tutti, ma anche in grado di soddisfare le aspettative di motociclisti pi&ugrave; esperti. Attenzione, poi, a non sottovalutarne il potenziale d&rsquo;uso: non farla viaggiare, sarebbe un vero peccato. QUI il test completo con i voti del #SottoEsame!  &nbsp;  &nbsp;  Ducati Streetfighter V4    Rossa, con quel muso incarognito e quel motore Desmosedici Stradale grande protagonista. Un manubrio alto ed un codino filante che punta il cielo. E quelle alette, poi... Un vero concentrato di grinta la nuova naked uscita dalle capaci menti degli uomini di Borgo Panigale.&nbsp;Quando Ducati rilasci&ograve; la scheda tecnica della Streetfighter V4S, come tanti altri lo pensammo: 208 CV per meno di 200 kg (con il pieno), alette aerodinamiche MotoGP style, per una moto che dovrebbe accompagnarci (anche) sul lungolago la domenica pomeriggio.    Difficile chiedere di pi&ugrave;. Con questa moto, Ducati conquista il ruolo di protagonista nel segmento delle maxi naked&nbsp;grazie all&rsquo;equilibrio tra prestazioni e facilit&agrave; di guida. &Egrave; la migliore? Difficile dirlo. Ma comunque...brava Ducati.  Qui il Test completo con i voti del #Sottoesame  &nbsp;  &nbsp;  Kawasaki Z H2    Il settore delle maxi naked &egrave; sempre pi&ugrave; affollato. Ciascun azienda lo interpreta a modo suo: c&rsquo;&egrave; chi prende la superbike e la sveste delle carene (vedi Aprilia Tuono), chi progetta una moto espressamente stradale ma che non disdegna i cordoli (KTM 1290 Super Duke R o Ducati Streetfighter V4) e infine c&rsquo;&egrave; Kawasaki, che con la Z H2 ha seguito una strada solitaria: quella della sovralimentazione.Il motore a 4 cilindri &egrave; sovralimentato da un compressore centrifugo ed &egrave; comandato da un acceleratore Ride-by-Wire. Eroga 200 CV. La frizione &egrave; assistita e antisaltellamento, mentre il peso non &egrave; certamente il suo punto forte: 239 kg in ordine di marcia.  Nonostante rientri nella categoria maxi naked, la Z H2 &egrave; una moto unica nel suo genere. Ha un motore esagerato ma gestibile e una guida tonda e intuitiva. Non &egrave; una sportiva spogliata delle carene, tutt&rsquo;altro, ma per molte (moltissime) persone questo &egrave; un punto a favore, non un difetto.    QUI il test completo con i voti del #SottoEsame!  &nbsp;  &nbsp;  MV Agusta Brutale 1000 RR    L&rsquo;azienda italiana ha investito un sacco di tempo e risorse per sviluppare questo capolavoro su due ruote. Potremmo quasi dire di esserci abituati alle forme della Brutale, che in fondo si &egrave; sempre evoluta e mai rivoluzionata, eppure ogni volta che esce un nuovo modello non riusciamo a dire nient&rsquo;altro se non: &ldquo;Che capolavoro!&rdquo;. E quest&rsquo;ultima RR &egrave; realmente fuori da ogni logica. L&rsquo;orgia di spigoli vivi s&rsquo;innesta nella rastrematissima carenatura senza soluzione di continuit&agrave;. La sua guida? Su strade lisce e scorrevoli, ci ha stupito. Era da molto tempo che non si sentiva un avantreno cos&igrave; solido, una ciclistica cos&igrave; piatta e un motore cos&igrave; potente agli alti regimi. Roba per pochi. Per contro, le mancano un po&rsquo; di buone maniere quando si va a spasso: le sospensioni tendono a saltare sulle buche e il motore, sotto gli 8.000 giri, non ha una grande schiena.&nbsp;Qui il test completo con i voti del #Sottoesame    &nbsp;  &nbsp;  Ducati Multistrada V4  La nuova Ducati Multistrada V4 ha fatto pi&ugrave; discutere di un derby truccato. Gli argomenti oggetto della polemica si sprecano: &egrave; la prima Ducati senza distribuzione desmodromica, non ha il telaio traliccio e non ha pi&ugrave; nemmeno il monobraccio&hellip;tuttavia dobbiamo ammetterlo: &egrave; una bellissima moto. Nonostante anche noi fossimo scettici di fronte a scelte progettuali tanto radicali, specialmente per un&rsquo;azienda cos&igrave; profondamente radicata ai dogmi della meccanica, dopo la prima rotonda non avevamo dubbi. La nuova Multistrada V4 &egrave; una moto migliore della precedente Multi, sotto ogni punto di vista. &Egrave; sportiva, confortevole, raffinata e tecnologicamente avanzata. Una tecnologia che per&ograve; non &egrave; una complicazione per il pilota, anzi: semplifica la vita. E per questo, la nuova Multistrada V4 &egrave; un deciso salto in avanti.&nbsp;  Qui il test completo con i voti del #Sottoesame    &nbsp;  Triumph Trident 660    Il ring &egrave; di quelli affollati, e conta concorrenti agguerrite del calibro di Kawasaki Z650, Yamaha MT-07 e Honda CB650R. Ma la nuova roadster di Hinckley si getta nella mischia convinta del fatto suo: motore tre cilindri, look efficace e dotazione completa (che comprende anche 2 riding mode, traction control e acceleratore ride-by-wire), tutto a meno di 8.000 euro, sono un segnale forte e chiaro alla concorrenza. E poi c&rsquo;&egrave; quel fattore &ldquo;fun&rdquo;, che ti cattura subito non appena l&rsquo;accendi. Una caratteristica che fa la differenza e promette gioie, tanto a chi cavalca la sua prima &ldquo;moto seria&rdquo;, quanto al motociclista pi&ugrave; smaliziato.  Sul fronte del design, la Trident 660 vanta una grammatica stilistico-progettuale completamente inedita, incentrata su elementi chiave come la meccanica in bella vista, il layout compatto e il codino smilzo. Quest&rsquo;ultimo, in particolare, riesce a donare dinamicit&agrave;, esaltando, allo stesso tempo, la sensazione muscolare dell&rsquo;insieme motore/serbatoio. E poi c&rsquo;&egrave; la scelta (azzeccata) del faro tondo, elemento caratterizzante, che parla un linguaggio motociclistico universale, perfetto per mantenere il link con la tradizione.    Una volta in sella, ci si ritrova perfettamente inseriti nel corpo moto, col manubrio alla giusta distanza e ginocchia non troppo piegate. Complessivamente, un bel mix tra comfort e sportivit&agrave;. Gli ingombri ridotti e l&rsquo;elevata agilit&agrave; rendono la Trident a suo agio in ambiente urbano e facile da gestire in manovra. Ma &egrave; su strade aperte che questa moto si esalta davvero. In tre parole: divertentissima, facile, sana! La ciclistica &egrave; semplice, ma fa bene il suo lavoro, senza prestare il fianco a critiche: anche sotto stress - e la voglia di stressarla, questa Trident, &egrave; immediata non appena arrivano le curve - sospensioni e freni mostrano una resa coerente, priva di reazioni indesiderate. Persino esagerando molto la staccata, la forcella non arriva mai a implorare piet&agrave;. Certo, il &ldquo;sostegno&rdquo; offerto non &egrave; da componentistica racing, ma la 660 non nasce per questo: il meglio lo si ottiene facendola scorrere in curva, senza cercare spigoli inutili. La capacit&agrave; di arresto, nonostante le pinze di tipo assiale presentino meno &ldquo;mordente percepito&rdquo; rispetto alle radiali, &egrave; buona e progressiva. Ma la vera componente, capace di regalare un sapore speziato e piccante a questa naked, &egrave; il suo cuore d&rsquo;oro a tre cilindri.  La nuova Triumph Trident 660 arriver&agrave; nelle concessionarie a fine gennaio 2021 con prezzi a partire da 7.995 euro. Davvero niente male! QUI il test completo con i voti del #SottoEsame!  &nbsp;  &nbsp;  Honda X-ADV my2021    Avendo nel box lo spazio per una sola moto e dovendola utilizzare anche per il commuting casa-lavoro di tutti i giorni, che cos scegliereste? Come ottima soluzione capace di lasciare pure spazio a fantasie avventurose, a nostro avviso c&rsquo;&egrave; la X-ADV. Figlia di un progetto del centro Honda R&amp;D italiano, &egrave; una moto unica nel suo genere, risultato di un sapiente cocktail tra moto, scooter e fuoristrada. Capace di portarti ovunque e degnamente su ogni tracciato e terreno, ora diventa ancora pi&ugrave; sfruttabile grazie all&rsquo;elettronica molto avanzata e ad alcuni affinamenti meccanici, tra cui le prime tre marce accorciate e il limitatore salito di 600 giri per essere pi&ugrave; brillante ad ogni accelerazione.  Derivata dalla piattaforma della Integra, meccanicamente &egrave; stata pensata per essere poco inquinante e con bassissimi consumi, anche se il suo aspetto molto dinamico e parecchio simile a quello di una moto rally farebbe pensare a tutto il contrario.  Aspetto snello e con codone e silenziatore che puntano decisi verso l&rsquo;alto, per riconoscerla dalla precedente versione bisogna osservarla frontalmente, dove il disegno del nuovo doppio faro e i led del nuovo sistema DRL la distinguono nettamente. Anche la sella ha nuova forma per offrire miglior appoggio dei piedi a terra, pur continuando a non dare vita facile a chi &egrave; sotto ai 175 cm di statura.    Il cambio automatico DCT a doppia frizione rende tutto pi&ugrave; facile, dalla guida in mezzo al traffico e quella tra le curve, dove di deve pensare solo a gestire la, peraltro, facile e reattiva ciclistica. Anche un lungo viaggio si affronta bene, grazie alla buona protezione aerodinamica, che lascia scoperte solo parte dele gambe, e alla facilit&agrave; con cui si possono tenere andature elevate, il tutto con consumi decisamente contenuti  QUI il test completo con i voti del #SottoEsame!  &nbsp;  Triumph Tiger 900 Rally Pro    La gi&agrave; succulenta ricetta del tre cilindri inglese rivoluziona i propri componenti per presentare un nuovo piatto ancora pi&ugrave; ricco. Le Tiger 900 sono totalmente nuove e il loro tre cilindri di 888 cm3 ora assomiglia quasi pi&ugrave; ad un bicilindrico con un&rsquo;erogazione incredibilmente pulita, merito della nuova fasatura a 90&deg; dell&rsquo;albero motore e della sequenza degli scoppi. Anche il look cambia radicalmente e il doppio faro frontale si assottiglia notevolmente richiamando lo stile gi&agrave; visto sulla Street Triple, mentre il radiatore diviso in due parti come sulle fuoristrada specialistiche e telaietto pi&ugrave; pedane posteriori imbullonati per essere facilmente smontabili, evidenziano una maggior attenzione all&rsquo;utilizzo misto strada-fuoristrada. La versione Rally Pro pare gi&agrave; pronta ad affrontare qualunque avventura, monta tubi paramotore e piastra paracoppa, oltre al reparto sospensioni Showa, con forcella e ammortizzatore ad escursione maggiorata e ultra-regolabili. Anche la voce elettronica assicura tutto il necessario per viaggiare comodi e scuri: ABS e controllo trazione utilizzano la piattaforma inerziale e hanno mappa off-road, poi ci sono cruise control, selezione della risposta al gas, quick shifter bidirezionale, manopole e sella riscaldate, controllo pressione pneumatici.    Snella, ma soprattutto con una sella non alta da terra come ci si aspetterebbe su una cross-over, offre una postura da una fuoristrada con busto eretto, ma col pilota ben inserito nella moto. Ci&ograve; che stupisce da subito &egrave; il carattere del propulsore, brillante e pronto nella risposta al gas, ma pure un grado di passeggiare al minimo girando regolare e pulito, un notevole mix tra prestazione e trattabilit&agrave; difficilmente riscontrabile su altre moto.&nbsp;  I cavalli sono &ldquo;solo&rdquo; 95, ma la spinta ad ogni apertura del gas &egrave; di quelle che non ti fanno mai annoiare. Se i nostri orizzonti di viaggio non vedono confini, allora questa moto &egrave; in grado di darci soddisfazioni, facile e intuitiva su asfalto, capace di divertire tra le curve o di viaggiare rapida e stabile in autostrada, ma anche ben bilanciata nel fuoristrada, dove &egrave; capace di andare un po&rsquo; oltre alle semplici strada sterrate.  Qui il Test completo con i voti del #Sottoesame  &nbsp;  Aprilia RS660    Si &egrave; fatta attendere a lungo, la sportiva di Noale, ma una volta arrivata ha ripagato appieno le aspettative. Aprilia ha riaperto una strada ormai abbandonata da molti, quella delle sportive stradali di media cilindrata. Attenzione a non confonderla con una carenata da pista: le forme sono quelle, su questo non ci piove, ma &egrave; da intendersi come una moto per le gite domenicali e, alla bisogna, per qualche bella sgambata tra i cordoli. I polsi non sono affaticati, il motore ha tanta coppia ai bassi e medi regimi (ma volendo allunga con forza). &Egrave; una moto che riporta all&rsquo;essenza della guida. &Egrave; leggerissima tra le gambe, scorre a centro curva come un coltello caldo nel burro, frena forte e con coerenza rispetto ai comandi impartiti dal pilota. &Egrave; equipaggiata con un pacchetto elettronico evoluto, ma &egrave; talmente equilibrata e leggera che raramente &egrave; richiesto il suo intervento. Una moto concentrata sull&rsquo;esperienza di guida e che tra l&rsquo;altro sar&agrave; la base meccanica della prossima&nbsp;Tuono 660. Non vediamo l&rsquo;ora&hellip;  Qui il test completo con i voti del #Sottoesame    TOP 8: le moto sportive pi&ugrave; interessanti del 2021 

In un anno ne abbiamo provate tante, tantissime. Ed alla fine abbiamo messo insieme le prove che ci hanno dato pi&ugrave; gusto nel 2020. Scopriamole insieme

TOP 10: le pi&ugrave; belle prove di In Moto nel 2020

Sembra impossibile da credere, eppure fino a qualche anno fa le sportive erano le moto pi&ugrave; desiderate. Era cos&igrave;. La maggior parte dei motociclisti faceva tutta la trafila: prima il 125 (sportiva), poi la 600 (sportiva), 750 (sportiva) e per i pi&ugrave; temerari c&rsquo;era il 1000 (sportiva). Oggi (ahinoi) le supersportive sono la scelta di pochi, irruducibili impallinati, specialmente le 600 cc. Ma forse, qualcosa sta cambiando&hellip; Ecco le nostre riflessioni sulle sportive pi&ugrave; interessanti del 2021.&nbsp;  Gira pagina per scoprire quali sono:&nbsp;  &nbsp;  Aprilia RS660    Si &egrave; fatta attendere a lungo, come la pi&ugrave; bella del reame, ma una volta arrivata ha ripagato appieno le aspettative. Aprilia ha riaperto una strada ormai abbandonata da molti, quella delle sportive stradali di media cilindrata. Attenzione a non confonderla con una carenata da pista: le forme e la posizione di guida sono quelle, su questo non ci piove, ma &egrave; da intendersi come una moto per le gite domenicali e, alla bisogna, per qualche bella sgambata tra i cordoli. I polsi non sono affaticati, il motore ha tanta coppia ai bassi e medi regimi (ma volendo allunga con forza). &Egrave; una moto che riporta all&rsquo;essenza della guida.    &Egrave; leggerissima tra le gambe, scorre a centro curva come un coltello caldo nel burro, frena forte e con coerenza rispetto ai comandi impartiti dal pilota. &Egrave; equipaggiata con un pacchetto elettronico evoluto, ma &egrave; talmente equilibrata e leggera che raramente &egrave; richiesto il suo intervento. Una moto concentrata sull&rsquo;esperienza di guida. E per questo, la adoriamo. I prezzi sono ragionevoli: 11.050 euro.&nbsp;  &nbsp;  Aprilia RSV4 1100 Factory    Vociferata, chiacchierata e immaginata, la nuova Aprilia RSV4 sembra proprio essere in rampa di lancio. Linee sinuose, che arrivano direttamente dalla RS 660 e che (pare) integreranno le appendici aerodinamiche (le cosiddette alette) in maniera meno invasiva che in passato. Confermato anche il telaio doppia trave in alluminio, mentre il forcellone sembra avere la capriata di rinforzo inferiore, soluzione mutuata dalle corse. Il motore? Nulla di ufficiale, ma immaginiamo il solito V4 di 65&deg; rivisto praticamente ovunque per rientrare nei limiti della stringente normativa Euro 5. Altro non &egrave; dato sapere, ma si tratta di attendere ancora per poco: lo &ldquo;scatolotto&rdquo; appoggiato sul codino significa che si tratta dei collaudi finali, quelli per l&rsquo;ultima rifinitura su mappature, consumi, emissioni&hellip;    &nbsp;  &nbsp;  BMW M1000RR    BMW ha alzato l&#39;asticella delle prestazioni per quel che riguarda la sua sportiva&nbsp;a 4 cilindri,&nbsp; debuttando con un&rsquo;ancora pi&ugrave; performante serie M. Come nel mondo auto il concetto&nbsp;&quot;M Performance&quot;&nbsp;sottolinea una vocazione racing particolarmente marcata. Un&rsquo;operazione che a noi piace parecchio, anche perch&eacute; l&rsquo;S1000RR di serie, tra le SBK replica, &egrave; probabilmente la pi&ugrave; &ldquo;stradale&rdquo;. La&nbsp;potenza del motore sale fino a 212 CV a 14.500 giri, mentre il peso (a secco) scende ad appena 192 kg. A sottolinearne la vocazione da racer pura c&rsquo;&egrave; anche un inedito pacchetto aerodinamico, esaltato dalle alette e dal cupolino rialzato. Non vediamo l&rsquo;ora di metterla alla frusta&hellip;Il prezzo ovviamente &egrave; per pochi: 33.800 euro.&nbsp;    &nbsp;  Ducati Panigale V4 SP    Una delle novit&agrave; pi&ugrave; eccitanti per il 2021 &egrave; questa diabolica Ducati Panigale V4 SP. L&rsquo;azienda di Borgo Panigale torna dopo molti anni con questa sigla (Sport Production) sulla carena di una supersportiva. Rispetto alla standard si differenzia innanzitutto per la livrea dedicata chiamata &ldquo;Winter Test&rdquo; (ispirata ai test pre-stagionali di MotoGP e SBK) e per la testa di sterzo ricavata dal pieno. Ma non &egrave; solo apparenza: la SP si distingue anche per componenti derivati dalla Superleggera, come i cerchi a 5 razze sdoppiate in carbonio (-1 kg circa), le pinze freno anteriori Brembo Stylema R e la pompa Brembo MCS e dispositivo di &ldquo;remote adjusting&rdquo;. Non &egrave; tutto: sulla SP ci sono anche la frizione a secco STM, la catena con passo 520, pedane regolabili, parafango in carbonio, tappi per la rimozione del portatarga e degli specchi e infine il kit di telemetria Ducati Data Analyser+ (DDA+) con modulo GPS. Occhio al prezzo per&ograve;: la SP parte da 37.000 euro.&nbsp;    &nbsp;  Ducati SuperSport 950    L&rsquo;unica altra sportiva stradale di questo gruppetto, assieme all&rsquo;Aprilia RS660, &egrave; la Ducati Supersport 950, rinnovata da cima a fondo per il 2021. In questo caso per&ograve; siamo di fronte a una moto ancora pi&ugrave; votata alla guida su strada: Ducati stessa prevede, per esempio, l&rsquo;utilizzo delle borse laterali. Le modifiche hanno riguardato prima di tutto l&rsquo;estetica, ora pi&ugrave; filante e moderna. Il motore &egrave; bicilindrico&nbsp;Testastretta di 937 cc capace di 110 CV a 9.000 giri e di 93 Nm ed &egrave; assistito da un&rsquo;elettronica molto completa, che comprende anche una&nbsp;piattaforma inerziale a 6 assi Bosch. Per gli incontentabili c&rsquo;&egrave; la versione S, equipaggiata per gradire con sospensioni &Ouml;hlins completamente regolabili e coprisella passeggero. Si parte da 13.890 per la standard, 15.790 euro la S.&nbsp;    &nbsp;  Kawasaki Ninja ZX-10R    Come non inserire la nuova Kawasaki Ninja ZX-10R? Di abdicare, ad Akashi, non sembrano averne intenzione: dopo aver vinto gli ultimi sei Campionati del Mondo SBK,&nbsp;in Kawasaki vogliono confermarsi la Casa da battere. Per farlo i tecnici giapponesi si sono rimboccati le maniche e hanno affinato fin nei minimi dettagli la&nbsp;Kawasaki ZX-10R 2021&nbsp;e la sua&nbsp;versione Race Ready, la 10RR. La parola al centro del progetto 2021 &egrave; stata &ldquo;deportanza&quot; e si vede con chiarezza dalla nuova carenatura. Gli aggiornamenti del telaio invece includono un punto di&nbsp;ancoraggio del forcellone&nbsp;pi&ugrave; basso di di 1 mm&nbsp;(regolabile sulla RR), un offset della forcella maggiore di 2 mm e un aumento di 8 mm della lunghezza effettiva del forcellone, tutti fattori che contribuiscono a una maggiore stabilit&agrave; e maggiore trazione in uscita di curva.&nbsp;Il compito di frenare le prestazioni, in pista e su strada, &egrave; gestito da un pacchetto Brembo che comprende: pinze monoblocco M50, dischi di 330 mm e pompa radiale (con tubi in treccia su RR).&nbsp;Completano il pacchetto cerchi Marchesini per la RR e pneumatici Pirelli Diablo Supercorsa SP.    &nbsp;  &nbsp;  Triumph Dayton 765 R    Pi&ugrave; che una realt&agrave; attualmente &egrave; un sogno. Un sogno bellissimo, per quanto ci riguarda. Non &egrave; comunque da escludere che, un giorno non cos&igrave; lontano, Triumph possa decidere di produrre una Daytona 765 R, derivata strettamente dalla recente Moto2 Limited Edition. Perch&eacute;? Perch&eacute; unisce un motore fantastico, ricco di coppia ma comunque capace di allungare, a una ciclistica super affilata e precisa. La Moto2 Limited Edition abbiamo anche avuto la fortuna di provarla a Misano (qui la prova). Vedremo mai una versione pi&ugrave; stradale e non in serie limitata? Chi vivr&agrave;, vedr&agrave;&hellip;    &nbsp;  &nbsp;  Yamaha R6 Race    Presentata per la prima volta nel 1999, la Yamaha R6 &egrave; riuscita a ritagliarsi un posto nell&rsquo;olimpo delle sportive. Dal 2021 per&ograve; tutto cambier&agrave;: la nuova R6 sar&agrave; disponibile esclusivamente in&nbsp;versione da pista, quindi non omologata. Motivo? Non &egrave; dichiarato, ma non &egrave; difficile da immaginare: l&rsquo;Euro5 avrebbe tolto troppa energia e potenza al 4 cilindri, da sempre affamato di alti regimi di rotazione. Immaginatelo strozzato da un gigantesco catalizzatore&hellip;In effetti, questa potrebbe essere l&rsquo;evoluzione naturale per un modello che spesso finisce spogliato di tutto il superfluo, gommato slick e caricato su un carrello.    Yamaha ne ha confermato tutte le&nbsp;caratteristiche tecniche, a partire dal 4 cilindri di 599 cc di 118 CV. Il telaio &egrave; ovviamente il Deltabox in alluminio e le sospensioni KYB completamente regolabili. Costa 12.799 euro ma per chi non si accontenta, sappiate che &egrave; disponibile un kit di parti speciali GYTR (Genuine Yamaha Technology Racing) sviluppato per alzare ulteriormente l&rsquo;asticella delle prestazioni. Comprende elettronica, scarico, airbox, tubi freno in treccia, plexi maggiorato e altro.&nbsp;  Le naked pi&ugrave; interessanti da tenere sott&#39;occhio nel 2021 

Coronavirus o no, il 2021 sar&agrave; un anno ricco di novit&agrave; e di moto aggiornate, anche (e soprattutto) per via dell&#39;Euro 5. Tante le &quot;carenate&quot; da tenere sott&#39;occhio, ma solo alcune meritano di entrare in questa classifica

TOP 8: le moto sportive pi&ugrave; interessanti del 2021

Nonostante tutto, ancora oggi le naked sono tra le moto pi&ugrave; vendute in Italia, appena sotto alle maxi enduro. Perch&eacute;? Sono affilate come rasoi, sufficientemente confortevoli per farci un po&rsquo; di tutto (commuting urbano compreso) e hanno un design minimalista. Che cattura sguardi. Alcune derivano strettamente da sportive carenate, altre invece sono progettate partendo da un foglio bianco. Ecco quali sono, secondo noi, le pi&ugrave; interessanti in vista del 2021. Ve le proponiamo in ordine alfabetico.&nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  Aprilia Tuono 660    Tra le novit&agrave; pi&ugrave; attese per il 2021 c&rsquo;&egrave; sicuramente l&rsquo;Aprilia Tuono 660. &Egrave; stata presentata come concept a EICMA dell&rsquo;anno scorso e stando alle dichiarazioni (e indiscrezioni) il lancio della versione ufficiale dovrebbe essere imminente. Sfruttando la base meccanica della neonata RS, Aprilia ha realizzato una naked di media cilindrata capace di emozionare gi&agrave; da ferma. Sotto l&rsquo;essenziale carenatura &egrave; pressoch&eacute; identica: l&rsquo;attore protagonista &egrave; il bicilindrico parallelo frontemarcia che, in questo caso, eroga 95 CV. L&rsquo;elettronica &egrave; paragonabile a quella di una superbike. Ci sono il ride-by-wire e la piattaforma inerziale a 6 assi, attraverso i quali i tecnici hanno messo a punto il controllo di trazione (ATC), l&rsquo;anti-impennata (AWC), il cruise control (ACC), il quickshift (AQS), il freno motore regolabile (AEB), l&rsquo;ABS cornering e diverse mappature. Anche in questo caso non manca la doppia carenatura con funzione di appendice aerodinamica.  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  Ducati Monster    Dopo lo &ldquo;scandalo&rdquo; della Multistrada senza desmo, Ducati ha alzato il tiro con la nuova Monster che non avr&agrave; pi&ugrave; il telaio a traliccio. Una vera rivoluzione, per la moto che probabilmente &egrave; il simbolo stesso dell&rsquo;azienda, ma siamo convinti che anche questa nuova Monster (che a breve sostituir&agrave; la 821) sapr&agrave; stregare tantissimi motociclisti. Ne siamo certi. Sotto al suo muscoloso serbatoio batte il bicilindrico Testastretta 11&deg; di 937 cc raffreddato a liquido e omologato Euro 5. &Egrave; capace di 111 CV a 9.250 giri e 95 Nm a 6.500 giri ed &egrave; accoppiato a un cambio quickshifter di serie. Ha un leggero telaio in alluminio del tipo Front Frame (come la Panigale) ed &egrave; equipaggiata con un pacchetto elettronico molto completo: la dotazione di serie infatti comprende ABS Cornering, Traction Control e Wheelie Control. Tutto (compresa potenza ed erogazione) si regola attraverso gli ormai classici Riding Mode, visualizzabili sulla strumentazione di 4,3 pollici. Prezzi a partire da 11.290 euro.&nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  Honda CB650R    Sottovalutata da tanti ma apprezzata da molti (i numeri di vendita parlano chiaro), la CB650R unisce l&rsquo;efficacia di una classica naked di media cilindrata allo stile caf&egrave; racer. &Egrave; stata recentemente rinnovata e siamo convinti che anche l&rsquo;anno prossimo sar&agrave; una concorrente &ldquo;spinosa&rdquo; per le altre naked. Gli interventi sul motore e l&#39;elettronica hanno permesso di&nbsp;omologarla secondo gli standard Euro 5 ma non &egrave; l&rsquo;unica novit&agrave;. &Egrave; una moto muscolosa (202,5 kg il peso con il pieno), con&nbsp;forcella upside-down firmata&nbsp;Showa.&nbsp;L&#39;impianto frenante si avvale di dischi flottanti di 310 mm con pinze radiali a 4 pistoncini e i cerchi ultraleggeri in alluminio pressofuso sono a 5 razze sdoppiate. Tocco di personalit&agrave; aggiuntivo le&nbsp;luci Full-LED&nbsp;e il caratteristico gruppo ottico circolare, mentre in dotazione ecco un quadro strumenti LCD a retroilluminazione negativa che include la spia di cambiata e l&#39;indicatore della marcia inserita. La CB ha un propulsore&nbsp;4 cilindri raffreddato a liquido da 95 CV&nbsp;a 12.000 giri con&nbsp;frizione assistita e antisaltellamento, oltre alla presenza del&nbsp;controllo di trazione HSTC. Costa 8.190 euro.&nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  Kawasaki Z900    Ad Akashi hanno promesso grandi novit&agrave; per il 2021 e c&rsquo;&egrave; da attendersi anche una nuova naked di media cilindrata. La sostituta della Z900? S&igrave;, potrebbe essere. Tuttavia, l&rsquo;attuale Zetona occupa costantemente la parte alta della classifiche di vendita e chiss&agrave; che, con il nuovo modello in arrivo, non si possa trovare qualche offerta da non perdere. L&rsquo;ultima versione risale a dicembre 2019: &egrave; in regola con i limiti della normativa Euro 5, pur avendo mantenuto inalterate le notevoli prestazioni (125 CV). Il 4 cilindri di 948 cc raffreddato a liquido &egrave; affiancato da un&rsquo;elettronica completa: i Riding Mode regolano la mappatura del motore e il controllo di trazione. Tutto &egrave; consultabile dalla strumentazione TFT a colori che pu&ograve; anche collegarsi allo smartphone. All&rsquo;avantreno ci sono due dischi di 300 mm lavorati da pinze assiali a 4 pistoncini mentre il peso si attesta sui 212 kg in ordine di marcia. Per i prezzi, si parte da 9.490 euro.  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  KTM 890 Duke R    A causa del covid, in Italia ne sono arrivate poche finora e sono tutte andate a ruba. Non c&rsquo;&egrave; da stupirsi: la KTM 890 Duke R possiede tutti gli elementi cari agli smanettoni. E siamo convinti che, quando tutto torner&agrave; alla normalit&agrave;, scaler&agrave; facilmente le classifiche di vendita. Sfrutta la base meccanica Duke 790, dalla quale per&ograve; si differenzia in modo piuttosto marcato. Il motore, bicilindrico in linea, cambia di cilindrata aumentando l&rsquo;alesaggio e la corsa (890 cc). Quattro le mappature disponibili, Rain, Street, Sport e Track (optional). Tutto questo si traduce in&nbsp;valori di potenza e coppia da riferimento: 121 CV a 9.250 giri e 99 Nm a 7.750 giri. Con la cilindrata cresce anche la dotazione: ci sono&nbsp;sospensioni WP Apex completamente regolabili e freni che utilizzano dischi pi&ugrave; grandi (320 mm) e&nbsp;pinze Brembo Stylema.&nbsp;A livello elettronico si segnala la piattaforma inerziale a 6 assi&nbsp;che sovrintende al controllo di trazione, all&rsquo;ABS Cornering e all&rsquo;anti-wheeling. Il peso &egrave; di appena 166 kg a secco. Di serie esce monoposto, ma naturalmente viene consegnata con pedane passeggero e doppia sella. I prezzi partono da 11.900 euro.  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  Triumph Trident 660    Prezzo accessibile, potenza ragionevole, look modaiolo: la nuova Trident ha tutti gli elementi che servono a conquistare nuova clienti. Triumph ha fatto una mossa estremamente furba: hanno &ldquo;convertito&rdquo; la Street Triple S, versione depotenziata della rinomata rodaste inglese, in una naked ammiccante, facile per i principianti ma allo stesso tempo divertente per i pi&ugrave; smaliziati. E basta scorrere la lista degli&nbsp;accessori&nbsp;per capire che la&nbsp;versatilit&agrave;&nbsp;&egrave; una delle sue peculiarit&agrave;: si va dal&nbsp;quick-shift up&amp;down&nbsp;alle manopole riscaldate, dalla borsa per il serbatoio al kit di depotenziamento per patente A2. Il cuore della Trident &egrave;&nbsp;il tre cilindri di 660 cc&nbsp;rivisto sotto alcuni dettagli ed eroga&nbsp;81 CV e 64 Nm, con una curva di erogazione che privilegia i&nbsp;regimi bassi e medi. &Egrave; assistito da un&rsquo;elettronica che comprende&nbsp;due mappature&nbsp;(Road e Rain) e&nbsp;controllo di trazione disinseribile. Completamente nuovo, invece, il&nbsp;telaio: una culla in tubi di acciaio con&nbsp;sospensioni&nbsp;Showa. Il prezzo &egrave; da hard-discount: 7.995 euro. Meno di cos&igrave;&hellip;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  Yamaha MT-07    Tra le regine del mercato naked, in costante lotta con sua sorella maggiore (MT-09), c&rsquo;&egrave; la Yamaha MT-07. Una moto gioiosa, leggera, dall&rsquo;entusiasmo contagioso. Impossibile rimanere impassibili di fronte al suo temperamento. Insomma, ci piace parecchio. Per il 2021 &egrave; stata completamente rivista. Tratto distintivo del nuovo look sono i fari a LED dallo stile compatto e minimalista, in cui le luci di posizione e il fanale anteriore creano un&#39;iconica forma a Y. Il bicilindrico in linea di 690 cc&nbsp;&egrave;&nbsp;dotato di un nuovo design del condotto di aspirazione, di nuovi iniettori, di uno scarico 2-in-1 e di una nuova ECU. Queste modifiche mirano ad una risposta pi&ugrave;&nbsp;lineare del motore, con la&nbsp;coppia massima di 67 Nm prodotta a 6.500 giri e una&nbsp;potenza massima di 73,4 CV a 9000 giri. Il manubrio &egrave; pi&ugrave; alto e largo (32 mm), la strumentazione &egrave; diversa e davanti i dischi del freno hanno un diametro maggiore (ora 298 mm). Sar&agrave; disponibile da febbraio 2021 a un prezzo di 6.999 euro anche in versione 35 kW.&nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  Yamaha MT-09    Come non inserire nella lista la Yamaha MT-09? Oltre a essere vendutissima, ci sentiamo di affermare con una certa sicurezza che &egrave; stata la moto ad aver dato una decisa scossa al segmento in un momento di notevole stasi. Ancora ci ricordiamo la presentazione stampa del primo modello, tenutasi in Croazia&hellip;ma andiamo al sodo. Per il 2021 sembra che in Yamaha abbiano lavorato sodo per risolvere i problemi cronici della 09. Partiamo dal motore. Il tre cilindri &egrave; stato rivisto ovunque: pistoni, bielle, alberi a camme e basamento e, nonostante la cilindrata e la potenza siano aumentate (889 cc per 119 CV a 10.000 giri), il peso &egrave; sceso di 700 grammi. Il quickshifter &egrave; offerto di serie, il peso &egrave; di 189 kg. L&rsquo;MT-09 di nuovo corso &egrave; anche la prima naked Yamaha equipaggiata con una IMU a 6 assi, che ha permesso l&rsquo;implementazione del Traction Control di tipo cornering, Slide Control (controllo dell&rsquo;imbardata), wheelie control e infine il Brake Control (ABS Cornering). La strumentazione TFT, l&#39;illuminazione a LED, i leggerissimi cerchi a 10 razze, la forcella regolabile e il freno anteriore con pinza e freno radiale completano il quadro di una moto disponibile in tre colorazioni, a partire da 9.499 euro. Sar&agrave; disponibile anche in versione SP (11.199 euro).&nbsp; 

Tra modelli in arrivo e altri invece a fine carriera, eccovi una bella lista sulle naked pi&ugrave; interessanti per il prossimo anno. Quelle per cui, secondo noi, varrebbe la pena farci pi&ugrave; di un pensierino

Le naked pi&ugrave; interessanti da tenere sott&#39;occhio nel 2021

Non sempre, forse, ci pensiamo abbastanza: ma quanto &egrave; importante la scelta della prima &ldquo;moto vera&rdquo;, per la nostra carriera motociclistica? In fondo, parte della direzione in cui andr&agrave; dipende anche da lei. Tra i segmenti pi&ugrave; opzionati, per chi sceglie la prima cavalcatura di rango, c&#39;&egrave; sicuramente quello delle medie neked, cui va l&rsquo;indubbio merito di aver svezzato intere schiere di riders.    TRIUMPH TRIDENT 660: TANTO DIVERTIMENTO POCO IMPEGNO  Ma sono tanti, anche i motociclisti esperti, che le cercano come soluzione facile, con cui divertirsi senza troppo impegno. Ed &egrave; proprio in questo contenitore cos&igrave; strategico, che Triumph ha calato il suo asso con la nuova Trident. L&rsquo;abbiamo provata sulle emozionanti strade che si arrampicano sul Teide, il maestoso vulcano dell&#39;isola di Tenerife. Scopriamola meglio nella nostra video prova!  TUTTE LE PROVE E LE VIDEO PROVE DI INMOTO.IT  &nbsp; 

Andiamo alla scoperta di questa pepata e fascinosa naked inglese che sforna divertimento e facilit&agrave; di guida in grandi dosi

Prova Triumph Trident 660, divertimento per tutti VIDEO

Nonostante il nome evochi atmosfere heritage, sgombriamo il campo da ogni equivoco: con la Trident, Triumph non ha voluto riproporre alcuna suggestione del passato: linee moderne, minimal, aggressive quanto basta, questo modello rappresenta un capitolo tutto nuovo per la Casa di Hinckley. Il suo acquirente tipo? Innanzitutto, chi è pronto al salto tra le due ruote adulte. Non sempre, forse, ci pensiamo abbastanza, ma la scelta della prima “moto vera” può determinare gran parte della nostra carriera motociclistica. E tra i segmenti più opzionati, al momento dell'esordio tra le cavalcatura di rango, c'è sicuramente quello delle medie naked. Autentiche “Navi scuola”, non disdegnate, però, neanche da quei motociclisti più esperti, alla ricerca di mezzi divertenti ma poco impegnativi. Ed è proprio in questo contenitore così strategico e trasversale, che Triumph cala l’asso con la nuova 660. Scopriamo, in questo video, com'è fatta... e come va.

Video-prova: Triumph Trident 660, divertimento per tutti

Non sempre, forse, ci pensiamo abbastanza: ma quanto &egrave; importante la scelta della prima &ldquo;moto vera&rdquo;, per la nostra carriera motociclistica? In fondo, parte della direzione in cui andr&agrave; dipende anche da lei. Tra i segmenti pi&ugrave; opzionati, per chi sceglie la prima cavalcatura di rango, c&#39;&egrave; sicuramente quello delle medie neked, cui va l&rsquo;indubbio merito di aver svezzato intere schiere di riders. Ma sono tanti, anche i motociclisti esperti, che le cercano come soluzione facile, con cui divertirsi senza troppo impegno. Ed &egrave; proprio in questo contenitore cos&igrave; strategico, che Triumph ha calato il suo asso con la nuova Trident. L&rsquo;abbiamo provata sulle emozionanti strade che si arrampicano sul Teide, il maestoso vulcano dell&#39;isola di Tenerife. Ecco con quali voti ha superato il nostro #SottoEsame.  DESIGN  Nonostante il nome evochi atmosfere heritage, sgombriamo il campo da ogni equivoco: con la Trident, Triumph non ha voluto riproporre alcuna suggestione del passato: linee moderne, minimal, aggressive quanto basta, questo modello rappresenta un capitolo tutto nuovo per la Casa di Hinckley. Una grammatica progettuale e stilistica inedita, incentrata sulla meccanica in bella vista, sul layout compatto, sulle grafiche efficaci e ben congeniate; sul codino smilzo che dona dinamicit&agrave;, esaltando, allo stesso tempo, la sensazione muscolare dell&rsquo;insieme motore/serbatoio. E poi c&rsquo;&egrave; la scelta (azzeccata) del faro tondo. Elemento caratterizzante, capace di parlare un linguaggio universale e senza tempo, perfetto per mantenere il link con la tradizione. Controverso, invece, &egrave; il giudizio sul portatarga &ldquo;a filo ruota&rdquo;: se per certi versi esalta il codino, per altri appesantisce la percezione complessiva del retrotreno.  Le colorazioni disponibili sono quattro: Sapphire Black e Crystal White, entrambe con decalcomanie Diablo Red e Jet Black; mentre, con un sovrapprezzo di 100 euro, ci sono le pi&ugrave; sofisticate Silver Ice &amp; Diablo Red (che abbina, ad una base argento, accenti in rosso a contrasto, con uno scenografico logo Triumph sul serbatoio) e Matt Jet Black &amp; Matt Silver Ice (la variante pi&ugrave; dark e aggressiva, con grande logo Triumph sul serbatoio). Tutte bellissime, ma una livrea un po&rsquo; pi&ugrave; &ldquo;spregiudicata&rdquo; e sbarazzina non avrebbe guastato, su una moto che si rivolge comunque ad un pubblico giovane.&nbsp;&nbsp; VOTO: 8  CONTENUTI TECNICI E DOTAZIONI  Quello delle medie &egrave; in genere un segmento di compromesso, in cui si tende a sacrificare sempre qualcosa in termini di dotazione per proporre un prezzo pi&ugrave; concorrenziale in listino. La nuova Trident fa tutto questo in maniera intelligente. La ciclistica, ad esempio, &egrave; semplice e razionale, ma complessivamente lavora bene, con una resa su strada sempre prevedibile e sincera. Interamente nuovo &egrave; il telaio in tubi di acciaio, mentre le sospensioni, marcate Showa, vedono all&rsquo;anteriore una forcella upside down da 41mm con funzionalit&agrave; separate (escursione di 120mm), e al posteriore un mono regolabile nel precarico (escursione di 133.5mm). L&rsquo;impianto frenante &egrave; invece Nissin e si avvale di pinze a 2 pistoncini, che mordono dischi di 310mm, davanti, e di una pinza singola al posteriore. Il peso della Trident, in ordine di marcia, &egrave; di 189 kg (niente male!), mentre la scelta delle coperture di primo equipaggiamento &egrave; ricaduta sulle Michelin Road 5.  A spingere la moto troviamo un motore 3 cilindri da 660 cc, con una potenza massima di 81 CV a 10.250 giri/min, e il 90% della coppia disponibile lungo la maggior parte del contagiri: il picco &egrave; di 64 Nm a 6.250 giri/min. Il cambio a 6 velocit&agrave; &egrave; dotato di rapporti interni e trasmissione finale appositamente studiati per esaltare la brillantezza del propulsore, in particolare nelle prime tre marce. Fattore, quest&rsquo;ultimo, determinante in un segmento in cui contano pi&ugrave; le sensazioni muscolari ai medio-bassi regimi, che le prestazioni velocistiche in senso assoluto. Nessun problema per i possessori la patente A2, grazie all&rsquo;apposito kit in postmontaggio che prevede un set-up elettronico dedicato: il picco di potenza massima viene ridotto a 47.8 CV a 8.750 giri/min e la coppia si attesta a 51 Nm a 5.250 giri/min. L&rsquo;operazione &egrave; reversibile in Concessionaria, consentendo, quindi, di tornare a potenza piena in seguito.  Dove, per&ograve;, l&rsquo;inglesina rilancia forte &egrave; sul piano dell&rsquo;elettronica. Sono tre, in particolare, le componenti di serie che rendono il piatto particolarmente ricco: i 2 riding mode a disposizione, il controllo di trazione (disattivabile) e il ride-by-wire. Le modalit&agrave; di guida &lsquo;Road&rsquo; e &lsquo;Rain&rsquo; intervengono sulla curva di erogazione e sui parametri di settaggio del controllo di trazione per adeguare la moto alle diverse condizioni di guida. La variazione del carattere del motore e della sua erogazione &egrave; possibile grazie all&rsquo;adozione dell&rsquo;acceleratore di tipo ride-by-wire. Disponibile, ma stavolta in optional, anche un cambio Shift Assist bidirezionale, per cambiate veloci senza bisogno di utilizzare la frizione.  Interessante anche la nuova strumentazione, compattissima ma ricca di funzioni, che pu&ograve; integrare anche il sistema My Triumph Connectivity System (accessorio originale), in grado di offrire navigazione turn-by-turn, e di fungere da interfaccia di comando della GoPro, del proprio smartphone e della musica preferita. Il tutto tramite connessione Bluetooth e comandi al manubrio. Quando si vuole mettere cos&igrave; tanto, in cos&igrave; poco spazio, per&ograve;, &egrave; inevitabile che non si potr&agrave; mai avere tutto sempre sott&rsquo;occhio come si desidererebbe. VOTO: 8,2  ERGONOMIA E COMFORT  Questa Trident &egrave; slim, compatta, ma allo stesso tempo, accogliente per piloti di tutte le taglie. Ci si ritrova perfettamente inseriti nel corpo moto, col manubrio alla giusta distanza e ginocchia non troppo piegate. Complessivamente, un&rsquo;ergonomia molto corretta che propone un bel mix tra comfort e sportivit&agrave;. Scarse le vibrazioni e comoda la sella: al netto dell&rsquo;ovvia assenza di riparo aerodinamico, una moto con cui percorrere chilometri senza patire affaticamenti. In coppia, vista la porzione di seduta riservata al passeggero, meglio programmare gite non troppo lunghe. Dimensioni e ingombri rendono la Trident a suo agio in ambiente urbano e facile da gestire in manovra. VOTO: 8  PIACERE DI GUIDA E FATTORE EMOZIONALE  In tre parole: divertentissima, facile, sana! La ciclistica &egrave; semplice, ma fa bene il suo lavoro, senza prestare il fianco a particolari critiche: anche sotto stress - e la voglia di stressarla, questa Trident, &egrave; immediata non appena la strada si fa tortuosa -&nbsp; sospensioni e freni mostrano una resa coerente, priva di reazioni impreviste o indesiderate. Persino esagerando molto la staccata, la forcella non arriva mai a supplicare piet&agrave;. Certo, il &ldquo;sostegno&rdquo; offerto non &egrave; da componentistica racing, ma questa Trident non nasce per questo scopo. Il meglio lo si ottiene facendola scorrere in curva, senza cercare inutili spigoli e sfruttando l&rsquo;ottimo rigore direzionale anche sul veloce (in generale, il feeling con l&rsquo;avantreno &egrave; sempre convincente). Guidata in questo modo &egrave; una moto divertentissima ed efficace. La capacit&agrave; di arresto, nonostante le pinze di tipo assiale presentino meno &ldquo;mordente percepito&rdquo; rispetto alle radiali, &egrave; buona e progressiva. Ma la vera componente, che regala un sapore piccante a questa naked &egrave; il cuore d&rsquo;oro a tre cilindri. L&rsquo;erogazione &egrave; gi&agrave; frizzante ai bassi regimi, ma poco prima di met&agrave; scala del contagiri, si irrobustisce e si intosta ulteriormente, con un allungo pieno e muscolare fino al limitatore. Solo l&#39;elettronica, in alcune circostanze, &egrave; sembrata un po&#39; conservativa, con un taglio di erogazione percepibile intorno ai 5.000/5.500 giri, al momento di spalancare il gas a moto ancora piegata. Va specificato, per&ograve;, che sul Teide, splendido scenario del test, le temperature incontrate, in alcuni punti, erano davvero basse (prossime ai 4&deg;) a ovvio scapito del grip.&nbsp; VOTO: 8,5  RAPPORTO QUALIT&Agrave;/PREZZO  La nuova Triumph Trident 660, che arriver&agrave; nelle concessionarie a fine gennaio 2021 (con garanzia illimitata di 2 anni e programma di manutenzione con intervalli di 16.000 km) &egrave; proposta ad un prezzo di 7.995 euro. Corretto e pi&ugrave; che adeguato all&rsquo;offerta. VOTO: 8,6  CONCLUSIONI    Il ring &egrave; di quelli affollati che promettono battaglia, con concorrenti agguerrite del calibro di Kawasaki Z650, Yamaha MT-07 e Honda CB650R. Ma la nuova roadster di Hinckley si getta nella mischia convinta del fatto suo: motore tre cilindri, look efficace e dotazione completa (a meno di 8.000 euro), sono un messaggio forte e chiaro all&#39;indirizzo delle avversarie. E poi c&rsquo;&egrave; quel fattore &ldquo;fun&rdquo;, che ti cattura subito non appena l&rsquo;accendi. Una caratteristica che fa la differenza e promette gioie, tanto a chi cavalca la sua prima &ldquo;moto seria&rdquo;, quanto al motociclista pi&ugrave; smaliziato. Brava Triumph! VOTO FINALE: 8,3 

Siamo stati sull&#39;isola di Tenerife, per testare l&rsquo;inglesina che vuole conquistare il segmento delle medie naked. Pregi, difetti, piacere di guida e prezzo. Avr&agrave; meritato la lode?

Prova Triumph Trident 660: i voti del #SottoEsame

Siamo stati sull'isola di Tenerife, per testare l’inglesina che vuole conquistare il segmento delle medie naked

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