        Non si pu&ograve; dire &ldquo;giustizia &egrave; fatta&rdquo;, perch&eacute; non ci sar&agrave; mai una giustizia capace di risarcire il danno: Elisa Ferrero &egrave; morta, e nessuna condanna al suo omicida potr&agrave; restituirla ai suoi affetti. E poi si tratta ancora di una fase preliminare del giudizio, e non c&rsquo;&egrave; stata nessuna sentenza. Per&ograve; l&rsquo;imputazione per colui che ha causato la sua morte &egrave; stata rapidamente trasformata da &ldquo;omicidio stradale&rdquo; in &ldquo;omicidio volontario&rdquo;. La vicenda &egrave; nota, perch&eacute; se ne sono occupati ampiamente i colleghi di cronaca di tutta Italia, bench&eacute; l&rsquo;evento fosse accaduto in Piemonte: in val di Susa dopo un diverbio stradale, il conducente di un van che gi&agrave; non aveva dato la precedenza ad una rotonda ha inseguito una moto &ndash; la KTM650 guidata da Matteo Penna, che aveva in sella la sua fidanzata. Pare che all&rsquo;origine dell&rsquo;alterco ci fosse una mancata precedenza. Poi una &ldquo;bussata&rdquo; di Matteo sul finestrino del furgone, da quanto riporta Corriere.it. Di l&igrave; l&rsquo;autista del For Transit, che sembra fosse in stato di ubriachezza &ndash; si &egrave; lanciato nell&rsquo;inseguimento sulla statale, fino ad investire la moto gettandola contro un guard-rail. La ragazza, Elisa Ferrero, &egrave; morta sul colpo, mentre Matteo Penna &egrave; stato elitrasportato al CTO di Torino in gravissime condizioni. Ora, il reato di omicidio stradale, secondo l'articolo 589 bis del codice penale, prevede pene che vanno da 8 a 12 anni. Ma l&rsquo;investitore rischia molto di pi&ugrave;, perch&eacute; il capo della procura della Repubblica di Torino, Armando Spataro, ha modificato il capo di imputazione, trasformandolo in &ldquo;omicidio volontario&rdquo; dopo aver visto la consulenza tecnica. L&rsquo;inseguimento, infatti, si &egrave; protratto per ben due chilometri, e l&rsquo;efferatezza con la quale l&rsquo;autista del van si &egrave; lanciato contro la moto ha fatto propendere per l&rsquo;imputazione di omicidio volontario, secondo l&rsquo;articolo 575 del codice penale: la pena, in questo caso, prevede da un minimo di 21 anni di reclusione fino all&rsquo;ergastolo. Elisa Ferrero aveva 27 anni, era appassionata di sport, con la passione per la moto, e si era laureata in Medicina. Continuava a studiare per la specializzazione in pediatria e stava facendo il suo tirocinio all'ospedale Regina Margherita. (Fiammetta La Guidara)        

Il caso di Elisa Ferrero, la passeggera uccisa dopo un tamponamento volontario, &egrave; destinato ad aprire una strada importante: l'imputazione per l'investitore &egrave; di omicidio

Quando l’incidente stradale diventa omicidio volontario

Secondo il Global NCAP, ogni giorno pi&ugrave; di 3.000 persone nel mondo perdono la vita in incidenti stradali che, soprattutto nei mercati emergenti, sono spesso causati da veicoli non adeguatamente equipaggiati e, quindi, non in grado di garantire una sufficiente protezione sia dei passeggeri sia dei pedoni.  "Per Bosch, ogni persona che rimane vittima di un incidente automobilistico &egrave; una vittima di troppo. Con le nostre tecnologie, possiamo salvare vite umane in tutto il mondo" ha dichiarato Dirk Hoheisel, membro del Board of Management di Bosch. Il Gruppo tedesco sostiene, pertanto, l'iniziativa "Stop the Crash" dell'associazione Global New Car Assessment Program (Global NCAP). L'obiettivo di questa campagna &egrave; incrementare la popolarit&agrave; dei sistemi di sicurezza come l'ESP, i sistemi di frenata d'emergenza e l'ABS moto, in particolare nei mercati emergenti. L'efficacia di queste tecnologie &egrave; stata dimostrata nei test drive svolti durante l'evento lancio dell'iniziativa a Brasilia, dal 17 al 19 novembre. "Stop the Crash" supporta anche le Nazioni Unite nell'obiettivo di dimezzare, entro il 2020, il numero di vittime di incidenti stradali nel mondo, attualmente pari a 1,25 milioni all'anno.  Da molti anni Bosch lavora per ottenere una guida a zero incidenti e ha gi&agrave; contribuito a questo obiettivo con il sistema elettronico di stabilit&agrave; ESP che dal 1995 ha evitato 190.000 incidenti, salvando pi&ugrave; di 6.000 vite in tutta Europa. "Dopo la cintura di sicurezza, l'ESP &egrave; il sistema di sicurezza pi&ugrave; importante in un veicolo, persino pi&ugrave; importante dell'airbag" ha dichiarato Hoheisel. Se tutti i veicoli fossero dotati di questo sistema, sarebbe possibile evitare fino all'80% di tutti gli incidenti dovuti a sbandamenti. In questi anni Bosch ha prodotto pi&ugrave; di 150 milioni di sistemi ESP.  Solo in Germania, secondo l'attivit&agrave; di ricerca di Bosch sugli incidenti, fino al 72% dei tamponamenti con feriti potrebbero essere evitati se tutti i veicoli fossero equipaggiati di un sistema di frenata d'emergenza automatica. Bosch offre questa tecnologia per tutte le categorie di veicoli. In particolare, il suo sensore radar a medio raggio MRR costituisce la base di una soluzione economica per vetture piccole e compatte.  Sin dalla met&agrave; degli anni '90, Bosch ha sviluppato un sistema antibloccaggio dei freni per la sicurezza dei motociclisti. "L'ABS &egrave; in grado di ridurre di un quarto gli incidenti in moto che provocano vittime" ha dichiarato Hoheisel. Molti Paesi hanno adottato leggi che rendono obbligatorio questo sistema di sicurezza. Come in auto, anche nella moto l'ABS impedisce il bloccaggio delle ruote durante una frenata d'emergenza, permettendo cos&igrave; di intervenire senza paura e con pi&ugrave; forza. Oltre all'ottimizzazione del peso e delle dimensioni, l'obiettivo &egrave; la riduzione dei costi, in modo da rendere la tecnologia ABS disponibile per tutte le categorie di veicoli e tutti i mercati, inclusi anche quelli economici con cilindrata fino a 250 cc, cos&igrave; popolari nei mercati emergenti.  &nbsp;  .

Secondo il Global NCAP, ogni giorno pi&ugrave; di 3.000 persone nel mondo perdono la vita in incidenti stradali spesso causati da veicoli non ben equipaggiati

2 risultati per 'tamponamento'

Quando l’incidente stradale diventa omicidio volontario

Bosch per la sicurezza