Una moto strettamente di serie, un traghetto e un pilota: arrivati sull&rsquo;isola greca di Evia pronti via, si parte per un rally. Si pu&ograve; fare, e se poi tieni aperto magari ti prendi anche delle soddisfazioni  Dopo l&rsquo;esperienza dell&rsquo;Erzberg Rodeo in Austria con la BMW R 1200 GS, era il momento di tornare a provarci con la stessa &ldquo;strategia&rdquo;: moto di serie, si parte da casa, si fa la gara e si torna. Come si sarebbe fatto una volta, in tempi di duri e puri, quando certe competizioni si abbordavano con mezzi poco sofisticati e il concetto di &ldquo;avventura&rdquo; aveva un senso. Cambiano le moto e le competizioni, ma &egrave; sempre la stessa voglia di ritrovare le sensazioni delle origini, quelle che fanno dell&rsquo;appassionato di sfide e di fuoristrada un viaggiatore dell&rsquo;estremo con l&rsquo;eterna voglia di mettersi alla prova per il gusto di dimostrare che ce la fa. Certo l&rsquo;Evia Rally in Grecia non &egrave; dall&rsquo;altra parte del mondo e la BMW G 650 GS Sertao strettamente di serie (unica modifica il montaggio del GPS e dei pneumatici Continental TKC 80) &egrave; un prodotto di normale produzione che non deve riservare sorprese. Invece queste ci sono state in positivo, perch&eacute; la moto ha retto a una prova impegnativa, sotto la guida irruenta ed esasperata di chi comunque a fare da rincalzo non ci sta.  Un Rally da turista Ho deciso di fare un rally, di cinque giorni, come lo potrebbe fare chiunque senza assistenza e partendo da casa con la stessa moto con cui avrei corso. L&rsquo;Evia Rally lo permette perch&eacute; c&rsquo;&egrave; una &ldquo;classe GPS&rdquo; dove non serve altro che la moto e un navigatore satellitare. Non &egrave; necessario avere un porta-roadbook professionale con trip digitale, e si risparmia cos&igrave; un migliaio di Euro per una strumentazione che magari servir&agrave; una volta nella vita. La classe per&ograve; &egrave; aperta a tutti i tipi di moto, come l&rsquo;altra, la &ldquo;road-book&rdquo;, per cui si pu&ograve; partecipare con enduro specialistiche e non ero parito con ambizioni di classifica. Il fatto di aver concluso secondo &egrave; una soddisfazione in pi&ugrave;. Il viaggio da Rimini, dove abito, ad Ancona, per prendere il traghetto per la Grecia, sulla Sertao passa velocissimo. In autostrada a 130 orari la moto &egrave; molto confortevole, vibra il giusto, anzi meno per essere un monocilindrico, e offre un ottimo riparo aerodinamico, quasi inaspettato, come si legge nella prova pubblicata sul n. 5 di In Moto. Un lusso. In pi&ugrave; i consumi sono risibili. Un piacere. In poco pi&ugrave; di un&rsquo;ora sono al porto, pronto per l&rsquo;imbarco, destinazione Patrasso: 21 ore circa di viaggio sulla Superfast. Uno strazio. Da Patrasso a Kymi, isola di Evia sono 360 km: li faccio tutti in autostrada per arrivare in tempo per le verifiche tecniche e sportive. Il briefing serale &egrave; emozionante, 200 piloti in sala, le foto e i video sul maxischermo dell&rsquo;edizione 2011 ti fanno capire che l&rsquo;aria racing &egrave; ovunque. Meletis (l&rsquo;organizzatore greco) inizia a spiegare in inglese come saranno le prove, le penalit&agrave;, le tappe giornaliere, gli obblighi, tutto quello che serve per un rally di moto, per la maggior parte, ma anche quad, 4x4 e un camion (!). L&rsquo;Italia &egrave; molto ben rappresentata con l&rsquo;80% dei piloti, assistiti dalla bionda Vlasta, che fa da tramite e traduttrice. Kimi, per la precisione Paralia Beach, &egrave; la base del rally, per sette giorni trasformata in un concentrato di moto da enduro e 4x4, un piccolissimo paese di mare con sei ristorantini sempre pieni di piloti. Il bello delle gare &egrave; anche l&rsquo;atmosfera tra meccanici e piloti che fanno manutenzione, si sta a tavola tutti insieme e ci si racconta di gare passate. La prima giornata passa un po&rsquo; lenta, si dovrebbe iniziare alle 10, e con tre ore di ritardo partiamo dal palco uno alla volta, poi tutti in fila per asfalto verso la spiaggia a 17 km da Kimi, per la prima prova speciale. Il prologo consiste in due &ldquo;sparate&rdquo; di 4 km di spiaggia con partenza stile cross in batterie da 10-12 piloti. La sabbia non &egrave; come a Rimini o in Tunisia, sono 30 cm di ghiaia smossa che subito mi fa capire che non sar&agrave; semplice galleggiare sui solchi con poco meno di 46 CV alla ruota e quasi 200 kg di moto. Ma la mia mission &egrave; quella di riportare a casa me e la moto in buone condizioni.  Pronti via Sulla spiaggia greca faccio i primi metri fuoristrada con la Sertao. Parto lento, riesco a tirare la seconda e affidandomi alla frizione per guadagnare giri e velocit&agrave; infilo la terza e poi la quarta. Una volta preso velocit&agrave; dopo un chilometro, mi rendo conto che i miei avversari di batteria sono raggiungibili, cos&igrave; avviene e li supero. Alla fine della seconda batteria prendo un masso nascosto dalla sabbia che mi spara in aria, ma per fortuna dopo una ventina di metri in cui perdo il controllo riprendo il manubrio e gas! Segnalo l&rsquo;ostacolo e viene messa della fettuccia. Alla fine vinco entrambe le batterie cui partecipo. In Grecia si cena alle 21. Tra calamari, polipo alla griglia e patatine &egrave; veramente difficile alzarsi da tavola presto, ma il briefing &egrave; alle 21:30 e non si pu&ograve; mancare. Avrei preferito tempi pi&ugrave; lunghi, gli ultimi piloti rientravano anche alle 20! Il secondo giorno di gara inizia con le speciali vere e proprie. L&rsquo;ordine di partenza &egrave; fissato in classi e in ordine di tempo del prologo. Tutte le moto della classe GPS partiranno dietro a sei quad 1000 bicilindrici. Sulla spiaggia volano, questo ha condizionato tutte le tappe e non l&rsquo;ho trovato ben fatto. La prima giornata ha due speciali di 180 km e trasferimenti per un totale di 350 km! Mi chiedo se la Sertao con cerchi e sospensioni di serie regger&agrave;. Parto deciso, le note scorrono, dopo circa 3 km gi&agrave; mi sento la moto addosso, perfetta, si guida bene in piedi e ancor meglio seduti, &egrave; comoda, al contrario di una moto da gara. Ma i chilometri non finiscono mai, mi sono chiesto quando finir&agrave; gi&agrave; dopo 10 km. E poi i quad... Li sogno ancora la notte! Sei quad in fila da passare, su stradine larghe come loro, con il precipizio su un lato, da percorrere a 80-100 orari. Non lo auguro a nessuno. Una volta raggiunti, impiego 30 km per passarli: in salita sulle pietre sono imprendibili, alzano un nuvolone enorme di polvere. Dove riesco a guadagnare &egrave; la discesa, ma lo spazio e il poco grip sui ciottoli non rendono il sorpasso facile. Alla fine riesco e con due di loro alle costole faccio gli ultimi 25 km. Ancora sento nelle orecchie il rantolo del bicilindrico attaccato alla mia ruota posteriore&hellip; mi sembrava di essere Luke Skywalker in Star Wars. Alla fine della prima giornata, con i trasferimenti e le speciali identiche per tutti, road-book o GPS che sia, sono secondo di classe e terzo assoluto. Finalmente il giorno seguente parto davanti ai quad, perch&eacute; l&rsquo;ordine &egrave; in base all&rsquo;arrivo del giorno precedente. Parto deciso a non strafare, l&rsquo;importante &egrave; finire, e in un rally cos&igrave; lungo tutto pu&ograve; succedere. A met&agrave; del trasferimento incontro la motomedica italiana, ferma, che ha forato all&rsquo;anteriore. Lo aiuto a cambiare la camera d&rsquo;aria, e dopo avergli dato le mie bombolette riparto con 33 minuti di ritardo. Il ritardo non sarebbe nulla, perch&eacute; poi alla fine al controllo orario arrivo a 6 minuti dal mio tempo di passaggio, il problema &egrave; che i quad sono un&rsquo;altra volta davanti! Faccio la speciale nervosissimo, tra imprecisioni di rotta e waypoint sbagliati, l&rsquo;unica giornata con la traccia piena di errori, ma alla fine riesco a superare i quad pur con discussioni non proprio amichevoli. La seconda speciale del terzo giorno ha segnato la mia gara. Parto deciso, dopo 3 dei 70 km da percorrere foro! Un chiodo, probabilmente l&rsquo;unico in tutta l&rsquo;isola! Dato che non avevo pi&ugrave; le bombolette, non ho potuto riparare la gomma, e copro 22 km di fuoristrada per trovare un compressore e cambiarmi la camera d&rsquo;aria. Rientro a fine tappa con 4 ore di ritardo sul primo e scendo da secondo a undicesimo di classe. Chi si chiede perch&eacute; non avessi le mousse &egrave; perch&eacute; fare 500 km di asfalto per il viaggio e cambiare le gomme con le camere senza assistenza &egrave; stato molto pi&ugrave; semplice che non le mousse. Ma su un terreno sassoso come questo avere 2,5 bar di pressione per non tagliare le camere d&rsquo;aria &egrave; stata una grande difficolt&agrave; in pi&ugrave;. Con pneumatici da enduro e mousse i chilometri sarebbero scivolati via meglio. Siamo alla penultima giornata, due speciali di 75 e 127 km. Indeciso se partire calmo e finire il rally o tentare il tutto per tutto, scelgo la seconda opzione! Parto deciso, gomma nuova e via. Ho dato tutta la Sertao che avevo, tappa velocissima, strade mozzafiato, strapiombi sul mare con spiagge bianchissime. Leggo punte di 130 km orari, sbaglio solo una nota e in due ore arrivo alle fine. Alla sera legger&ograve; un primo di classe e secondo assoluto a 15&rdquo; dal primo. Un primo assoluto con la Sertao di serie mi sarebbe piaciuto ancora di pi&ugrave;. Giusto per non perdere l&rsquo;abitudine ho ripassato tutti i quad perch&eacute; con la foratura di ieri erano un&rsquo;altra volta tutti davanti. Ultimo giorno, quarto in classifica, decido di provare a riprendermi almeno la seconda posizione. Tiro ancora a testa bassa, 75 km di speciale ormai sembra persino corta. Passo diversi concorrenti della classe road-book finch&eacute;... quad, no! Mi trovo davanti i tre quad che mi sono partiti dietro! Ma da dove sono passati? Dato che &egrave; l&rsquo;unico giorno che non siamo spiati, con trasmettitori e tracciatori, vuoi vedere che hanno tagliato? Ok, li ripasso e a fine tappa mi lamento con l&rsquo;organizzatore. A fine giornata sar&ograve; secondo, i quad penalizzati per taglio di percorso (li hanno visti) e io e la Sertao felici sul palco nella piazza del paese, secondi di classe GPS.  Il viaggio di ritorno Lavata la moto, mi godo il panorama dell&rsquo;isola. Percorro i 70 km da Kimi, piccolo paesino a 300 metri sul mare, a Eretria, il coast to coast dell&rsquo;isola passando tra le montagne, un susseguirsi di curve e paesaggi differenti. Si va dai boschi simili ai nostri a paesaggi lunari di roccia nuda e pura, per poi riscendere al mare. Un traghetto di 40 minuti mi riporta sul continente. Da Atene a Korinto c&rsquo;&egrave; l&rsquo;autostrada, veloce, bella ed economica. A Korinto la sosta &ldquo;kalamari&rdquo; &egrave; d&rsquo;obbligo: Isthmia offre una veduta sullo stretto notevole, mangi un fritto e vedi le navi passare a due metri dalla roccia. Da Korinto a Patrasso si pu&ograve; percorrere tutta la strada che costeggia il mare attraversando i tanti paesini e alla fine, all&rsquo;orizzonte, il ponte che collega Antirio a Patrasso, fatto per le olimpiadi di Atene. Ci sono tantissimi bar, stile Florida, eleganti e col wi-wi free. Qui aspettare la nave per l&rsquo;Italia sorseggiando un caff&egrave; shakerato freddissimo &egrave; un bel momento per ripensare alle emozioni, e progettarne di nuove.   

L&rsquo;Evia Rally con la BMW G 650 GS Sertao

L’epoca d’oro delle enduro monocilindriche è passata da un pezzo e oggi non sono tante le proposte disponibili sul mercato, visto che i giapponesi non paiono più interessati all’articolo, o meglio, si sono focalizzati sulle cilindrate maggiori (come tanti altri). Guarda caso, però, le due Case che al momento paiono essere ancora molto attente al segmento sono entrambe europee e parlano tedesco. Con la recente acquisizione di Husqvarna, BMW ha apertamente ribadito di credere e voler investire nel settore off-road, non solo per la normale utenza, ma anche in quello racing. Rispetto alle sofisticate enduro specialistiche, la Sertao si trova esattamente agli antipodi, visto che si propone come una economica e pacata tuttoterreno con le caratteristiche adatte per ben comportarsi in fuoristrada, ma con a bordo componenti poco sofisticati. Il comportamento, su strada e fuori, è comunque all’altezza del suo nome, visto che risulta onesto e coerente pressoché dappertutto, e fa della Sertao una moto all’altezza di ogni situazione, adatta anche, senza dubbio, all’utenza femminile. È disponibile a partire da 8.100 Euro chiavi in mano, compreso il primo tagliando.

La pi&ugrave; piccola delle GS si presenta in una versione pi&ugrave; orientata al fuoristrada. Un ottimo compromesso per chi vuole spendere poco o per chi comincia

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L’Evia Rally con la BMW G 650 GS Sertao

BMW G 650 GS Sertao