        Con l&rsquo;arrivo della bella stagione &egrave; stato registrato un aumento del +85% delle ricerche di prodotti e offerte relative ad articoli sportivi. Ma l&rsquo;aumento che DoveConviene, l&rsquo;app che semplifica lo shopping nei negozi fisici facendo risparmiare denaro e tempo, ha registrato da aprile &egrave; spiegabile grazie al forte impatto del Giro di Italia sugli appassionati di questo sport. Infatti, ben il 62% del totale delle ricerche relative al mondo dello sport realizzate da aprile ad oggi interessano il settore bike. Il crescente interesse, inoltre, anticipa la celebrazione della Giornata Mondiale della Bicicletta (3 giugno), istituita dalle Nazioni Unite per la consapevolezza dei benefici derivanti dall&rsquo;uso della bicicletta come mezzo di trasporto e per il tempo libero. La composizione delle ricerche relative ad articoli sportivi in offerta si completa poi con sport di montagna (10%), campeggio (9%), fitness (8%), sport acquatici (5%) e sport con la palla (4%). Il restante 2% &egrave; dedicato a sport vari, dall&rsquo;equitazione alla scherma, dal pugilato alle arti marziali. A crescere maggiormente nell&rsquo;ultimo mese, dopo le offerte relative ad articoli sportivi, sono le ricerche di promozioni su attivit&agrave; legate alla bella stagione: +26% per il mondo del fai-da-te e del giardinaggio, +17% per il mondo viaggi, un trend che DoveConviene prevede che continuer&agrave; ad aumentare nelle prossime settimane. &nbsp;       

Esplode la passione per le due ruote, i dati parlano chiaro: +85% ricerche di prodotti e promo su articoli sportivi, +62% per le biciclette

Il Giro d’Italia spinge gli italiani in bici: è boom per il mondo bike

        Il Giro d'Italia &egrave; uno degli eventi sportivi italiani pi&ugrave; seguiti e pi&ugrave; amati. Le pi&ugrave; importanti squadre di ciclismo del mondo, con i rispettivi capitani a rappresentare il gotha del ciclismo, si affrontano per le strade italiane da sud a nord, affrontando i pi&ugrave; bei paesaggi del nostro paese in un percorso sia sportivo che culturale. La macchina organizzatrice del Gran Tour &egrave; qualcosa di epico e un importante ruolo lo svolgono le motociclette, mezzo ideale per supporto tecnico e per documentare tutte le fasi della gara. I Regolatori di Corsa e le loro Yamaha Niken Ma cosa fanno nello specifico le moto al Giro? Possiamo dividere i ruoli in tre specifiche categorie: ci sono quelle che fanno supporto tecnico alla corsa, quelle che si occupano della realizzazione di materiale video, foto e di cronaca (radio e tv) e quelle della Polizia che invece svolgono ruolo di controllo. La scelta delle moto &egrave; storica e scontata: riescono a seguire il gruppo senza essere troppo d'intralcio e sono pi&ugrave; agili e comode delle auto, che invece sono riservate alla direzione gara e al ruolo di ammiraglie delle varie squadre, dovendo portare bici, ricambi e direttori tecnici. Ma andiamo per gradi  Le moto utili alla direzione della corsa per il corretto svolgimento della gara sono quelle dei Regolatori di Corsa, che sono praticamente gli arbitri della competizione e si pongono come riferimento "in campo" per tutto quello che accade durante le tappe. Le moto dei Regolatori sono parecchie, 33 quest'anno, tutte collegate via radio e organizzate in modo da riportare tutto quello che accade sia quando il gruppo di ciclisti procede compatto (sistemandosi a diverse altezze) sia quando si formano fughe e inseguimenti, ponendosi davanti e dietro a ogni gruppo per gestire il traffico in gara, segnalare i pericoli e mantenere la sicurezza lungo il percorso. Queste moto hanno anche i trasponder che trasmettono in tempo reale il distacco dei vari gruppi che vengono a formarsi ad ogni tappa. Da diversi anni &egrave; Yamaha lo sponsor tecnico che fornisce le moto ai regolatori, anche quest'anno con le Niken 850, scelte per la stabilit&agrave; dell'anteriore data dalle due ruote. La partnership &egrave; assicurata fino al 2025. &nbsp; La motocronaca e i servizi video e foto Sin dai tempi di Coppi e Bartali, le moto hanno svolto ruolo fondamentale nel raccontare la corsa. Senza moto non ci sarebbe la possibilit&agrave; di documentare in diretta tutto quello che accade sulla strada, e in questo caso parliamo di equipaggi dove il pilota guida e sulla sella del passeggero ci sta "l'operatore", che sia questo un uomo con la videocamera che manda in diretta le immagini, un fotografo che documenta la corsa con gli scatti, o un giornalista che collegato con la radio o la tv fa la cronaca di tutto quello che sta accadendo davanti o dietro a lui.&nbsp; Questi equipaggi sono anche i pi&ugrave; affascinanti e belli da vedere. Le capacit&agrave; di guida di chi stringe il manubrio sono davvero particolari se non complesse: serve avere un incredibile senso di controllo del mezzo per andare spesso a passo d'uomo in salita, con una persona sulla sella posteriore che sta spesso in piedi sulle pedane e si muove di continuo per inquadrare la corsa con pesanti telecamere da diretta TV, il tutto mentre cerca di trovare la posizione migliore per la ripresa senza compremettere la sicurezza dei corridori e del pubblico. A complicare il tutto, mettiamoci anche che sono sempre moto GT di grossa cilindrata, principalmente BMW serie K, RT e GS, Yamaha FJR e Moto Guzzi Norge. Chapeu!  &nbsp; I poliziotti fanno... i poliziotti Ultimi della lista, ma non meno importanti, ci sono i poliziotti in sella alle moto di servizio, principalmente le FJR 1300 della stradale. Su di loro non c'&egrave; alcun dubbio, come in tutte le manifestazioni pubbliche sono presenti, garantiscono l'ordine e fanno "rappresentanza" statale. La Polizia non la vediamo quasi mai inquadrata nelle riprese, perch&egrave; loro passano con largo anticipo sulle strade del Giro e si sincerano che tutto sia in sicurezza e pronto a garantire il passaggio dei corridori senza intoppi. Si occupano anche di regolare la viabilit&agrave; dove ce n'&egrave; bisogno e di liberare la strada da mezzi e qualsiasi tipo di ostacolo, mettendo in sicurezza anche gli spettatori in punti sicuri lungo la strada. Tra le altre moto che non sono presenti in maniera massiccia, ci sono anche quelle di supporto tecnico delle squadre, che non sono molte e si comportano come una "appendice" pi&ugrave; svelta e pratica delle ammiraglie. Di solito sono moto preparate per ospitare almeno un paio di ruote e qualche ricambio, che porta sulla sella posteriore un meccanico pronto a entrare in azione qualora ce ne fosse bisogno. Non si vedono spesso, ma quando qualcuno &egrave; in fuga su strette strade di montagna e l'ammiraglia non riesce a raggiungerlo agilmente, ci pensa la moto a garantire assistenza rapida in ogni occasione.  Come cambia: Yamaha T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700 World Raid       

Il Grand Tour italiano del ciclismo &egrave; anche un evento pieno di motociclisti, che seguono la carovana come "supporto" a chi le due ruote le spinge con le gambe. Perch&egrave; ci sono cos&igrave; tante moto e perch&egrave; sono fondamentali per la corsa rosa?

Le moto al Giro d'Italia: quali sono e perché sono così importanti

Da aprile 2022, gli appassionati del Giro d&rsquo;Italia troveranno una piacevole sorpresa sul sito di Bianchi. Per celebrare le 105 edizioni della Corsa Rosa (la 105&deg; inizier&agrave; appunto a maggio dell&rsquo;anno prossimo), lo storico marchio italiano ha realizzato l&rsquo;edizione limitata Specialissima Giro105.  Estetica e colorazioni    L&rsquo;esclusiva edizione limitata del telaio Specialissima di Bianchi per la corsa numero 105 del Giro d&rsquo;Italia &egrave; realizzata in appena 105 modelli. Ogni telaio &egrave; numerato sul tubo orizzontale, da 001 a 105, e rappresenta il forte legame con la gara a tappe, oltre alla passione per la ricerca estetica e per le due ruote. L&rsquo;elemento telaio, infatti, diventa in questo caso una sorta di gioiello da collezione. Dettagli di stile anche nelle colorazioni: la Specialissima Giro105, verniciata a mano in Italia, rende omaggio anche alle bellezze dell&rsquo;Italia. Il telaio &egrave; bianco, &ldquo;Bianco Corsa&rdquo; cos&igrave; lo definisce l&rsquo;azienda, per rievocare il colore della linea del traguardo ed &egrave; inoltre un perfetto sfondo per esaltare le sfumature rosa cangianti dei dettagli. Mentre le sezioni interne della forcella, del carro posteriore e i loghi, verniciati a mano, sono realizzati in una speciale tonalit&agrave; chiamata &ldquo;Enrosadira&rdquo;, appositamente creata dagli artigiani Bianchi e che richiama il colore della luce delle Dolomiti all&rsquo;alba e al tramonto, un mix di rosso, oro e soprattutto rosa. Sulla forcella della Specialissima Giro105 si evidenzia invece il tema grafico del Trofeo Senza Fine, simbolo eterno di eccellenza, perseveranza e desiderio di primeggiare tipico dei grandi campioni.  Il telaio pesa solo 750 grammi&nbsp;(+350 per la forcella) e consente di sprigionare il massimo della potenza in salita e possiede un eccellente controllo in discesa.  Bianchi presenta la sua Specalissima (e lo &egrave; davvero) 

L&rsquo;azienda ha realizzato un modello esclusivo, in appena 105 esemplari e disponibile da aprile 2022, per celebrare la storica corsa

Specialissima Giro105 Bianchi, edizione limitata per il 105&deg; Giro d&rsquo;Italia

Un TMax in rosa... Ed &egrave; pronto ad attraversare lo Stivale con il Giro d'Italia Se per caso in questi giorni passasse nella vostra citt&agrave; il Giro d'Italia non farete di certo fatica a scorgere tra i mezzi della carovana anche l'apprezzatissimo TMax.  Il maxiscooter di Yamaha &egrave; infatti stato scelto come moto ufficiale della competizione ciclistica che toccher&agrave; con le sue tappe parte&nbsp;dell'Italia fino al 31 Maggio. Sfide emozionanti, salite impossibili, discese mozzafiato e un'incredibile sforzo atletico... Tutte caratteristiche che attirano da sempre grandi e piccini per un appuntamento che i pi&ugrave;&nbsp;hanno nel cuore.  Beh il TMax, o meglio ben ventotto&nbsp;TMax, ci saranno e vedranno&nbsp;tutti&nbsp;i 3.400 chilometri pi&ugrave; belli ed impegnativi del tour al servizio della direzione di gara, dei commissari itineranti,&nbsp;della squadra di supporto e alle staffette per il cambio gomme.  Per l'occasione Yamaha ha pensato ad una versione speciale del potente scooter con livrea&nbsp;dedicata&nbsp;alla corsa rosa.  Ma il TMax non &egrave; da solo. Ad accompagnarlo un altro scooter Yamaha. Si tratta dell'agile e compatto tre ruote&nbsp;Tricity che nell'inedita colorazione total pink ha sfilato&nbsp;nella tappa Albenga-Genova e di nuovo alla conclusione, da Torino a Milano. TMax m.y. 2105- Caratteristiche tecniche - Motore bicilindrico da 530cc a 4 tempi, raffreddato a liquido - Leggero telaio pressofuso in alluminio - Trasmissione a cinghia di tipo motociclistico - Nuovo disegno del parafango anteriore - Cupolino ridisegnato - Nuovo doppio faro con luci a LED, sempre accesi - Forcella con steli rovesciati da 41 mm - Nuova pinza radiale anteriore a 4 pistoncini - Sistema di accensione Smartkey con immobilizer - Presa da 12V di serie - Nuova grafica strumentazione analogico e digitale - Nuovi specchietti con steli pi&ugrave; lunghi e stretti - Doppio freno a disco anteriore flottante da 267mm con pinze radiali - Ruote alte da 15&rdquo; a 5 razze - Parabrezza regolabile in due posizioni - Vano sottosella per un casco integrale e un portaoggetti con serratura - Guida con patente A2  Giulia Cassinelli  

Il TMax Yamaha &egrave; il mezzo ufficiale del Giro D'Italia. Ventotto scooter in un'inedita livrea rosa seguiranno gli atleti durante tutte le tappe

Il TMax in rosa con il Giro d'Italia

Giorgio, Giuliana e il Generale Lee, la Vespa 50 Special del 1978 che li accompagna da tre anni in giro per il mondo (s&igrave;, in coppia, sulla stessa sella, vedi www.terraeasfalto.it), dopo Route 66 e Death Valley negli USA, e il sudest asiatico, per il 150&deg; dell&rsquo;Unit&agrave; d&rsquo;Italia decidono di fare una &ldquo;gita&rdquo; su tutto il territorio nazionale. In pi&ugrave; stavolta c&rsquo;&egrave; &ldquo;Anita&rdquo;. Al momento il mitico trio &egrave; nell&rsquo;emisfero australe africano: tenetevi pronti alle prossime avventure  &nbsp;  &nbsp;  Tornati dal viaggio in Asia, il sindaco di Montecosaro, dove viviamo, ci chiede se ce la sentiamo di percorrere tutto lo Stivale, incontrando altri sindaci in ogni regione in occasione del 150&deg; dell&rsquo;unit&agrave; del Paese. Un bel biglietto da visita per il nostro piccolo centro marchigiano. Con una cartina in mano buttiamo gi&ugrave; un programma che sembra perfetto e impossibile da rispettare allo stesso tempo. Non consideriamo nessun guasto o contrattempo, tutto deve filare liscio o il programma salterebbe: in questo viaggio, al contrario degli altri, &ldquo;la sfida&rdquo; sar&agrave; quella di avere tutto pi&ugrave; o meno programmato. Abbiamo delle tappe e giorni prefissati per gli incontri istituzionali, la parte che ci spaventa di pi&ugrave;. &Egrave; tutto quasi pronto e facile, ma pochissimi giorni prima della partenza, il permesso per circolare in due sul nostro 50, che ci era stato assicurato, si conferma, come paventato da qualche amico pi&ugrave; prudente, impossibile da avere! Non ci viene in mente nessuna soluzione praticabile in pochi giorni. Siamo nello stabilimento balneare Arturo a Civitanova Marche, parlando con i proprietari nostri amici, quando Francesco (il figlio) dice: &laquo;Io ho una Vespa 50 L del &lsquo;68, Giuliana potrebbe usare quella&hellip; se parte, ma sono 6 anni che &egrave; ferma!&raquo; La recuperiamo in un capanno, si accende! Facciamo l&rsquo;assicurazione e la revisione. La battezziamo Anita. In quei pochi km di strada fino a casa penso che non ce la far&agrave; mai, sembra cadere a pezzi! E questa sensazione viene rafforzata quando vedo Giuliana per la prima volta che cerca di guidarla. &Egrave; da quando aveva 14 anni che non guida un motorino ed &egrave; la prima volta in assoluto per una Vespa con le marce. Nel giardino di casa il suo primo tentativo mi fa venire i brividi. Ci buttiamo in strada, 5, 10, 15 km, sembra ubriaca ma ce la sta facendo. S&igrave;, ce la pu&ograve; fare. Intanto il Generale se la ride sotto il fanale! Due giorni dopo, il 4 settembre 2011 partiamo dalla piazza di Montecosaro scortati per un po&rsquo; dal Vespa Club di Civitanova Marche. Ci saluta un signore anziano, commosso: &laquo;state attenti, io vi aspetto qui&raquo; e ci regala due panini con la lonza (la nostra cena).  Il viaggio Marche, poi Abruzzo, il Molise con le sue case che volano alte come le aquile, le terre rosse della Puglia e del suo mare che chiede di essere bevuto. Arriviamo in Basilicata dove i Sassi di Matera ci lasciano senza parole: al tramonto il paese sembra tingersi di sangue. La strada ci accompagna con grazia tra le colline che mi permettono di fischiettare mentre guido e ammiro. L&rsquo;aria &egrave; calda, tutto &egrave; ancora verde ed &egrave; bello fermarsi al fresco sotto alberi centenari. Da Potenza entriamo nella selvaggia Calabria, con le sue scogliere a picco sul mare da Diamante ad Amantea a Pizzo Calabro, fino alla punta per salire in nave verso la Sicilia. Da Messina passiamo sotto l&rsquo;Etna per addentrarci fino a Lentini, Floridia, e da una piccola via fino a Siracusa dove l&rsquo;accoglienza &egrave; &ldquo;focosa&rdquo;. Da qui entriamo nel mondo irreale che da Enna porta a Caltanissetta e poi fino a Corleone. Sembra di essere su un altro pianeta, strade senza traffico e spesso chiuse per frane, ma c&rsquo;&egrave; sempre posto per le nostre piccole ruote, tra montagne rosse o gialle abitate a volte solo da cavalli che corrono al nostro passaggio. A Palermo ci imbarchiamo per scendere in un altro mondo, quello di Napoli, con un traffico impressionante alla pari di Bangkok, ma colorato come solo qui &egrave; possibile! Arriviamo in un altro luogo patrimonio dell&rsquo;umanit&agrave;, Pompei, per poi risalire fino alla capitale dove ogni commento &egrave; gi&agrave; stato detto. Altra nave fino alla Sardegna, via terra percorriamo da Olbia fino a Cagliari. In quest&rsquo;isola gi&agrave; dalle 5 di mattina si respira felicit&agrave;, sembrano tutti contenti e le ragazze nei bar cantano mentre servono il caff&egrave;. Anche qui le strade sono tra le pi&ugrave; belle che abbia mai visto. &Egrave; ancora caldo e un bagno a Chia, a ovest di Cagliari, non ce lo toglie nessuno. Poi di nuovo su per il Lazio, l&rsquo;Umbria, la Toscana dove abbiamo l&rsquo;onore di parcheggiare il Generale e Anita dentro Palazzo Vecchio a Firenze. Le Cinque Terre, in Liguria, dove gli orti e i vigneti sorgono su piccole terrazze rubate alla montagna, poi su, su fino alla favolosa Bard in Val D&rsquo;Aosta. Appena arriviamo chiediamo dove sia il comune e la ragazza risponde: &laquo;&Egrave; su in cima a questa strada, il sindaco vi sta aspettando!&raquo; Saliamo la stradina pensando a come poteva saperlo&hellip; il giorno dopo scopriremo che era l&rsquo;assessore! Da Milano al Trentino, dove dopo quasi due mesi di viaggio le temperature iniziano a scendere. I paesaggi sono favolosi ma il freddo ci impedisce di goderne. Il freddo ci accompagna dal Veneto fino al Friuli Venezia Giulia e a Trieste non poteva mancare la bora e un giretto fuori Italia per una puntatina al casin&ograve; in Slovenia. La bora ci fa volare fino a Venezia, per me &egrave; la prima volta e vederla avvicinare mentre attraversiamo il ponte &egrave; davvero emozionante. E presentare il mio libro all&rsquo;Hotel Londra Palace &egrave; stato un vero onore! Da Venezia arriviamo con un po&rsquo; di pioggia nella bellissima Bologna dove passiamo alla redazione di In Moto per salutare Ugo Passerini e lo staff. Il giro sta per terminare&hellip; Ravenna, Loreto e dopo quasi due mesi e 6.000 km&hellip; casa! Grazie Italia e buon anniversario!    Le differenze Tutto in Italia &egrave; fantastico ma anche l&rsquo;esatto contrario. Rispetto a certe difficolt&agrave; affrontate con il Generale, tutto &egrave; stato &ldquo;facile&rdquo;: benzina, clima, cibo (siamo ingrassati 5 chili stavolta). Certe sere sembrava di essere in uno di quei programmi della TV dove si presentano i piatti tradizionali, lunghe tavolate piene di prodotti tipici impossibili da rifiutare. Non avevamo neanche la forza di respirare per quanto eravamo pieni: mi venivano in mente i villaggi nel Laos e pensavo che se i laotiani avessero assaggiato queste cose, sarebbero loro esplose le papille gustative! Non &egrave; stato un viaggio avventuroso come gli altri, non c&rsquo;&egrave; stato rischio di malaria o altre malattie, non ci sono stati deserti o tornado o animali velenosi, ma ho dovuto affrontare e sbattere forte contro tutto quello da cui di solito scappo. Ed &egrave; stata dura. Ci sono stati giorni in cui mi sono chiesto se per vincere la sfida dovevo finire il viaggio o tornare a casa. Per la prima volta in vita mia mi &egrave; capitato di non riuscire a prendere sonno la notte! Fa male, ma ci sono state occasioni in cui tutto sembrava recitato solo per apparire, per fare bella figura, non riuscivo a vedere sempre (ma talvolta s&igrave;, e molto) la spontaneit&agrave; e la semplicit&agrave; trovata invece negli altri viaggi. Sembrava quasi che essere semplicemente se stessi non andasse bene. Ma c&rsquo;&egrave; stata una via d&rsquo;uscita. Tutte le cose brutte sono state filtrate dalle risate, dagli sguardi e dai racconti dei &ldquo;vecchi&rdquo;, rivelazione di questo viaggio, dai paesaggi e dalla gran parte delle persone &ldquo;qualsiasi&rdquo;. Tutto questo bello e buono che abbiamo incontrato, ha funzionato come un filtro del particolato degli scarichi dei motori diesel... dopo un tot di km ha incendiato tutto il falso.  Incontri La parte del viaggio che ci preoccupava di pi&ugrave; era quella in cui avevamo l&rsquo;incontro con i sindaci, ma fortunatamente ci sbagliavamo. Sono stati tutti fantastici, troppo forti, e hanno capito il senso di quello che stavamo facendo: &ldquo;solo un giro in Vespa&rdquo;. E anche se noi non c&rsquo;entravamo niente l&igrave; in mezzo, in quelle sale, &egrave; stato bello. Come &egrave; bello che la maggior parte dei sindaci o assessori sia giovane. Erano visibilmente contenti di riceverci e trovavano straordinario il fatto che stessimo unendo simbolicamente l&rsquo;Italia su due piccole Vespa. Non solo nei piccoli comuni ma anche nelle maggiori citt&agrave;, come Roma, hanno trovato un momento da dedicare a noi. E ad ogni incontro quella fascia tricolore dava un senso a tutto. Sono stati momenti belli. A Bard, piccolo paese in Valle d&rsquo;Aosta di 136 abitanti, il sindaco ha pronunciato parole semplicissime ma allo stesso tempo per noi bellissime: &laquo;Qui il paese &egrave; piccolo e ci conosciamo tutti. Capita che la mattina trovo delle buste appese al mio cancello di casa con della frutta o della verdura, cos&igrave; solo per gentilezza, e io faccio lo stesso, senza pretendere niente in cambio. E se mai arriver&agrave; il giorno in cui far&ograve; qualcosa con l&rsquo;idea di riceverne una in cambio fatemi fuori!&raquo; Ricordo con grande affetto l&rsquo;incontro con il sindaco di Giulianova, uno dei primi, che subito ha smorzato quell&rsquo;ansia da incontro istituzionale usando parole passionali e dicendo che quest&rsquo;Italia &egrave; bella solamente se unita! Ognuno delle centinaia di paesini arroccati o grandi citt&agrave; che abbiamo visto e attraversato &egrave; un tesoro, e lo si vede brillare da qualsiasi parte si guardi. Ad Ascoli Piceno siamo sul marciapiede, seduti sulle Vespa, e da un Ape ferma al semaforo un ragazzo: &laquo;Scusate, questo &egrave; il Generale che ha viaggiato in America? Grandi, continuate cos&igrave;, vi leggo su In Moto, mi fate sognare!&raquo; Stessa cosa in Puglia, quando chiedo se siamo sulla strada giusta per Putignano, e dopo aver risposto di s&igrave;, il tipo chiede se &ldquo;lui&rdquo; sia lo stesso Generale del Laos. A Matera conosciamo un gruppo di motociclisti, sono tantissimi e tutti troppo simpatici. Ci facciamo qualche foto insieme e ci reincontreremo poi all&rsquo;EICMA di Milano. In Sicilia si avvicina una macchina mentre percorriamo una via del centro, il ragazzo tira gi&ugrave; il finestrino e urla: &laquo;Voi siete quelli che sono stati in America? Non fermatevi mai! Viaggiate anche per me!&raquo; In Sardegna tutti i giorni venivamo sorpassati da auto con dentro tutti a pollice in su! Poi ci sono gli anziani. Moltissime volte siamo stati avvicinati da persone anziane durante il viaggio, mentre raccontavamo loro quello che stavamo facendo ci guardavano dritti negli occhi e ascoltavano guardandoci con i loro, carichi e tremolanti di gioia. Quegli occhi e quelle mani sperano ancora. Ci ringraziavano dicendo: &laquo;Per fortuna che c&rsquo;&egrave; ancora chi si muove, per fortuna si fanno ancora queste cose per l&rsquo;Italia!&raquo; Da nord a sud sembravano quelli che ci credono ancora in questa Italia, a cui piaceva che incontrassimo i sindaci, che erano felici e vibranti quando sapevano che in giro la gente ci offriva aiuto, ci raccontavano della loro Vespa che tutti hanno avuto. Uno di loro ci ha detto: &laquo;Mamma mia, mi verrebbe da dire&hellip; che siete&hellip; che quello che state facendo &egrave;&hellip; mi verrebbe da dire che dovete andare nelle scuole&hellip; essere da esempio&hellip; mi verrebbe da urlare&hellip; evviva!&raquo; Ci chiedevano delle persone per strada e quando dicevamo che erano tutte fantastiche in ugual modo al sud come al nord annuivano entusiasti. E quando gli davamo la mano per salutarli, sembravano non volerla lasciare pi&ugrave;!    L&rsquo;ospitalit&agrave; In questo viaggio era tutto organizzato e avevamo chi ci ospitava. Anche se non ci conoscevano personalmente erano gi&agrave; a conoscenza di quello che stavamo facendo. Questo ovviamente toglieva un po&rsquo; d&rsquo;avventura al viaggio stesso. A volte sentivo il guinzaglio immaginario diventare sempre pi&ugrave; stretto, ma per fortuna oggi mi passano davanti agli occhi solo quelle persone che con sincerit&agrave; ci hanno accolto. La famiglia di Manfredonia, con Massimiliano che ci &egrave; venuto incontro di notte in auto perch&eacute; preoccupato che non trovassimo la strada; Teresa e i suoi amici di Isernia, che ci hanno preparato una grigliata e una tavolata di prodotti tipici fatti in casa, hanno anche acceso il camino per farci riscaldare perch&eacute; sapevano che saremmo passati per un posto, Capracotta, dove dicono ci siano undici mesi di freddo e uno di fresco. Il gruppo di motociclisti a Matera, e Cinzia, che sempre a Matera ci ha ceduto il suo letto; i ragazzi del motoclub Paola, in Calabria, che ci hanno fermato per strada e uno di loro ci ha messo 20 Euro sulla sella&hellip; come quando eravamo negli USA. Gaetano e Maria Rita, Ines e tutti i loro parenti a Siracusa, Antonella a Caltanissetta dove ci siamo fermati a causa del maltempo, l&rsquo;ospitalit&agrave; allegra in Sardegna. Anna a Spoleto che con la sua allegria e sincerit&agrave; ha reso i suoi piatti ancora pi&ugrave; deliziosi. Il sindaco di Montefalco, che oltre ad averci accolto con grande entusiamo ci ha anche preparato e servito la cena. Il fantastico Pinuccio a Sotto il Monte (Bergamo, il paese di Papa Giovanni XXIII) che ci siamo visti davanti sbracciare di gioia, che ci ha abbracciato come se ci conoscesse da sempre e accolti come figli che tornano dal fronte. Pierluigi a Trieste, che ha sfrattato le sue bambine per darci i loro lettini. Sembrava di dormire in una casetta delle bambole con tanto di maialino che volava sul soffitto. Andrea e Adele, a Lido di Venezia, che ci hanno trattato come figli, con tanto di bacio della buona notte, e organizzato la presentazione del mio libro all&rsquo;Hotel Londra Palace a Venezia. E tutti gli altri che ci hanno ceduto il loro letto dormendo sul divano, ma anche i sindaci e assessori che non ho nominato.  L&rsquo;unit&agrave; d&rsquo;Italia Per quanto ci riguarda, girando per strada, l&rsquo;Italia &egrave; unita ed &egrave; viva. Quella parte dell&rsquo;Italia che si trova per strada l&rsquo;ho vista, &egrave; quella che ogni volta che eravamo fermi con la cartina in mano si fermava per chiederci se avevamo bisogno di qualcosa, che ci accompagnava nel posto in cui dovevamo andare, quella che &egrave; scesa dall&rsquo;Ape, in un piccolo paese della Sicilia, insieme al figlio, per aiutarci in un cambio ruota, e ha chiamato il benzinaio ormai chiuso per riaprire e usare il compressore. Quella dei consigli che arrivavano dalle finestre coperte dai panni stesi, quella che dormiva sul divano per lasciarci il letto, quella che quando non partiva Anita si offriva di andarci a prendere le candele, quella che a pranzo o a cena ti fa scoppiare lo stomaco fiera delle sue specialit&agrave;, che ti fa rimanere a bocca aperta per la sua storia e la sua arte, quella che ti fa ridere con le sue battute pronunciate in un infinita variet&agrave; di accenti, quella che lotta per non far morire le idee, quella che si aggrappa da qualsiasi parte della sua vita, anche sugli specchi, per non perdere la dignit&agrave;. Quella che ancora nonostante tutto sogna e spera e crede che qualcuno a sua volta creda in lei.  Ringraziamenti Un ringraziamento speciale va a Ivo Prussiani di RMS Performance Parts, di cui il Generale ha montato i ricambi, che continuano a dimostrarsi indistruttibili (nessun tipo di problema) e che ha inviato strada facendo i ricambi per Anita. Un altro ringraziamento speciale a Kappa Moto per casco, sacche e zaini impermeabili, e per la prima volta i paramani per il freddo. Grazie per contribuire ai nostri sogni!  

6 risultati per 'giro-ditalia'

Il Giro d’Italia spinge gli italiani in bici: è boom per il mondo bike

Le moto al Giro d'Italia: quali sono e perché sono così importanti

Specialissima Giro105 Bianchi, edizione limitata per il 105° Giro d’Italia

Il TMax in rosa con il Giro d'Italia

Il TMax in rosa con il Giro d'Italia

Giro d'Italia con due Vespe 50 d'epoca