Itinerario: Presolana e dintorni

Itinerario: Presolana e dintorni

Si chiama “Mala”, ma non lo è affatto. Almeno non lo era per i motociclisti. Oggi la mitica strada bergamasca è diventata progetto ciclopedonale. Ma restano ancora tanti spunti

Giovanni Carlo Nuzzo

24.04.2018 08:20

Inaugurata a metà dell’800, quasi in contemporanea con l’Unità d’Italia, prese subito il nome di Via Mala, ispirandosi all'omonima strada svizzera che scende dal Passo dello Spluga e che presenta caratteristiche simili. Infatti, la ex statale, oggi SP294, della Val di Scalve, in bilico tra le province di Bergamo e Brescia, fu scavata oltre un secolo e mezzo fa nella viva roccia di una forra percorsa dall’impetuoso torrente Dezzo, lungo la traccia d’un antico passaggio già noto ai Romani e praticato durante tutto il Medioevo. Percorrerla in moto da Boario Terme a Berzo, o viceversa, è ancora un’emozione, anche se molti degli antichi tratti sono stati sostituiti da gallerie. Inoltre, in uno dei suoi punti più spettacolari, quello in cui la guida si faceva avventura, è stato realizzato, da non molto, un progetto di valorizzazione turistica, che esclude però ogni possibilità d’accesso motorizzato.

Itinerario: Presolana e dintorni - LE FOTO

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Si chiama “Mala”, ma non lo è affatto. Almeno non lo era per i motociclisti. Oggi la mitica strada bergamasca è diventata progetto ciclopedonale. Ma restano ancora tanti spunti

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Merita tuttavia visitarla la Via Mala, come omaggio a questo ulteriore pezzo di realtà ormai “normalizzata”, secondo una diffusa prassi che - pur restituendo, giustamente, sicurezza agli spostamenti su strada - toglie quel pizzico di cimento che da sempre era, e resta, parte integrante del piacere di girare in moto. In quota, ci si arrampica poi, tra le conifere, per il Passo del Vivione, su una carreggiata dove a stento passano due touring col set valige laterali, affiancate. Zona tra l’altro ove si produce da secoli uno squisito formaggio nero, da provare. In ogni caso il pellegrinaggio alla Via Mala è anche occasione per visitare, con una “smanettata” di poco più d’un centinaio di chilometri in tutto, due grandi must motociclistici: Presolana e Lago d’Iseo.

Venendo dalla pianura (A4, uscite Ponte-Oglio, Palazzolo o Rovato) procediamo da Iseo verso nord. Prima tappa Montisola, l’isola lacustre più grande d’Europa, disseminata di villaggi di pescatori dove si pesca e si essicca la rinomata sardina di lago. Battelli regolari partono da Iseo, Sulzane e Sala Marasino (www.navigazionelagoiseo.it). Continuando, all’altezza di Marone, leggera deviazione nell’entroterra per raggiungere Zone e le sue piramidi di terra, curioso fenomeno geologico anche conosciuto come “fate di pietra” (SP32, 7 km). Dopo Pisogne, la SS42 della Val Camonica funge da “collante” per i due possibili innesti della Via Mala (Boario o Berzo). Attenzione: il Passo del Vivione è spesso chiuso.

Proseguendo con la manetta un po’ incarognita, splendidi i tornanti e le curve della SS671 per il Passo della Presolana, tra sontuose vedute dei massicci circostanti. La strada continua fino a Clusone, celebre per l’Orologio Planetario del ‘500 e per gli affreschi della “Danza Macabra”. L’anello si chiude seguendo la SP53 lungo il fiume Borleza, fino a Lovere, poi di qui ancora lungo la sponda bergamasca del Sebino. Che a differenza di quella bresciana permette anche un po’ di guida (senza esagerare) con suggestive curve, archi di roccia e naturalmente panorami.

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