1000 chilometri a... Cannonball

1000 chilometri a... Cannonball

Dalla campagna toscana all'altopiano di Campo Imperatore. 25 moto per 1000 km. È il Cannonball Trophy di Dino Romano: "Volevo mettere insieme persone che sanno vivere l'aspetto più romantico e goliardico delle due ruote".

Redazione - @InMoto_it

25.10.2016 16:43

La "Cannonball Trophy" è stata ideata per esaltare e far rivivere i sentimenti di libertà, di condivisione e autenticità con il piacere di  “sporcarsi le mani” per costruire un sogno fatto di uomini e bulloni. Insomma, un’immersione old style tra pneumatici consumati, olio motore, cuscinetti scoppiati, freni usurati e l’imprescindibile volontà di giungere alla meta.

Un uomo, un sogno e 35 pionieri. Un punto di partenza e un arrivo sconosciuti fino all’ultimo minuto. Un’unica certezza: la voglia di essere i numeri uno.
Questi gli ingredienti, che facendo eco alla “corsa più pazza del mondo”, hanno unito per più di 1000 km 25 motociclisti chiamati a partecipare alla Cannonball Trophy dal poliedrico Dino Romano.

 “Ho curato il mio sogno per anni. Volevo mettere insieme persone che sanno vivere l’aspetto più romantico e goliardico delle due ruote e finalmente la Cannonball Trophy è diventata realtà", commenta Dino Romano. "La prima iniziativa del genere in Italia, rimarrà unica per sempre, per le persone che hanno partecipato, la sana leggerezza che ha accompagnato questi temerari e la consapevolezza di passare alla storia come i numeri uno in assoluto”.

È stata, in fondo, una "gita fuori porta" a cui hanno partecipato uomini e donne dai ventotto ai sessantotto anni; moto di tutte le marche come BMW, Ducati, Guzzi, Harley-Davidson, Royal Enfield, Triumph, Yamaha, senza limiti di data d’immatricolazione e cilindrata, con l’unica eccezione per quelle a  carburatori che potevano essere raffreddate ad aria o a liquido a differenza delle moto a iniezione raffreddate solo ad aria.
Dalla campagna toscana all’altopiano di Campo Imperatore, sulla Futa, attraversando l’Emilia-Romagna, l’Umbria, le Marche e l’Abruzzo e tornando indietro su un altro percorso, per una esperienza piena di emozioni e imprevisti.
Tutti uniti da un patto di onestà e dall’impegno di doversi fotografare vicino al cartello stradale delle città toccate.La lancetta del tempo ha decretato Alessandro Motorè come primo arrivato che ha spartito con gli avversari la gloria di partecipare a un evento che sarà la base e l’ispirazione di un libro. Un volume che racconterà la passione per l’avventura, per la condivisione e per le sfaccettature di chi fa della moto una compagna di vita. 

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