Planet Explorer 2 - Sud Africa

Planet Explorer 2 - Sud Africa

Redazione - @InMoto_it

01.05.2013 ( Aggiornata il 01.05.2013 14:38 )

Prosegue il progetto Planet Explorer con una tappa nell’altro emisfero. In sella a una Honda Crosstourer tra diamanti e missioni, tra animali selvaggi e natura incontaminata     “Prego, mi segua nel nostro hotel” mi dice in tono cortese uno dei poliziotti di frontiera. E dopo avermi sequestrato tutta l’attrezzatura fotografica, il PC e i telefoni, mi ritrovo dentro una cella con 6 brande, una tivù a colori e un bagno. Coperta di lana e cuscino sono di serie, mentre per una tazza di te’ dovrò attendere poco più di un’ora. Così è iniziato Planet Explorer 2 South Africa, esattamente dietro le sbarre del detention centre dell’aeroporto di Johannesburg, ancor prima di mettere piede nel Paese. Il grave reato per il quale vengo accusato è di non aver avuto due pagine libere del passaporto per mettere un timbro che sarà grande quanto un francobollo. Ma non importa, per legge hanno ragione e siccome la corruzione anche da questi parti dilaga come pure il razzismo verso i bianchi, è stata una buona scusa per tentare di estorcermi dei soldi. Alla fine giunge il secondino e mi dice “è arrivata una telefonata da molto alto, o devi aver pregato bene il tuo Dio…”. E dopo una giornata trascorsa fra uffici e cella, sono finalmente tornato un uomo libero. Planet Explorer va avanti anzi, dopo il successo della prima edizione in Islanda abbiamo deciso di tornare in sella per riproporre un altro avvincente live-tour, la formula che anima questo viaggio. La meta prescelta è stata il Sud Africa, per ragioni più umane e sociali, se vogliamo, piuttosto che paesaggistiche. E poi c’è la moto: quest’anno abbiamo puntato su una Honda Crosstourer perché dopo averla provata in anteprima al lancio mondiale in Spagna ce ne eravamo subito innamorati. Docile, dotata di un motore generosissimo, ha un comfort che la rende subito padrona della strada nelle lunghe percorrenze. E per inaugurare al meglio la nostra partenza decidiamo di andare a trovare un italiano, che sta portando alto il buon nome dell’Italia. Frank D’Arrigo è il primogenito di una famiglia siciliana, il cui padre Jack, poverissimo, emigrò in questa terra lontana 57 anni fa. Adesso Jack si ritrova proprietario di una delle più importanti aziende metallurgiche di Springs, mentre Frank possiede una miniera d’ora e una di diamanti. Per girare sicuri nella sua villa ci vuole il satellitare: 2.600 m2 interni e una proprietà esterna sconfinata. Ferrari, yacht, due aerei privati e una cassaforte gremita di tante pietre luccicanti da comperarci una nazione intera! Soldi e potere però non hanno cambiato la vita di Frank che resta legatissimo alla sua famiglia e ai suoi 4 figli, oltre a prodigarsi nel sociale sostenendo i bambini orfani di madre, vittime dell’AIDS. La nostra Crosstourer è oramai pronta ad affrontare la sua prima vera tappa, una trasferta di poco più di 400 km per giungere a Vivo, quasi ai confini del Botswana, per immergersi nel cuore dell’Africa australe. Entrare nel Chinaka Lodge ti riporta indietro nel tempo, una enorme fetta di terra adibita a riserva privata, lontana da furibonde orde di turisti che scorrazzano su e giù alla frenetica caccia dei big five… Per legge nei parchi nazionali del Sud Africa non si entra con la moto ma, in una riserva privata, è una concessione che possono fare se accompagnati da una guida e scortati da un’auto, ma solo contando sulla squisita gentilezza di Carmela D’Arrigo, patron della riserva assieme al marito Federico, toscano di Massa e anch’egli grande amante delle due ruote. turC La Crosstourer, gommata da strada, fatica a muoversi nella finissima sabbia rossa che circonda il vasto areale del Chinaka. Ma è il traction-control di questa granturismo, che strizza l’occhio all’avventura, a fare la differenza, consentendoci di percorrere svariati chilometri all’interno della proprietà finché non dobbiamo arrenderci, ma solo per ragioni di sicurezza. Due enormi rinoceronti bianchi ci hanno avvistato da distanza, e dal momento che sono tra gli animali più irascibili della savana è meglio salire sulla jeep, perché calcolando che questo erbivoro da due tonnellate viaggia a 50 km/h in qualunque condizione, non avremmo scampo per tentare una eventuale fuga nel bush. La caccia di frodo è uno dei grandi mali di questo paese, nel solo 2012 sono stati uccisi quasi 500 di questi giganti il cui corno viene venduto al mercato nero per 65.000 dollari al chilo! Alle 10 del mattino la temperatura nella savana è già di 39 gradi e l’abbigliamento da turismo che indossiamo non è certo l’ideale per un escursione termica assolutamente imprevedibile. Planet Explorer inverte la sua marcia e dopo aver toccato una delle punte più settentrionali del Sud Africa scende verso sud, verso la regione dello Mpumalanga dove le temperature precipitano rapidamente visto che iniziamo a salire in quota. Ad ottobre dicono che convenga viaggiare fino alle 3 del pomeriggio perché il meteo può cambiare rapidamente. Manco a dirlo, nel primo pomeriggio il cielo comincia ad incupirsi e verso le 17 inizia a piovere. Non ricordo in vita mia di aver visto e di aver preso così tanta acqua. La Crosstourer non si è scomposta di un soffio: le coperture Bridgestone Battle Wing hanno garantito un ottimo drenaggio e il traction-control, una volta ancora, è stato provvidenziale. Questa area dello Mpumalanga è particolarmente bella, nonostante una fitta nebbia ci tolga il piacere di gustarne la sua vera essenza. Continuiamo a percorrere la Route 37 in direzione Hazyview, una cittadina che non ha un proprio centro ma che si è sviluppata grazie alla vicinanza al parco. La giornata di oggi sarà molto meno “motociclistica” delle precedenti, nelle quali abbiamo percorso una media di 430 chilometri al giorno, ma sarà anche meno dedita alla moto per il semplice fatto che nel parco Kruger non sono ammessi mezzi a due ruote per ragioni di sicurezza. Il Kruger National Park è uno dei grandi simboli del Sud Africa, e rappresenta comunque la maggior attrazione faunistica del paese. Elefanti, giraffe, zebre, leoni, leopardi, ghepardi, iene, rinoceronti, ippopotami, bufali, sono alcune fra le infinite specie di animali che ospitano questa fetta di savana. Il Drakensberg è una delle regioni più attraenti del Sud Africa e Graksop ospita uno dei più curiosi cittadini. La storia di Rod meriterebbe un libro... basta dire che ha vissuto i suoi ultimi 38 anni in Australia facendo di tutto e di peggio: fumando l’impossibile e bevendo l’inimmaginabile! Adesso è rientrato in patria e per niente al mondo si separerebbe dalle sue due Harley. Il Blyde River Canyon è uno dei grandi spettacoli naturali del Sud Africa, la perla del Drakensberg. Pinnacle, una sorprendente formazione rocciosa a forma di grattacielo, God Windows, la finestra di Dio e il Bourke’s Luck Potholes, una serie di sculture rocciose di forma cilindrica, rappresentano un patrimonio geologico di immenso valore. Da Graksop dobbiamo percorrere circa 400 chilometri per giungere a Manzini, un villaggio di qualche migliaio di abitanti, situato pressappoco nel centro dello Swaziland. Ci eravamo già venuti una decina di anni fa e, fra tutte le storie che ho ascoltato nella mia umile vita, è stata quella che più mi ha colpito. Padre Angelo Ciccone è un missionario ultraottantenne che ha saputo dare un senso autentico alla propria esistenza. Cinquanta anni fa salutò la sua famiglia e l’Italia per abbracciare la fede di questo piccolo paese dove, in mezzo secolo di missione, ha salvato la vita a 2.500 bambini disabili che sarebbero finiti vittime della stregoneria e della magia nera. È stato grazie al contatto di un’agenzia di comunicazione di Viareggio, la EC di Elena Conti, che conosciamo Carlo Alberto Carrai, assessore al turismo di Camaiore ma, soprattutto, persona ben disposta ad aiutare, anche personalmente, il prossimo. È grazie al suo intervento che 200 bambini hanno ritrovato il sorriso. Anche questo è Planet Explorer. turB Non riusciamo a credere ai nostri occhi. Dopo due giorni di trasferta alle spalle, con 1.350 chilometri percorsi e tanta pioggia, rivediamo finalmente il sole! Da Porth Elisabeth il sole splende preannunciandoci che i 740 chilometri da percorrere oggi potrebbero essere un po’ meno duri e monotoni. La prima sosta avviene, e non a caso, dopo 250 chilometri dalla partenza e la ragione è uno dei punti più pittoreschi e panoramici dell’intero tratto. Siamo praticamente al capolinea della famosissima Garden Ruote: la strada per eccellenza di tutto il Sud Africa. Da Plettenberg Bay a Mossel Bay, fra spiagge pittoresche ciò che ritroviamo al suo interno, sia come vegetazione che come fauna, è davvero sorprendente. Nell’entroterra abbiamo laghi e lagune, ma anche dolci rilievi collinari e montagne, oppure foreste, con interessantissimi percorsi di trekking, per chi adora fare un po’ di avventura a piedi. Uno stop sulla Garden Route per gustarsi un piatto tipico e poi via di fretta per completare i 740 chilometri di oggi che ci condurranno fino a Gansbaai, altra meta interessantissima di questo lungo costa. Conosciuta anche come “Big 2 town”, Gansbaai è la capitale mondiale del grande squalo bianco e della balena australe. Questa zona ricca di fascino, offre ai turisti numerose attività e attrazioni essendo a stretto contatto con una natura meravigliosa e un mare ricco di vita. Qui si possono osservare i “marine big 5”. E visto che siamo immersi nel più importate dei paradisi marini, quello che ospita il più temuto predatore, the great one, come lo chiamano da queste parti, la cosa che non può mancare, il “must see” del viaggio, è sicuramente un’escursione in pieno oceano a caccia…dello squalo bianco! La White Shark Adventures (www.whitesharkadventures.co.za) è una delle migliori agenzie del Paese e l’avvistamento del “great one” è garantito. Per chi ama un pizzico in più di emozione, il cage-diving consente di calarsi in una gabbia e vivere un vis-à-vis con squaletti da 4 metri, per chi invece soffre di claustrofobia o non vuole calarsi indossando una muta, la visibilità da bordo nave è comunque sempre buona! Dopo un giorno di sosta, la carovana di Planet Explorer parte per la sua tappa finale. Dovremmo percorrere poco più di 300 km, ma su uno dei più piacevoli tratti di strada in assoluto. Siamo nel cuore del Western Cape, una regione splendida, con mille attrattive. Le strade sono scorrevolissime, l’asfalto ha un ottimo grip e la nostra Crosstourer scivola via che è un piacere fra curve e pieghe al limite di gomma e pedana. Noi proseguiamo lungo la R43, attraversando Hermanus, anch’essa famosa per il whale watching, per poi puntare dritti a quella che personalmente metto fra le 6 città più belle e vivibili al mondo nella mia top list. Cape Town, o Città del Capo, è una destinazione che, pur presa singolarmente, può essere senza indugi la meta per un intero viaggio. Da soli o in compagnia. Si può fare e vedere di tutto a Cape Town, rifacendosi dal centro cittadino, dal City Bowl con i suoi musei, i Company’s Gardens, ma anche per ammirare quella straordinaria architettura in stile decò e vittoriano, davvero uno degli esempi più raffinati al mondo. Controversa nell’anima come tutto il Sud Africa, anche Città del Capo non sfugge a questa regola e il passaggio dalle elegantissime ville di Constantia, alle misere township di Crossroads, fa parte del suo DNA. Dall’alto della Table Mountain si gode una vista e un panorama mozzafiato della baia e dell’intera città, ma è avvistando quell’isoletta piatta e lunga, Robben Island, che ci vengono in mente i 18 lunghissimi anni di prigionia di uno degli uomini più carismatici del nostro millennio, colui che ha saputo riunificare popoli e genti di un’intera nazione, bianchi e neri, sconfiggendo l’apartheid: Nelson Mandela. turD Con tanta nostalgia nel cuore per una sosta troppo breve, ripartiamo in direzione sud per goderci l’ultimo tratto di strada, gli ultimi 40 km del nostro live-tour. E anche qui potremmo sprecare parole a descrivere quanto sia affascinante questa zona che prima costeggia il mare e poi si inerpica sulla montagna. Sospesi fra l’eterea bellezza della scogliera di Good Hope e quella di Cape Point, il punto più sud-occidentale del continente africano, si conclude così, dopo 4.000 km e dieci giorni di viaggio, Planet Explorer 2 South Africa. Un progetto iniziato con tanta fatica e incertezza, ma portato a termine con successo per due importanti missioni: il progetto “Save a rhyno” e la St. Joseph Mission di padre Ciccone. Un arrivederci al prossimo viaggio!

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