MV Brutale e Dragster RR: il nostro test

MV Brutale e Dragster RR: il nostro test
Con la doppia R guadagnano cavalli, elettronica e appeal. Prestazioni impressionanti!

Redazione - @InMoto_it

22.10.2014 ( Aggiornata il 22.10.2014 15:57 )

MV ha presentato l’evoluzione delle sue “medie” da 800 cm3: Brutale e Brutale Dragster con la doppia R guadagnano cavalli, elettronica e tanto appeal grazie da particolari estetici riuscitissimi. Il 3 cilindri 12 valvole, comune ad entrambe le versioni, grazie a interventi che hanno interessato l’iniezione e lo scarico arriva a sprigionare 140 Cv e 8,77 kgm, che le proietta a 245 Km/h. L’elettronica prevede ABS di serie con funzione “anticappottamento”, traction control disinseribile e settabile su 8 livelli e 4 mappe, di cui una completamente personalizzabile persino nel freno motore. Oltre alla frizione antisaltellamento, il cambio beneficia della funzione Quickshifter di seconda generazione che permette la cambiata senza usare la frizione e chiudere il gas sia in salita che in scalata. Immutato il telaio mentre le sospensioni guadagnano una forcella Marzocchi “full alluminio” e totalmente regolabile oltre all’ammortizzatore di sterzo. Nuove colorazioni sia per Brutale che per Dragster, con questa ultima che ora viene dotata di serie di un cerchio a raggi che è praticamente una opera d’arte e che col “gommone” da 200 ha una resa estetica impareggiabile. Con queste premesse siamo saliti in sella in una splendida giornata “estiva” d’autunno tra le colline toscane dove abbiamo potuto saggiare le doti di entrambe le moto. Le prestazioni sono impressionanti: il propulsore ha una erogazione regolare con una progressione esagerata che porta la ruota anteriore ad alzarsi con una facilità allarmante e solo grazie all’elettronica la ruota posteriore riesce a mantenere la trazione voluta. I freni ottimamente coadiuvati dal ABS sono pronti e perfettamente modulabili. Ciclistica rigorosa sebbene la rigidezza delle sospensioni sulle imperfezioni stradali induca qualche reazione scomposta e, complice la sella molto “sportiva”, restituisca alla schiena del pilota, con gli interessi, forti colpi quando si prendono tombini o tagli nell'asfalto che è bene evitare rigorosamente. Per leggere le nostre impressioni di guida complete, non lasciatevi sfuggire il prossimo numero di In Moto, in edicola dal  10 novembre.   Max Carani
 

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