Yamaha X-Max 400

Yamaha X-Max 400

Redazione - @InMoto_it

01.07.2013 ( Aggiornata il 01.07.2013 17:33 )

Il ruote alte Yamaha diventa grande: con i 400 cm3 del suo monocilindrico e una linea che unisce la grinta del TMax alla praticità che ha sempre contraddistinto questo modello, è pronto a vivere una seconda giovinezza. Costa 5.990 Euro ma senza ABS     Non serviva nemmeno il logo sullo scudo: si capisce subito che il nuovo X-Max appartiene alla ricca e curatissima famiglia dei maxiscooter Yamaha. La linea ricorda il precedente modello ma le nuove proporzioni e una decisa e netta affilatura della sagoma, lo hanno reso ancora più moderno, più bello, più sportivo. Non è però una sola questione di stile: il nuovo propulsore, strettamente derivato da quello montato sul Majesty 400, innalza prestazioni e grinta senza rinunciare alla praticità e alla dolcezza. Lo abbiamo provato in città e non ci siamo fatti mancare una bella scampagnata per verificare quanto, in effetti, la crescita sia stata miracolosa e il risultato in linea con le aspettative. Qualche peccato di gioventù, tuttavia, lo abbiamo trovato: cominciamo dal principio. Lo sviluppo del nuovo X-Max è stato portato avanti con un obiettivo piuttosto audace: incrementare la cilindrata e le prestazioni senza rinunciare alla compattezza che ha sempre contraddistinto il modello. Il telaio, alleggerito di 1,5 kg e opportunamente rinforzato nelle zone sottoposte ai maggiori stress, mantiene praticamente le stesse quote del modello precedente e il gruppo motore, a sbalzo, non interferisce con le misure di abitabilità. La posizione di guida ha comunque subito importanti affinamenti: il manubrio è ora più alto e più vicino al pilota e l’abbondante sellone è pronto ad accogliere natiche di qualunque taglia. L’imbottitura è molto morbida ma non del tutto sufficiente a filtrare una risposta fin troppo vispa della coppia di ammortizzatori montati al posteriore. Già, nonostante la possibilità di intervenire sul precarico delle molle, sulle buche più incisive un bel calcetto nel sedere non ve lo toglie nessuno. La sella è leggermente più bassa da terra di quanto non fosse in precedenza: 785 mm contro i 792 mm dell’X-Max 250 Sport, ma la larghezza della parte frontale può creare qualche impiccio a chi non supera il metro e settanta. Poco male: l’equilibrio dinamico e l’agilità sono inaspettati, nonostante i 211 kg dichiarati, e anche nel traffico si zampetta poco e ci si divincola molto bene fra le fila di auto. I blocchetti elettrici sono più grandi che ricercati, ma all’uso non vi deluderanno, anche con guanti invernali, e le leve dei freni fanno più che onestamente il loro dovere. Il posteriore è un po’ duro ma, vista anche l’assenza dell’ABS, si riesce a modulare senza difficoltà e senza innescare alcun pattinamento. L’anteriore è decisamente più morbido ma offre un buon mordente e una risposta efficace e mai eccessiva. Il tunnel centrale rialzato sacrifica un po’ le dimensioni della pedana e la capacità di carico, tuttavia le gambe e i piedi non chiedono spazio in più e l’enorme sottosella, coadiuvato dalla coppia di cassettini nel retroscudo, danno man forte quando si tratta di stivare cose a bordo. Nell’uso quotidiano è tutta manna che scende dal cielo. DA FERMO I designer Yamaha sono riusciti a prendere due piccioni con una sola fava. Con un colpo di “clay” (e tante ore trascorse a scervellarsi) sono riusciti a creare uno scooter in grado di amalgamare alla perfezione le linee taglienti ed aggressive del TMax con la compattezza e l’equilibrio dell’X-Max 250, sfornando uno scooter che offre una perfetta via di mezzo meccanica ed estetica fra i due. Il profilo punta deciso verso l’avantreno grazie ai tagli decisi distribuiti lungo la carenatura: una scelta che amplifica l’aggressività del mezzo. La zona posteriore, anch’essa decisamente affilata, è invece resa un po’ pesante dal gruppo motore-trasmissione, dall’aspetto decisamente ingombrante. Se la vista laterale non viene troppo disturbata dalla parte meccanica, l’abbondante scarico e la cassa filtro sdoppiata sporcano un po’ la vista posteriore. Le rifiniture sono di alto livello e la cura per i dettagli è quasi maniacale: la goffratura delle plastiche del retroscudo vengono riprese all’interno dei cassettini e sul manubrio, le cuciture della sella sono di altissima qualità e anche sul pavè non abbiamo riscontrato alcun tipo di vibrazione o di scricchiolio. Ruote e componentistica sono di buon livello e in linea con le prestazioni del mezzo. Per uno scooter destinato ad affrontare, nella stragrande maggioranza dei casi, poche avventure fuori dai soliti tragitti e dai soliti confini, è davvero difficile pretendere qualcosa di più. fermo COME VA Il nome e le forme mentono sulla rivoluzione che questo scooter ha subito con l’introduzione del nuovo motore di 400 cm3. La potenza è cresciuta di un buon 50% e i 31,5 CV dichiarati sono più che sufficienti a spingere l’X-Max fino ad una velocità prossima ai 150 km/h. Tanto basta a modificare i limiti e le possibilità di uno scooter diventato “maxi” a tutti gli effetti. I chilogrammi sono tanti (211) ma, complici l’ottima trasmissione e il peso in basso, nel traffico ci si muove comodamente e molto velocemente. Il manubrio offre un’impugnatura sicura e vicina, ottima per tenere sotto controllo l’avantreno anche sui fondi più sconnessi. Il propulsore prende i giri velocemente ma con molta dolcezza: nessuno strappo e una progressione lineare e fluida fino alla massima velocità. Il motore di derivazione Majesty (ma con una trasmissione studiata ad hoc) conferma quindi le sue ottime doti: le vibrazioni sono pressoché nulle e la silenziosità meccanica è assoluta. Le mire turistiche suggerite anche dal catalogo accessori sono pertanto più che giustificate da una struttura in grado di supportare qualsiasi stress e qualunque chilometraggio offrendo, da parte sua, tutto il necessario per godersi i chilometri in maniera comoda e pratica. Nonostante l’ottima base e l’ottimo lavoro dei tecnici, l’X-Max 400 non è del tutto esente da punti deboli. Il cavalletto centrale vi farà dannare un po’: tocca terra con estrema facilità (ma non fa danni) e il peso del propulsore (molto arretrato) fa sì che l’avantreno si alleggerisca un po’ troppo nei curvoni affrontati ad alta velocità. La tenuta di strada però non è affatto compromessa: merito degli ottimi pneumatici e di un avantreno che trasmette fiducia e non molla mai la presa. Per la versione con ABS bisognerà aspettare ancora qualche mese tuttavia l’impianto frenante non ha tradito le nostre aspettative: la potenza è più che sufficiente per tenere a bada i cavalli e si riesce a centellinare senza problemi. Il riparo aerodinamico è piuttosto limitato: se si vogliono affrontare lunghe trasferte è meglio orientarsi verso il parabrezza maggiorato disponibile come accessorio. In configurazione standard solo il busto è isolato dalle intemperie. Le finiture sono, al solito, di livello superiore: il colpo d’occhio sul retroscudo, la precisione degli accoppiamenti e la qualità delle plastiche sono degne di una moto di alta gamma e la cura riversata nello studio di ogni singolo componente è all’altezza della migliore tradizione Yamaha. Questa caratteristica, unita alle ampie possibilità di utilizzo, giustificano il prezzo di acquisto che non è basso in assoluto, ma comunque allineato alla migliore concorrenza. movimento

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