Harley Davidson Softail Breakout e Dyna Street Bob Special

Harley Davidson Softail Breakout e Dyna Street Bob Special

Redazione - @InMoto_it

01.06.2013 ( Aggiornata il 01.06.2013 10:53 )

L’affascinante new entry del grande marchio americano che celebra 110 anni di vita si chiama Softail Breakout e ha un motore di 103 pollici cubi, come l’altrettanto nuova Dyna Street Bob Special, prodotta in tiratura limitata   Oltre a festeggiare in varie parti del globo, l’Harley-Davidson celebra il 110° anniversario del marchio con vari restyling e con due nuovi modelli. Il primo, denominato Breakout, appartiene alla gamma Softail e già al primo sguardo se ne intravedono i tratti aggressivi. Il nome apparteneva già ad un modello della serie limitata CVO presentata allo scorso Salone di Milano, ma questa versione “standard” e sensibilmente meno costosa dispone di un fascino “animale” ancora più intrinseco. Se, infatti, la base Softail in passato ha dimostrato di poter coniugare al meglio l’impostazione custom o chopper nella sua evoluzione più attuale, con questo modello mette in mostra anche una notevole propensione a impersonare una moderna muscle-bike. Il secondo modello, presentato in contemporanea, si chiama Street Bob Special, ed è allestito in serie limitata su base Dyna. Sono previsti solo 500 esemplari che non saranno proposti negli USA, ma esclusivamente sul mercato internazionale. Anche per questa versione il contesto è essenziale e senza fronzoli ma, differentemente dalla Softail, in questo caso l’impostazione della moto è tipicamente bobber. hd3 Guardandola appoggiata alla stampella laterale, la Breakout sembra una bestia meccanica con i muscoli bene in vista. Tutto in lei è stato disegnato per trasmettere sinuosità e arroganza e non v’è dubbio che diventerà un modello di riferimento per gli amanti del genere. Questa aggressiva Softail non poteva che avere tutto in vista: quindi fanale e parafanghi di dimensioni ridotte, luce posteriore più che minimale e sellino posteriore asportabile. Massiccia nei componenti, ma dalla linea snella e ribassata, la Breakout interpreta al meglio la moto essenziale e determinata dell’immaginario yankee. Mostra poca luce a terra, un notevole interasse ed è curata fin nel minimo dettaglio. Il risultato finale si traduce in un impatto estetico forte e carismatico che già a prima vista trasmette sensazioni di forza e potenza. Il monumentale bicilindrico a V di 103 pollici cubi è, assieme ai pneumatici, il fulcro della moto, tutto il resto sembra realizzato appositamente per far risaltare al massimo questi due elementi. Se le dimensioni del motore – già imponente di suo – sono amplificate da un sapiente alternarsi di cromo e vernice nera, le ruote non sono da meno. I nuovi splendidi cerchi, disegnati esclusivamente per la Breakout, si chiamano Gasser e si rifanno ai classici cerchi da drag-racing a dieci razze semicircolari che tanti consensi hanno ricevuto in questa disciplina tra gli anni ’60 e ’70. Neri e con parti lavorate che mettono a nudo l’alluminio per sottolinearne le autorevoli dimensioni, costituiscono un importante punto caratteriale del modello e calzano pneumatici 130/21” all’anteriore e 240/18” al posteriore. Proprio le misure “da macho” che ci si aspetta di trovare su una moto di queste caratteristiche. Un altro aspetto determinante è dato dalla massiccia forcella di conformazione tradizionale con gli steli di 49 mm di diametro. Rispetto ai precedenti modelli FX Softail l’interasse delle piastre della forcella è stato aumentato sensibilmente, dando così un aspetto imponente anche alla vista frontale. Tre le livree disponibili: non poteva sicuramente mancare una aggressiva versione nera (Vivid Black) ma è disponibile anche un’elegante proposta in Big Blue Pearl e una in rosso (Ember Red Sunglo), che forse è quella che sottolinea al meglio la muscolosa linea della Breakout. Nonostante l’elegante silhouette il serbatoio ha una capacità di quasi 19 litri di carburante e promette una buona autonomia. Per averla (completa di antifurto) ci vogliono 20.900 Euro per la versione nera e 21.200 Euro per le versioni blu o rossa. hd2 Esteticamente perfetta, la Breakout in marcia denuncia subito qualche ovvio limite, ma chi predilige una Softail mette già in conto un certo prezzo funzionale da pagare in favore dell’apparire. È risaputo che la bellezza ha un suo costo. Bassa e lunga, la Breakout conta su un’esigua luce a terra. Questo dettaglio, che le conferisce un’aria da dragster stradale, le consente anche un baricentro basso, un’altezza della seduta di soli 627 mm e una buona manovrabilità anche da fermo, soprattutto se messa in rapporto con il peso dichiarato di 308 kg. Quando poi si innesta la marcia e si rilascia il comando della frizione – sempre precisa, dolce ed estremamente modulabile, nonostante il comando a cavo – e la moto raggiunge un minimo di velocità, la sensazione di imponenza svanisce per lasciare il posto ad un piacere di guida inebriante, che l’utente H-D predilige di gran lunga a una cavalleria esagerata e a velocità stratosferiche. La contropartita è che essendo così bassa la Breakout (come del resto tutte le Softail) striscia subito le pedane a terra in modo fastidioso. I comandi sono avanzati e pieghevoli, quindi al contatto con l’asfalto si alzano e non compromettono più di tanto la traiettoria. Se però si insiste un po’ di più, una volta alzate le pedane basculanti, si tocca anche con la parte rigida. La cosa sarebbe facilmente risolvibile con dei comandi avanzati appena più alti o più stretti, ma la sensazione è che siano stati messi in questa posizione per strusciare a terra prima che la moto tocchi l’asfalto con i carter o con qualche altra parte sensibile al danneggiamento. Un’altra misura che influisce in modo determinante sulla guida è la lunghezza del passo. La Breakout ha un’inclinazione del cannotto di 35° e un notevole interasse che conferisce alla moto una lunghezza di 2.445 mm. Se da una parte questa misura la rende bella, imponente e determinata – oltre che stabile come su dei binari in rettilineo – dall’altra condiziona la guida nel traffico e la rende impegnativa sulle strade tortuose. Il largo pneumatico posteriore di 240 mm non agevola certo queste condizioni, mentre la scelta di una misura di 130/60-21” all’anteriore si dimostra oltremodo felice, consentendo sempre un ottimo appoggio. Queste considerazioni, che sicuramente avrebbero un certo peso su altri tipi di moto, non scalfiscono minimamente il carisma di questa Harley-Davidson, che si sceglie principalmente col cuore e che gratifica con sensazioni di guida inebrianti. Il manubrio è un drag-bar largo e imponente con una sezione di 1,25” e consente una buona padronanza del mezzo, tuttavia la sue larghezza può creare qualche difficoltà alle persone di bassa statura, che nelle sterzate più strette si ritroveranno con il braccio esterno completamente allungato. La posizione di guida è ottima e la sella bella e accogliente, anche in questo caso però chi ha un’altezza inferiore al metro e ottanta difficilmente riesce a trovare un valido appoggio al supporto lombare offerto dalla sella. Le vibrazioni semplicemente non ci sono e non si fanno rimpiangere. Guidando la Breakout si sente solo il cupo pulsare del motore di grossa cubatura e al minimo ruotare dell’acceleratore si intuisce una forza capace di trascinare un carro fuori dal fango senza salire di giri. Il motore è sempre padrone della situazione e ostenta un tiro progressivo e senza incertezze ad ogni regime, lasciando intuire punte velocistiche di rispetto, limitate però da una posizione di guida non certo sviluppata per questo scopo. La moto è frenata da due dischi flottanti, uno anteriore e uno posteriore, ed è equipaggiata di ABS. Se davanti la mancanza di un secondo disco non si fa sentire, al posteriore la frenata risulta un po’ spugnosa e migliorabile, ma nell’insieme si può dire che anche sotto questo aspetto la Breakout svolga bene il proprio lavoro. Rispetto alla Breakout la Street Bob Special ha un’inclinazione del cannotto di 29° e una lunghezza leggermente più contenuta. L’alto manubrio sconsiglia punte velocistiche molto elevate, ma la posizione di guida consente una buona maneggevolezza in ogni situazione. La sensazione, comunque, è che con un manubrio leggermente più basso la guida, già alquanto piacevole, risulterebbe ancora più eccitante, ma anche in questo caso la bellezza ha un prezzo e così impostata la Street Bob Special incarna alla perfezione quello che vuole essere: un bobber a 360°. Anche in questo caso il tiro del grosso bicilindrico di quasi 1.700 cm3 è possente e privo di incertezze. Le ruote a raggi sono di 19” all’anteriore e di 17” al posteriore, rispettivamente con pneumatici Michelin Scorcher di 100 e 160 mm, misure che agevolano sicuramente la guida rispetto alle più imponenti coperture della Breakout, mentre la frenata è simile a quella dell’agguerrita sorella. Per questo modello la luce a terra è un po’ maggiore e in ogni caso la posizione centrale delle pedane fa sì che non ci siano problemi di strusciamento in curva, anche se la posizione di guida alta ben si coniugherebbe a delle pedane sensibilmente più avanzate.

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