MV Agusta Brutale 800

MV Agusta Brutale 800

Redazione - @InMoto_it

01.02.2013 ( Aggiornata il 01.02.2013 14:26 )

La bellissima Brutale tre cilindri cresce fino alla soglia degli 800 cm3. Migliorano la ciclistica e il comfort di guida. Cresce anche il piacere grazie a un motore più ricco ai bassi e altrettanto arrabbiato in alto È bella come tutta la stirpe delle Brutale, ha le sospensioni regolabili, che sulla 675 non c’erano, e costa 10.290 Euro franco concessionario. Volendo ci si potrebbe indebitare anche solo per queste ragioni. Poi la si prova. E si capisce. Si capisce innanzitutto perché qualsiasi pilota preferirebbe avere 10 chilogrammi in meno che non 10 cavalli in più. E la Brutale 800 di cavalli ne ha parecchi e di chili ne ha proprio pochi. Si capisce perché il motore a tre cilindri ha la sua nutrita schiera di affezionati e chi lo prova non lo molla. Si capisce perché, in un panorama motociclistico che va stringendosi con proposte troppo evidentemente economiche o troppo costose, la nuda di Schiranna ha una sua evidentissima ragione di esistere. La Brutale non è una scelta di testa: è una sportiva svestita, arrabbiata per giunta, e a fare dei chilometri ci si rompe le scatole. Non è comoda in coppia e vi farà soffrire pensare di parcheggiarla in centro. È una scelta di cuore: vi piacerà guardarla quanto guidarla, parlarne quanto sentire parlare. È una moto di cui tutti si vantano: chi l’ha fatta perché l’ha fatta, chi ce l’ha perché ce l’ha, chi l’ha guidata perché ha fatto cose che non pensava di poter fare. Poi è bellissima e non costa un’esagerazione: si parte da 9.990 Euro. La Brutale 800 non fa del comfort la sua ragione di esistere, ma non si comporta nemmeno male. Più morbida della sorellina da 675 cm3, più dolce nelle risposte del resto della “famiglia” e meglio imbottita la sella. La posizione di guida è rannicchiata, certo, ma il serbatoio è corto e compatto e il manubrio vicino e largo: c’è spazio per muoversi. Le pedane sono alte e arretrate perché con questa moto le pieghe potete farle davvero. Bene i comandi a manubrio, ma con qualche riserva: nonostante la frenata sia potente e molto modulabile la frizione è invece un po’ dura e sensibile. I comandi a pedale richiedono  dimestichezza: il selettore del cambio ha una corsa leggermente lunga (ma si può regolare intervenendo sul registro) mentre il freno posteriore è fin troppo aggressivo e manca l’ABS. La forcella, una bella Marzocchi di 43 mm Ø pluriregolabile, vanta una scorrevolezza invidiabile che permette di assorbire senza alcun fastidioso riscontro le piccole sconnessioni in successione. Il mono Sachs, da’ il meglio di sé sotto sforzo copiando con fedeltà quanto succede sotto la ruota posteriore e regala sempre un’ottima sensazione di stabilità e sicurezza. Due sono i punti di forza della Brutale 800: il peso ridotto (MV dichiara 167 kg) e la compattezza  (l’interasse è di soli 1.380 mm). Queste caratteristiche, unite alla centralizzazione delle masse rendono la moto eccezionalmente agile e leggera senza comprometterne la stabilità, assicurata anche dalla rigidità della soluzione mista traliccio-piastre impiegata per il telaio. La sella è posizionata a 810 mm, non bassissima quindi, ma le dimensioni contenutissime della zona centrale permettono a piloti di qualsiasi taglia di toccare terra con facilità e sicurezza. DA FERMO Se le linee ricalcano fedelmente quelle della Brutale 675, sono i particolari a rendere ancora più ricca e affascinate questa incredibile naked. La forcella, completamente regolabile, dà ancora più vigore a un avantreno che non potrebbe essere più aggraziato e grintoso. Non mancano le pinze Brembo ad attacco radiale: un vezzo irrinunciabile per le moto che fanno della sportività il loro fascino. Tutte le linee, i colori, i dettagli sono amalgamati per rendere questa moto unica senza essere inarrivabile. Ci si può soffermare su uno qualunque dei dettagli per scoprire che nulla, o molto poco, è lasciato al caso. Ed è anche diverso l’approccio all’economia di scala che MV sembra aver sposato: qui non si tratta di dare il più possibile al minor prezzo possibile, ma dare il meglio al prezzo più equo. Una differenza sostanziale quando ci si sofferma sulla dotazione ciclistica, sulla cura con cui sono state rifinite le saldature del telaio, sul bellissimo forcellone monobraccio o sui collettori di scarico che avvolgono il propulsore andando a suonare quello che è già diventato il marchio di fabbrica delle MV tricilindriche. La Casa di Schiranna ha investito molto su questo progetto e su un motore che diverrà presto un punto di partenza comune per una serie di moto destinate a riportare fra i “big” il Marchio italiano. Alla luce di questo, e di tutto quello che c’è nel cassetto e ancora non sappiamo, non possiamo che aspettare con rinnovata fiducia un grande domani. mv2 IN SELLA La Brutale 800 non fa del comfort la sua ragione di esistere, ma non si comporta nemmeno male. Più morbida della sorellina da 675 cm3, più dolce nelle risposte del resto della “famiglia” e meglio imbottita la sella. La posizione di guida è rannicchiata, certo, ma il serbatoio è corto e compatto e il manubrio vicino e largo: c’è spazio per muoversi. Le pedane sono alte e arretrate perché con questa moto le pieghe potete farle davvero. Bene i comandi a manubrio, ma con qualche riserva: nonostante la frenata sia potente e molto modulabile la frizione è invece un po’ dura e sensibile. I comandi a pedale richiedono  dimestichezza: il selettore del cambio ha una corsa leggermente lunga (ma si può regolare intervenendo sul registro) mentre il freno posteriore è fin troppo aggressivo e manca l’ABS. La forcella, una bella Marzocchi di 43 mm Ø pluriregolabile, vanta una scorrevolezza invidiabile che permette di assorbire senza alcun fastidioso riscontro le piccole sconnessioni in successione. Il mono Sachs, da’ il meglio di sé sotto sforzo copiando con fedeltà quanto succede sotto la ruota posteriore e regala sempre un’ottima sensazione di stabilità e sicurezza. Due sono i punti di forza della Brutale 800: il peso ridotto (MV dichiara 167 kg) e la compattezza  (l’interasse è di soli 1.380 mm). Queste caratteristiche, unite alla centralizzazione delle masse rendono la moto eccezionalmente agile e leggera senza comprometterne la stabilità, assicurata anche dalla rigidità della soluzione mista traliccio-piastre impiegata per il telaio. La sella è posizionata a 810 mm, non bassissima quindi, ma le dimensioni contenutissime della zona centrale permettono a piloti di qualsiasi taglia di toccare terra con facilità e sicurezza. Ci si può anche soffermare ore sulla pulizia delle sue linee o sull’eleganza dei cromatismi che anche nelle livree più appariscenti mantengono un’eleganza invidiabile. Ma il vero, purissimo, piacere di guida arriva quando si da’ vita al portentoso tre cilindri e ci si lascia trasportare da una progressione e da una forza che nessuna nuda del segmento possiede. Brutale però lo è solo nel nome perché la possibilità di interagire con le mappature del motore e con il controllo di trazione permettono di renderla anche docile e mansueta, quasi, come fosse una moto normale. Ma la nuova tre cilindri di Schiranna normale non è nemmeno lontanamente. Leggerissima fin dai primi metri in sella, compatta che sembra di essere seduti sopra la ruota posteriore, veloce nei cambi di direzione quanto precisa e affilata a centro curva, la Brutale è senz’altro una moto nata già matura. Certo, non le manca qualche piccolo difettuccio: occorre prendere un po’ di confidenza con la manopola del gas che sembra rispondere con qualche istante di ritardo ai comandi del pilota, soprattutto in fase di riapertura, e la mancanza dell’ABS può creare qualche imbarazzo per la potenza dell’impianto frenante, soprattutto posteriore. Abbiamo potuto saggiare le incredibili doti della nuova Brutale nei dintorni di Cannes (Francia), attraverso le bellissime strade che costeggiano il massiccio dell’Esterel. Un asfalto perfetto, granuloso e... tanti rigagnoli d’acqua, ricordo dei temporali dei giorni precedenti al nostro test. Un posto perfetto per mettere alla prova questa nuova MV e per rimanerne definitivamente affascinati. L’enorme piacere di guida è assicurato da un tre cilindri che sembra non finire mai, con una riserva di cavalli e coppia che rende davvero difficile tenere la ruota anteriore appoggiata a terra nelle prime tre marce. La ciclistica fa la sua parte: la Brutale si butta dentro alle curve con un’agilità che solo i 167 kg che la Casa dichiara possono lontanamente spiegare. Sveltissima a raggiungere la corda, stabilissima ad elevate velocità. In una parola: divertentissima. In sella ci si muove davvero bene e si riesce ad assecondare la ciclistica seguendo senza alcuna fatica tutti i movimenti della moto. Il nuovo reparto sospensioni lavora con precisione nonostante la taratura proposta dalla MV lasci la forcella leggermente sfrenata in compressione. Il monoammortizzatore è perfetto e la moto segue tutte le sconnessioni senza alcun rimbalzo o risposta troppo secca. Il motore c’è sempre e ci si può addirittura rilassare guidando sottocoppia, utilizzando i rapporti più lunghi. Le vibrazioni sono poche, il rumore civilissimo anche per gli altri utenti. Incredibile inoltre la tenuta di strada sull’asfalto bagnato: qui il merito è della gommatura Pirelli (Diablo Rosso II) che ci ha permesso di tornare in albergo con un grosso sorriso stampato sotto il casco, alla faccia dell’inverno, della pioggia e di tutti quelli che non amano le cose fatte con testa e cuore. mv3    

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