Triumph Daytona 675 R

Triumph Daytona 675 R

Redazione - @InMoto_it

01.02.2013 ( Aggiornata il 01.02.2013 13:56 )

Una moto da corsa fatta per essere goduta piacevolmente su strada, al contrario di quanto avviene “normalmente” per le sportive   Dopo più di sei anni dalla presentazione di una delle pietre miliari del mercato delle supersportive, la Triumph rilancia il marchio Daytona grazie alla rivoluzione di una moto che già sapeva stupire gli appassionati. Sempre molto affascinante e dalla tecnica evoluta, la tre cilindri inglese raccoglie la sfida in un periodo in cui le sportive di media cilindrata non sono certamente le più richieste sul mercato... Snella e affilata, la Daytona gode di un nuovo design più accattivante e senza perdere il filo con la precedente versione sa rinnovarsi e migliorarsi nelle prestazioni. Ora non è altro che una moto da corsa con in più il grande pregio di essere facile e intuitiva. La sua indole è da sempre caratterizzata dal cuore pulsante, il tre cilindri, capace di emozionare per la sua spinta. E non solo, perché anche il suo rombo è inconfondibile e scalda il cuore degli appassionati. Però per chi usa la moto per strada è la spinta fin da bassi regimi l’elemento più determinante per innamorarsene. Tutte le novità apportate alla nuova Daytona 675 fanno venire una matta voglia di provarla, a maggior ragione se chi sale in sella è capace di emozionarsi con il rombo del tre cilindri. Il primo approccio non risulta molto differente dalla precedente versione, se non per una posizione di guida leggermente più rilassata e quindi meno affaticante per i polsi. Impostato l’ABS nella modalità Circuit, si è pronti per scendere in pista, dove si è svolta la nostra prima presa di contatto: nonostante questa sia una moto a tutti gli effetti stradale, il suo habitat naturale è certamente il circuito. La nuova Daytona nella versione R prevede di serie il cambio elettronico, particolari in carbonio e, non ultimo, un avanzato sistema ABS. Altro che fanali e frecce, qui bisogna adottare la tuta in pelle con le saponette alle ginocchia già dai primi metri! Solo così si riesce ad apprezzare la grande concretezza di questa moto che ha come punto forte il motore tricilindrico. Docile ma dalle prestazioni eccelse, il propulsore della Daytona permette a tutti di divertirsi per la sua facilità di utilizzo. Ma non è solo facile, anzi la spinta anche ai medi regimi è strepitosa e in sella a questa snella supersport si ottengono accelerazioni da urlo. L’erogazione della potenza è quindi migliorata sensibilmente e ora non presenta nessun calo, la sua crescita è molto lineare e vigorosa, fin da quando si inizia a dare gas. Tutto ciò permette di ottenere una guida pulita ed estremamente efficace, e si riesce ad appoggiare in terra tutta la potenza sprigionata anche se si affrontano curve con un angolo di piega molto accentuato. DA FERMO Non è un semplice restyling quello della Daytona, che per il 2013 si veste di una nuova linea molto curata e più accattivante, senza però stravolgere i concetti che da sempre la caratterizzano, e che la riconducono comunque alla precedente versione. Il colpo d’occhio più importante è il “trasferimento” del silenziatore da sotto la sella a sotto la pedana di destra: questo permette una snellezza della coda e una pulizia delle linee che rende la moto più affascinante, mentre è di gran pregio il telaietto posteriore che si intravede in tutta la sua bellezza, soprattutto se parliamo della versione R dove viene colorato di rosso. La vista frontale rimane caratterizzata dalla presa d’aria centrale, che ha ora una nuova forma appuntita che sembra essere il prolungamento del vetrino. Protagonisti della parte anteriore di questa supersportiva sono certamente i fanali che con il loro look affilato conferiscono quel tanto di aggressività che non guasta mai. La vista laterale della moto è molto accattivante: i tagli della carenatura la rendono filante e permettono di intravedere gli importanti componenti tecnici. Molto bello il forcellone, completamente rivisto nelle forme e nella rigidità, che ricorda un elemento che siamo abituati a vedere solo sulle moto da corsa. Dal design innovativo sono anche i cerchi: ora sono a 5 razze sottilissime che promettono una leggerezza maggiore decisamente importante nella guida sportiva. Un piccolo neo è riconducibile alla dimensione degli specchietti, abbastanza vistosi e dalla linea non bellissima, al contrario invece gli indicatori di direzione e il portatarga sono snelli e non rovinano l’armonia del design. La nuova Daytona è disponibile in due versioni: la R nell’unica colorazione bianco Crystal - nero Jet, mentre per la base (con sospensioni Kayaba) ci sono tre varianti: bianco-blu, nero-grafite e rosso-nero. triumph2 IN MARCIA Uno dei miglioramenti che ha riguardato la nuova configurazione del motore è sicuramente il maggior allungo. Se le precedenti versioni evidenziavano una piccola pecca sotto questo aspetto, oggi dopo aver raggiunto il punto di massima potenza a circa 12.500 giri/’, il motore non cala la spinta e regala gioie quasi fino a quota 14.000. Un particolare di pregio appositamente studiato per questa moto è la frizione antisaltellamento, di serie anche sulla versione base. Grazie al suo ottimo comportamento la ruota posteriore non si blocca mai, anzi permette sempre un ottimo appoggio sul posteriore nella fase di frenata. E non solo, infatti grazie a un sistema di doppia rampa inclinata, la leva della frizione rimane particolarmente morbida senza per questo avere problemi di slittamento. Il nuovo scarico che esce basso da sotto la pedana destra, oltre a un notevole vantaggio estetico ha apportato anche preziosi giovamenti alla sempre più sensibile questione della centralizzazione delle masse.Insieme ad altri accorgimenti di alleggerimento e uno studio sulle quote ciclistiche, la nuova Daytona ha fatto un passo da gigante nel feeling di guida. Sempre molto snella, la moto permette una posizione favorevole al suo controllo, con le gambe che aderiscono al serbatoio riuscendo così ad ottenere una fusione totale con la ciclistica. La posizione in sella ottimale e l’ottimo comportamento del telaio, permettono una percezione netta di tutto quello che accade, caratteristica che mette a proprio agio qualsiasi pilota. Il funzionamento della ciclistica è simile a quello della precedente versione ma è palpabile il miglioramento nella stabilità, come anche la spiccata agilità nel portare la moto da una piega a quella sul lato opposto. Tutto quello che il pilota pensa di fare, in un attimo lo riesce ad ottenere. Col minimo sforzo ci si inserisce nelle curve a velocità decisamente elevata e senza mai percepire una sbavatura. Le traiettorie sono molto precise e le reazioni delle sospensioni sempre molto controllate, un binomio che permette di spingere senza paura. Infatti se i tecnici inglesi hanno realizzato una ciclistica così rigorosa è anche merito del lavoro delle sospensioni, finemente tarate. Nella versione R della piccola Triumph sono state scelte di primo equipaggiamento le Ohlins, note per il loro funzionamento eccelso. Oltre alla fantastica percorrenza di curva, si riesce ad avere un feeling eccezionale nelle fasi di accelerazione: la connessione tra acceleratore e gomma posteriore è molto sincera e si riesce a sfruttare al meglio la poderosa erogazione del motore. Una grossa novità che equipaggia questa Triumph è l’ABS, un sistema nato per la sicurezza ma che anno dopo anno grazie ai continui sviluppi permette un utilizzo performante e per nulla invasivo nella guida sportiva. Nello specifico, questo sistema propone due grossi vantaggi, la possibilità di scegliere la modalità di utilizzo, ovvero più “interventista” per l’uso stradale, o meno “attivo” per l’uso in pista. E non solo, perché si può anche decidere di disinserirlo completamente, il tutto comodamente tramite i pulsanti e sul display. Come se non bastasse a completare la validità di questo ABS c’è il peso di soli 1,5 kg, piuttosto contenuto. Il suo funzionamento in pista è assolutamente buono, ovvero quasi impercettibile se non quando si esagera con il freno posteriore e il sistema toglie un po’ di potenza all’azione frenante. Comunque sono permesse piccole derapate. Il sistema non va a intaccare la grande forza frenante della nuova Daytona, che grazie alle pinze radiali della Brembo sprigiona una potenza invidiabile senza mai eccedere per troppa aggressività. Va solo fatto notare che da fermo la leva del freno risulta leggermente spugnosa, ma in movimento questa particolarità si annulla. Triumph3

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