MV Agusta Brutale 675

MV Agusta Brutale 675

Redazione - @InMoto_it

01.08.2012 ( Aggiornata il 01.08.2012 16:14 )

Ecco la Brutale 675: vicinissima alla sportiva F3 ma pronta ad accaparrarsi una bella fetta del mercato delle medie nude. Un motore incredibile e una linea unica e inconfondibile: la guida è puro, assoluto, piacere. Prezzi a partire da 8.990 Euro: poco per quello che è e quello che rappresenta   Ma poi, alla fine di tutti i discorsi che si possono fare, le differenze dove stanno? Insomma bellissima lo è, velocissima anche, unica senz’altro e, perlomeno rispetto alla prima serie da 750 cm3, non c’è nemmeno tanto gap di cilindrata. Perché poi quando si spalanca il gas, di quel pistone in meno che va su e giù non ci si ricorda nemmeno. Insomma va come un missile e pesa 167 chili che sembrano piume. In più costa molto meno di prima. Vogliamo cercare il pelo nell’uovo? Le finiture: in genere buone, ma non aspettatevi la meticolosità cui MV ci ha abituato, né una componentistica molto raffinata. Costa poco più delle altre nude del segmento però, e non è certo qualc he particolare a diminuire l’appeal di una moto che ha tutte le carte in regola per far innamorare chi vive di forza e bellezza. Potevano farla diversa, ma non sarebbe stata lei: la Brutale è piccola, corta ed eternamente giovane e la 675 non fa differenza. Poi non le manca nulla: dal monobraccio al fanale che ha fatto scuola, passando per il rastremato codino e un impianto di scarico destinato ad avere seguito anche nella produzione altrui. DA FERMO Il profilo della Brutale, poco lontano dalla moto che ha segnato il passo in avanti stilistico dell’intero segmento delle naked, ha ancora molto da dire. è bastato poco per rinverdire una linea immortale: un ridimensionamento che non passa solo per il propulsore e per il numero dei cilindri e un tocco di modernità a linee che, almeno in generale, non hanno fatto altro che appuntirsi. La coppia di scarichi sovrapposti tagliati a “fetta di salame” della quattro cilindri ha lasciato posto ad un inedito tris di silenziatori sovrapposti che non mentono su quanti pistoni frullano nel motore. Il monobraccio è diventato un po’ più piccolo ma lascia ancora in bella vista i cerchi a 5 razze sdoppiate. All’avantreno spicca la forcella a steli rovesciati da 43 mm Ø, impreziosita dalla presenza della coppia di pinze freno Brembo ad attacco radiale. Fanale, serbatoio e codino ricordano da vicino quelli impiegati sulla 4 cilindri, tuttavia le inedite proporzioni e gli aguzzi perimetri fanno ben sperare per un altro abbondante decennio sulla cresta dell’onda. E poco importa se alcune finiture si allontano dalla spettacolarità cui la Casa di Schiranna ci ha abituato negli ultimi anni; la Brutale 675 vuole avvicinare il pubblico al suo credo: il piacere della guida e del possesso, punto. Lo fa offendo tutto il possibile ad un prezzo poco più che popolare. Non ci sono altre strade se si vuole guardare con fiducia a domani. IMK058A-2   IN SELLA Le dimensioni complessive sono davvero ridotte ma la nuova Brutale è pronta ad accogliere piloti di tutte le taglie grazie ad una posizione di guida sportiva ma non estrema: il manubrio è perfetto, né largo né stretto, e il serbatoio rastrematissimo. In sella si diventa immediatamente tutt’uno con la moto. La seduta è poco distante da terra, 810 mm, ma l’imbottitura è davvero risicata e il comfort ne risente anche sulle piccole distanze. L’ingombro laterale è irrisorio, da bicilindrica, e il pilota non si trova in alcun modo costretto dalle sovrastrutture: una volta in sella si ha tutto, sempre e perfettamente, sotto controllo. I comandi a pedale non tradiscono la genealogia sportiva: le pedane sono alte e arretrate per avere un ottimo feeling di guida e tanta luce a terra, anche quando si va di fretta. Il comfort, di fatto, c’è e non c’è: non aspettatevi una turistica o una nuda giapponese, morbidosa e cheta, la Brutale è una sportiva nuda e come tale va trattata e vissuta. La sella è compattissima: sopra ci si muove leggeri ma si percepisce chiaramente quando sotto le ruote qualcosa non va. Ci si può consolare con l’ottimo posizionamento e la finitura dei comandi a manubrio: le pinze Brembo ad attacco radiale sono comandate da una bella pompa Nissin con serbatoio integrato e il ponte di comando offre una prospettiva del tutto simile a quella della Brutale a quattro cilindri. La taratura delle sospensioni tende decisamente al rigido e c’è poco da fare: le possibilità di intervento si limitano al precarico del monoammortizzatore. Le reazioni non sono brusche ma secche e, sia che si stia andando a spasso che al piccolo trotto, non si sente la mancanza di un reparto sospensivo più professionale. Il risultato complessivo è una naked che non fa nulla per nascondere le sue velleità sportive. E’ costruita per essere goduta fra le curve, larghe o strette non importa, e preferibilmente in solitudine. Si può accarezzarne il perimetro o lasciarsi affascinare da quello sguardo sprezzante, ma non si può comprendere pienamente lo spirito della nuova, piccola, Brutale finché non si dà vita al nervoso tricilindrico. Il rumore metallico e gorgogliante avvolge l’intorno: un suono impreciso e violento che si trasforma rapidamente in urlo insistendo sulla manipola del gas. La potenza non è solo suggerita, ma urlata, e la progressione una volta alla guida è impressionante, lontana da quella che la cilindrata e il frazionamento potrebbero suggerire. I cavalli ci sono, e tanti, ma non si nascondono solo nella parte alta del contagiri. Non bisogna nemmeno andarli troppo a cercare perché basta giocare con le mappature per trovarli esattamente dove ci si aspetta. Ovunque, se si sceglie la Sport, in alto utilizzando la mappa Normal o domati su tutto l’arco se si impiega la Rain. Ma non è tutto: gli incontentabili potranno passare qualche minuto di profonda riflessione per costruirsi la moto secondo i propri piaceri: con la mappatura Custom ci si può sbizzarrire intervenendo su diversi parametri, dall’intervento del limitatore alla coppia a disposizione, passando per la sensibilità del comando del gas. In tutti i casi, però, la Brutale 675 rimane una naked sportiva dura e pura, incredibilmente efficace dove si guida davvero ma non impossibile da portare a passeggio, specialmente se ci si aiuta anche con il controllo di trazione, programmabile su 8 livelli di intervento. La guida, finché non si chiede tutta la potenza disponibile, è eccezionalmente intuitiva: la leggerezza che questa piccola nuda butta sul piatto si traduce in una reattività eccezionale. La Brutale si lascia indirizzare senza difficoltà dove vuole il pilota. A quest’ultimo spetta il solo compito di accordare il polso alla velocità con cui la moto esegue gli ordini. La rigidità della ciclistica aiuta quando si esagera e non compromette troppo la funzionalità di una moto costruita per essere a suo agio in molte situazioni, che paga al comfort solo una sella troppo dura. Così, quando i ritmi aumentano, la taratura delle sospensioni trova tutte le giustificazioni necessarie mentre in città si apprezza il modestissimo peso e la grande modulabilità dei comandi. I freni rispondono con sollecitudine a tutti gli ordini impartiti: hanno sempre potenza e modulabilità, ad ottimi livelli. A conti fatti questa nuova media nuda ha tutto per attirare un gran numero di appassionati e lo sviluppo, andato di pari passo con quello della versione sportiva e carenata F3, ha già raggiunto un notevole livello. I punti deboli sono davvero pochi e riguardano principalmente il cambio che soffre di una corsa alla leva un po’ troppo lunga e qualche innesto un po’ rumoroso, soprattutto a motore caldo. In città è invece lo sterzo a creare qualche imbarazzo e anche la manovre più semplici diventano macchinose. Questo però, come la rigidità della seduta, sono dettagli strettamente legati alla leggenda delle moto sportive all’italiana. E la Brutale, anche se poco vestita, fa parte di quella affascinante, elitaria e incredibile storia lì. IMK058A-5

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