Harley-Davidson Softail Slim

Harley-Davidson Softail Slim

Redazione - @InMoto_it

01.04.2012 ( Aggiornata il 01.04.2012 10:30 )

L’Harley-Davidson guarda al futuro attingendo dal proprio passato come solo un grande marchio può fare. La Slim appartiene alla famiglia Softail ed è magra solo di nome. Ha un aspetto massiccio, con tutti i muscoli al posto giusto Due le novità Harley-Davidson presentate a febbraio e disponibili già in primavera. La più grossa, sia come cilindrata, sia come dimensioni, si chiama Slim, e appartiene alla famiglia Softail. Casey Ketterhagen, senior designer di questo progetto, ha raccontato che l’obiettivo principale è stato quello di mantenere il motore come vero fulcro della moto, quindi in evidenza su tutto il resto. La logica conseguenza è stata di ridurre e snellire le proporzioni della moto, eliminando tutte le parti considerate in eccesso ed abolendo finiture e dettagli che potessero distogliere l’attenzione dal motore. D’altronde è gioco facile per il monumentale propulsore di 103 “cubic inches” catalizzare l’attenzione... Il risultato è una moto carismatica, di forte personalità, massiccia e muscolosa nonostante la cura dimagrante, un vero bobber, che grazie al telaio Softail ha l’aspetto di un “rigido”. Il profilo del Softail è rimasto, come pure l’inimitabile stile Harley. Per il resto la moto è un tributo alle essenziali bobber che si costruivano artigianalmente negli anni ’50, con dettagli ripresi da una moto storica quale è stata la Knucklehead. La linea del serbatoio, della plancia di controllo e delle pedane poggiapiedi, infatti, attinge alla traccia lasciata da questo indimenticabile modello. Le ruote sono entrambe di 16”, a raggi, con i cerchi neri e i pneumatici dalle spalle alte, così da avere un aspetto ancora più massiccio ed occultare parzialmente la larghezza dei pneumatici volutamente contenuta in una misura che corrisponde a “soli” 144 mm, per conferire più maneggevolezza al mezzo. A supportare questa scelta c’è un largo manubrio denominato Hollywood, caratterizzato da un’ampia curvatura e da un traversino. Le sue origini come accessorio risalgono addirittura a prima della guerra, quando veniva montato su forcelle Springer e sul traversino venivano installate luci aggiuntive e borse, emulando quello “stile hollywoodiano” ricco di eccessi e di stravaganze che poi ha dato il nome al manubrio stesso. DA FERMO Tre i colori disponibili: nero opaco, nero lucido e rosso. Il nero (sia opaco che lucido) è il colore che le conferisce più grinta, ma la livrea rosso amaranto dà più contorno ai dettagli valorizzandola di più. Ci sono molte scelte accuratamente valutate che caratterizzano questo modello. Oltre al manubrio con traversino di rinforzo ci sono due corti parafanghi, una forcella robusta completamente schermata, molto simile a quella presente sulla Fat Boy, e un fanale di grosse dimensioni definito a Nacelle, ma che in realtà non rientra in questa tipologia dal nome di derivazione aeronautica. Poi c’è il piacevole impianto di scarico sdoppiato e sovrapposto sul lato destro con due lunghi terminali cilindrici Shotgun tagliati obliqui. Di qualsiasi colore sia la Softail Slim ha le parti lucidate o cromate ridotte all’osso. Ma se nella versione rossa le parti lucidate si sposano bene con la livrea, la versione nera risulterebbe sicuramente ancora più determinata e agguerrita se anche ulteriori parti della forcella e del motore fossero verniciate in tinta, o quantomeno le parti lucide del motore fossero rifinite mediante micropallinatura. Poco male comunque: come tutti sanno, per personalizzare a piacimento una Harley-Davidson c’è a disposizione tutto quello che si vuole. La targa è posizionata alla fine del parafango e il suo supporto prevede solo una piccola luce minimale che la illumina. La vera luce posteriore, sia di posizione che di stop, è sdoppiata e posizionata sui due lati assieme agli indicatori di direzione. Un’idea originale e valida che – oltre a lasciare il retrotreno particolarmente pulito – lascia intendere l’attenzione che i designer Harley-Davidson danno alle esigenze e ai gusti della propria utenza. Un altro dettaglio attentamente valutato sono i pochi centimetri di spazio lasciati “vuoti” tra sella e serbatoio. Sarebbe stato semplice eliminarli, ma il designer stesso della Slim ha dichiarato con convinzione: «È giunto il momento che il motore torni ad essere il centro di tutto. Mi piace l’idea di guardare verso il basso e intravedere il cuore pulsante che anima la moto». 12055f95 IN MARCIA La posizione di guida è eccellente, si ha letteralmente l’impressione di essere tutt’uno con la moto. La sella bassa (650 mm) e stretta all’anteriore consente di “inserirsi” perfettamente nel mezzo e di sentire il serbatoio tra le ginocchia. Il manubrio dotato di traversino è largo e offre un’impugnatura abbastanza bassa che asseconda la visibilità. Le pedane a mezzaluna sono molto comode e consentono una posizione naturale. Per chi ha il piede particolarmente grande o vuole comunque spaziare avanti e indietro sulle pedane è consigliabile eliminare la leva che fa da bilanciere al comando del cambio e usufruire unicamente della leva singola. La Slim è ben bilanciata e se non viene piegata oltre il dovuto non segnala gli oltre tre quintali di peso, e il serbatoio da 18,9 litri è capiente ma non ingombrante. La moto è dotata di serie di antifurto con telecomando con funzione di riconoscimento a distanza e concede la possibilità di avviare il motore senza introdurre la chiave (è sufficiente averla in tasca). Una volta avviato, il motore di 1.690 cm³ raffreddato ad aria si fa notare per la sua voce roca che denuncia la grossa cubatura e per l’assenza di vibrazioni, grazie al contralbero di bilanciamento che contraddistingue i motori della serie Twin Cam B. Appena si è in movimento l’eccellente posizione di guida mette subito a proprio agio e il largo manubrio trasmette una piacevole sensazione di dominio sul mezzo. Non ci sono vibrazioni fastidiose, solo il cupo rullare del motore che con la sua coppia poderosa trasmette la sensazione di poter divellere qualsiasi cosa si trovi sul proprio cammino. I comandi sul manubrio sono posizionati secondo la formula classica Harley e il comando della frizione risulta molto morbido e modulabile. Il baricentro è basso e le ruote di 16” contribuiscono ad abbassarlo ancora di più. Nonostante il notevole interasse, la misura contenuta dei pneumatici in larghezza concede alla moto una insospettabile maneggevolezza, e appena presa un po’ di confidenza non ci si ricorda più di stare portando a passeggio oltre 300 chili di acciaio e alluminio “made in USA”... Purtroppo, oltre al baricentro, anche le pedane poggiapiedi sono molto vicine a terra e basta veramente poco per grattarle sull’asfalto. Poco male, sono comunque pieghevoli e quindi fino a un certo livello non intralciano la traiettoria impostata. L’inserimento delle marce è quello classico delle Harley con spaziature notevoli della leva, ma tutto sommato abbastanza preciso, e le sei marce disponibili sono divise in modo impeccabile, così da consentire di godere appieno delle sensazioni che il grosso bicilindrico sa offrire. Un singolo freno anteriore a disco – più uno al posteriore - non è certo l’ideale per fermare una moto di questa mole, ma certamente anche l’occhio vuole la sua parte, e l’avantreno visto dal lato destro è indiscutibilmente piacevole. L’ABS è di serie, ma anche questo (a nostro giudizio) è migliorabile. C’è comunque da dire che chi sceglie la filosofia motociclistica proposta dalla Harley-Davidson non cerca certo le staccate al limite o l’inserimento estremo in curva, quindi la Slim svolge egregiamente il compito per il quale è stata concepita, e in più porta degnamente in sé il carisma esclusivo che questo marchio sa offrire. 12055fkf

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