Aprilia RS660, Honda CBR650R e Kawasaki Ninja 650: la resa dei conti!

Aprilia RS660, Honda CBR650R e Kawasaki Ninja 650: la resa dei conti!

Le sportive stradali di media cilindrata sono sempre meno ed è un vero peccato: offrono un gran gusto su strade tortuose, a volte anche più delle sorelle naked. Abbiamo messo a confronto le ultime rimaste e abbiamo dato i voti

04.03.2021 12:14

 

Aprilia RS660

Una sportiva non si acquista perché consuma poco o perché ha un buon sottosella. Se li ha tanto meglio, ma ciò che conta è che sia innanzitutto emozionante già da ferma. E dite pure quello che vi pare, ma l’Aprilia in questo caso è parecchio avvantaggiata. Saranno i suoi colori accesi, ricordo sfocato di una gioventù lontana (chi non ricorda l’RS125 dei primi anni 90? Da lacrima), sta di fatto che il piatto è davvero invitante. Una volta in sella, arriva forte la sensazione di avere a che fare con una sportiva vera. È minuta, leggerissima e caricata sull’avantreno. Ci si trova vagamente appollaiati su un siluro corto e leggero, da guardare ma soprattutto da guidare. I primi metri sono spesso rivelatori e nel caso dell’Aprilia tutto è pensato per mettere a proprio agio chi guida. Cambio e frizione sono morbidi, la moto volta in un fazzoletto con naturalezza, senza doverci pensare. Nelle inversioni più infide, con lo sterzo a battuta, le rivali sono un po’ più semplici e intuitive, ma nulla di così così grave. 

Un comportamento neutro ed equilibrato, merito in gran parte di un motore che è un vero diavolo. Ai bassi c’è abbastanza coppia da non dover impazzire col cambio (preciso, ma non il più rapido), ma per godere davvero bisogna spingersi oltre i 6.000 giri. È qui che il bicilindrico si trasforma, da compagnone a piccolo vulcano, capace tranquillamente di tenere il passo delle naked più in forma del mercato (e di cilindrata decisamente maggiore). L’allungo è insistente e non si ferma prima dell’intervento del limitatore. D’altra parte, il fatto di pesare poco comporta benefici in ogni fase della guida: accelerazione, frenata, piega. La piccola RS è una moto compatta, rigida e svelta, un furetto che scatta da una curva all’altra. E senza chiedere chissà quale impegno: una leggera pressione sulle pedane è sufficiente a correggere (quasi) qualunque errore di valutazione. È efficace soprattutto in ingresso di curva, dove scorre come una lama nel burro. La discesa in piega è estremamente controllata grazie a sospensioni che affondano ma non cedono e la distribuzione dei pesi è calibrata da artigiani dell’assetto. 

 

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