Alla scoperta del Drag Racing

Alla scoperta del Drag Racing

Potenza, riflessi, determinazione e velocità folli raggiunte all’istante: questo è il Drag Racing. Con questa anteprima iniziamo un’avventura a cadenza settimanale sull’ambiente più estremo del motosport               

Giorgio Scialino

20.06.2017 17:51

Le gare di Dragster hanno origine americana. L’unico posto dove si poteva concepire una cosa del genere sono ovviamente gli States, le loro origini risalgono agli anni ‘40 e nacquero come estensione delle gare di velocità che si svolgevano su alcuni laghi salati (Bonneville in primis). 

MERITO DELLA POLIZIA - La loro nascita, paradossalmente, fu merito anche della polizia che, con il suo prodigarsi per contrastare il dilagare delle corse clandestine sulle strade, contribuì a far decollare questa disciplina. Nacque così il culto dell’accelerazione, dove macchine e piloti dovevano dimostrare forza e capacità di controllo scaricando a terra in un istante tutta la potenza di cui disponevano. In queste gare il concetto è molto semplice: si parte in due, da fermi e affiancati, un pilota deve prevalere sull’altro coprendo nel più breve tempo possibile una lunghezza prestabilita, di solito un quarto di miglio o, quando le circostanze non lo permettono, un ottavo di miglio. 

UNO CONTRO L’ALTRO - Non esistono prove d’appello, la gara va avanti mettendo fuori combattimento un concorrente dopo l’altro, i due più forti arrivano in finale e uno solo sarà il vincitore. Naturalmente con gli anni il regolamento si  evoluto, sono state create diverse categorie e le norme di sicurezza sono divenute rigidissime, ma il succo del concetto rimane lo stesso: due concorrenti che si battono allo spasimo sul filo di millesimi di secondo, concentrando in un breve attimo gli sforzi e gli studi di mesi, quando non di anni, di lavoro e di esperienza. La filosofia del pilota di Dragster sta tutta in una frase: se sei secondo hai perso. Questa situazione lo differenzia da qualsiasi altra competizione, inoltre la rapidità con cui si susseguono i match - perché alla fine di veri e propri combattimenti meccanici si tratta -  tiene alta l’attenzione, impedendo al pubblico di distrarsi e decretando il successo di questa formula.

Alla scoperta del Drag Racing: foto

Alla scoperta del Drag Racing: foto

Potenza, riflessi, determinazione e velocità folli raggiunte all’istante: questo è il Drag Racing. Con questa anteprima iniziamo un’avventura a cadenza settimanale sull’ambiente più estremo del motosport                   

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SBARCO IN EUROPA - In Europa il Dragster sbarcò all’inizio degli anni ‘60, quando alcuni piloti americani furono invitati a dare dimostrazione di questo sport davanti a un pubblico di curiosi che non sapeva bene cosa aspettarsi. Al tempo nel Nord Europa era già consolidata un’altra disciplina: lo Sprinting, che prevedeva un solo concorrente per volta, cioè un pilota che copriva la distanza prestabilita da solo, cercando di staccare sul cronometro il minor tempo possibile.  Chiaramente la formula americana del confronto diretto godeva di più fascino e in breve il Drag-Racing sostituì lo Sprinting. 

PASSIONE INGLESE - Nel 1966, in Inghilterra, usufruendo di un vecchio aeroporto militare abbandonato, fu inaugurata a Poddington, nel Northamptonshire la prima pista stabile europea per Drag Racing, quella che tuttora è considerata la pista di Dragster numero uno del vecchio continente. Infatti, se pure la NitrOlimp’x di Hokenheim è l’appuntamento più colorato della stagione, con una data e una collocazione invidiabili (centro Europa e metà agosto), nonché con un’organizzazione e degli Show in grado di attirare folle da stadio, il Santa Pod Dragway è considerato dagli appassionati la mecca  europea di questa disciplina.

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