Wildays, il nostro racconto della prima edizione 

Wildays, il nostro racconto della prima edizione 

Siamo stati all’evento di Varano organizzato dagli Anvils. Ecco cosa abbiamo visto

 

Max Carani

09.06.2017 ( Aggiornata il 09.06.2017 11:38 )

E’ sempre difficile lanciare un nuovo evento e soprattutto riuscire a fare qualcosa di originale e ben organizzato al primo colpo. Eppure dobbiamo testimoniare che “Phonz” Fontanesi e San Marco Filos (che alcuni conosceranno come “The Anvils”, i cutomizer che hanno partecipato al primo talent televisivo sul custom italiano) insieme ad Anastasia Fontanesi e GianMaria Montacchini sono riusciti in questa impresa che gli deve essere costata parecchia fatica a giudicare dai loro volti stanchi mentre, a “caldo”, è veramente il caso di dirlo, ci rilasciavano le loro soddisfatte dichiarazioni alla chiusura dell’ultima giornata di questa tre giorni improntata alla passione per i motori, alla musica e al buon cibo.
La manifestazione si è svolta presso l’autodromo di Varano de Melegari, che ha già nel territorio un grande alleato: si trova adagiato tra le colline parmensi nel cuore di quelle che noi, rinunciando alle inglesizzazioni, amiamo definire, “valle dei motori” (e aggiungiamo del cibo).

Wildays, le foto della prima edizione

Wildays, le foto della prima edizione

Siamo stati all’evento di Varano organizzato dagli Anvils. Ecco cosa abbiamo visto

 

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NON SOLO PISTA - Impressionante il colpo d’occhio all’arrivo: il torrente Ceno, visto il gran caldo, utilizzato a mo’ di piscina naturale per rinfrescarsi o semplicemente prendere il sole. Più avanti, nell’enorme e verdissimo spiazzo antistante l’autodromo, erano stati allestiti un fettucciato dove si poteva girare con moto da cross, regolarità o special Scrambler, con l’unica regola dell’essere vestiti in stile “vintage race”. E ancora una pista di flat track dove girare liberamente, anche noleggiando una moto, oppure prendendo lezioni da Marco Belli che aveva trasferito temporaneamente la sua Ditraversoschool sia per gli adulti che per i bimbi. In questa area, ad attrarre l’attenzione, anche il Track di The Deus Swank Rally, la competizione ideata da Deus ex Machina che ha avuto a Varano la sua seconda tappa dopo l’esordio Milanese presso le ex officine Falk.

NEL VILLAGGIO - Entrando nell’autodromo intitolato a Ricardo Paletti, con il rombo di motori a fare da sfondo, una infinità colorata di bancarelle dedicate al mondo delle due ruote, stand di preparatori, produttori di abbigliamento, caschi e accessori, come Stylmartin, Premier e Zard per citarne alcuni e riconoscergli il merito di aver creduto fin da subito in questa manifestazione. Con loro a dare fiducia agli organizzatori anche alcune case ufficiali (che citiamo in ordine alfabetico), giunte qui per far provare le loro moto: Ducati, con le Scrambler, Harley Davidson con l’intera gamma, Yamaha con la famiglia Faster Sons, e ancora Zero Motorcycles con le loro innovative elettriche. Infine in esposizione statica anche tutti i modelli della SWM. 

COME I CAMPIONI - In circuito era possibile girare con la propria moto approfittando di turni a prezzi modici oppure, essendo iscritti al contest, cimentarsi in gare di accelerazione come la Hurricane Drag Race e poi la Honky Tonk Race, gara tra vecchi motorini 50 in cui era indispensabile essere vestiti da indiani o cow boy. Chiaramente, in ogni dove, “special” allestire da preparatori famosi o da appassionati, desiderosi di distinguersi. Insomma la prima impressione girando per questo evento è che tutti si stessero divertendo un mondo, impegnati nella disciplina motoristica prediletta, incuranti del caldo opprimente e dalla polvere, indiscussa protagonista insieme alle 1500 suggestivissime balle di paglia utilizzate nei modi più disparati: come corsie di canalizzazione, come tavoli e panchine fino ad allestimento per le bancarelle.

TRA FOOD TRUCK E CONCERTI - Per tutta la tre giorni è stato anche un susseguirsi di musica ed eventi in genere e i convenuti potevano “sfamarsi” grazie agli 11 specialisti italiani in “street food” che avevano portato qui il loro truck: in realtà più che di camion si trattava di originali e graziosissimi furgoncini, con qualche apecar perfettamente allestita, da cui si affacciavano per porgere le loro ghiottonerie. Insomma ci è piaciuto molto il “taglio” dato a questo avvenimento, una sorta di campus motoristico, improntato allo “stare bene insieme” e ne sono rimasti soddisfatti anche gli espositori, a giudicare dai commenti positivi che abbiamo registrato confrontandoci con alcuni di loro. Tutti i numeri dell’evento potete trovarli nel comunicato ufficiale che abbiamo pubblicato qualche tempo fa. Per noi assumono un aspetto secondario quelli relativi alle presenze, distribuite e quindi “dissimulate” su una area che ricordiamo vastissima: ben 50.000 metri quadrati dedicati, tra cui un area in cui campeggiare per tutti e tre i giorni per vivere al 100% la “wildness” dell’evento.
Ci rivediamo tutti agli Wildays 2018 ragazzi!

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