Automotoretrò punta sulle giapponesi

Automotoretrò punta sulle giapponesi
Per l'edizione 37 dell'evento in programma dal 31 gennaio al 3 febbraio al Lingotto Fiere, annunciata una ricca collezione di Honda, Kawasaki, Suzuki e Yamaha degli anni Sessanta e Settanta

FLG

25.01.2019 ( Aggiornata il 25.01.2019 12:13 )

Le Big Four, le quadricilindriche arrivate dal Giappone negli anni Sessanta e Settanta, saranno protagoniste della  37a edizione di Automotoretrò, in programma al Lingotto Fiere di Torino dal 31 gennaio al 3 febbraio. Honda, Kawasaki, Suzuki e Yamaha sono i quattro marchi che più hanno segnato l’evoluzione delle moto: da semplici utilitarie a icone di stile, sono diventate sinonimo di un nuovo modo di vivere il tempo libero e lo sport.

L’innovazione, attuale ancora oggi, e il carattere nipponico si raccontano in una collezione di oltre 40 pezzi risalenti agli Anni Sessanta e Settanta che potranno essere ammirati da vicino nell’area tematica a cura di Bartolomeo Maina nel Padiglione 2. Una mostra tributo alla mitica Golden Age che seguì allo sbarco delle grandi case motociclistiche giapponesi sul mercato europeo, capaci di dettare le nuove linee stilistiche e alzare l’asticella dal punto di vista tecnologico e progettuale.

HONDA CB 750 FOUR - Del 1969, un gioiello ingegneristico che stupì il mondo con prestazioni e dotazioni di serie mai viste finora. E’ stata la prima quattro cilindri ad offrire un freno a disco idraulico all’anteriore e prodotta su grande scala, prometteva i fatidici 200 km orari. Facile da condurre, robusta e affidabile, quando arrivò nei concessionari, fu subito chiaro che stava iniziando una nuova era.

KAWASAKI MACH III - Nello stesso anno lascia il segno e sorpassa ogni aspettativa lanciando la Mach III, una tre cilindri a due tempi estremamente potente, dalla linea svelta ed essenziale, con la tendenza ad impennarsi, una bizzarra richiesta dell’importatore americano che voleva contrastare il dominio delle Honda. La ritroveremo a Automotoretà a fianco a una 900 Z del 1973: in questo caso l’obiettivo era quello di realizzare una superbike dalle caratteristiche nettamente superiori, prendendo a modello la sofisticata architettura meccanica dei motori italiani da competizione delle Gilera 500 4C e MV Agusta 500 4C. Oggi è tra le più ricercate e valutate sul mercato delle moto d'epoca, proprio per la difficoltà di reperire esemplari originali e completi.

YAMAHA XT500 - A pochi giorni dalla conclusione della 41a Dakar, uno sguardo alla vincitrice della prima edizione, la Yamaha XT500. Ancora oggi il suo fascino essenziale resta immutato: dall’aspetto agile e robusto è dotata di un motore monocilindrico che ha rivoluzionato il mondo delle enduro.

SUZUKI T500 “Titan”  - La prima ad arrivare in Italia nel 1969, è la più grossa bicilindrica che il marchio avesse prodotto fino ad allora. Bicilindrica due tempi raffreddata ad aria, montava un motore ispirato a quello della inglese Scott 500 e nella sua versione d’esordio l’assetto rigido la rendeva poco confortevole, quanto precisa nell’inserimento in curva. 

 

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