Mobilità, ANCMA: città italiane poco attente alle moto

Mobilità, ANCMA: città italiane poco attente alle moto

L’Osservatorio Focus2R, promosso da Confindustria ANCMA e da Legambiente, traccia un bilancio in chiaroscuro del rapporto dei comuni con le due ruote. Scarsa attenzione alla sicurezza, pochi parcheggi, investimenti ridotti. Però c’è interesse per i guard rail salvamotociclisti

18.01.2021 ( Aggiornata il 18.01.2021 18:01 )

I comuni italiani sono sempre più attenti alla mobilità urbana in bicicletta, ma guardano distrattamente a quella sulle due ruote a motore.

È la sintesi impietosa del 5° rapporto dell’Osservatorio Focus2R, promosso da Confindustria ANCMA (le aziende produttrici di moto) e Legambiente, in collaborazione con Ambiente Italia.

Crescono gli spazi dedicati alle piste ciclabili, e l’aumento della sicurezza dei ciclisti viene inserito fra le priorità più alte dalla metà dei comuni intervistati.

Per le moto invece, il rapporto di quest’anno parla di pochi parcheggi dedicati, di ZTL ancora non sempre aperte, e di scarsa attenzione alla nostra sicurezza, con un 59% dei comuni che risponde di non considerarla una priorità nei propri Piani di Mobilità e del Traffico; e un 12% che addirittura la indica espressamente come una priorità bassa

Guarda QUI i dati del mercato moto 2020

L’Osservatorio Focus2R ha coinvolto quest’anno 104 comuni capoluogo italiani, con un questionario predisposto da Confindustria ANCMA e Legambiente. Hanno risposto 79 comuni, con dati aggiornati al 2019, e di altri 17 sono disponibili i dati del 2018. Alcuni comuni non hanno proprio risposto.

Ecco i principali dati emersi.

Le ZTL

L’accesso alle ZTL è libero per moto e scooter nel 40% delle città, e in un ulteriore 37% dei casi è limitato a residenti e/o autorizzati. Il 9% dei comuni vieta l’accesso espressamente ai mezzi Euro 0 ed Euro 1.
Nel 68% delle città l’accesso alla ZTL è gratuito, mentre in un ulteriore 20% la gratuità è prevista solo per residenti e/o autorizzati.

Corsie riservate e parcheggi

Va male su tutta la linea. Solo 6 città consentono alle due ruote a motore di utilizzare le corsie dei mezzi pubblici. Sono Benevento, Imperia, Milano, Parma, Taranto e Venezia. Si può accedere solo in alcune corsie a Bergamo, Como, Genova e Pescara. Siamo al 12% dei comuni, in discesa rispetto al 18% del 2018.

Per quanto riguarda i parcheggi per moto, hanno risposto solo il 48% delle città. La conferma è Firenze, che ne ha 83 ogni mille abitanti. 32 città, sulle 49 che hanno risposto, non raggiungono i 5 stalli ogni mille abitanti. E ben 18 di queste non dedicano alle moto che il 5% del totale delle piazzole di sosta.

Funziona lo sharing?

Se ne parla molto, ma al momento sono solo 5 i comuni (Genova, Milano, Rimini, Roma e Torino) che dichiarano di averne almeno uno funzionante. Si tratta di solito di mezzi elettrici, con flotte anche abbastanza nutrite.
Solo 3 città hanno dichiarato il numero degli abbonati al servizio: 180mila a Milano, 55mila a Rimini e 40mila a Genova.

Poche città amiche dell’elettrico

Il 56% degli 87 comuni che hanno risposto ha dichiarato di avere almeno 1 punto di ricarica sul proprio territorio. Pochissimo. In tutto i punti di ricarica dichiarati sono 1.658, il 97% dei quali è di proprietà pubblica.

A farla da padrone la solita Firenze, città che ha sposato l’elettrico ormai molti anni fa, e che si distingue con le sue 410 colonnine. Seguono Milano, a quota 317, Roma, a 185., Genova a 110 e Bologna a 75. Ben 15 comuni non superano i 5 punti di ricarica, mentre sono 12 quelli con più di 30 punti.

Però ci sono un po’ di guard rail salvamotociclisti

Lo abbiamo detto in apertura: le città non sembrano molto sensibilizzate sul tema: il 59% dei comuni non la considera una priorità, il 12% la indica come priorità bassa.

In compenso 70 comuni hanno risposto alle domande sui guard rail salvamotociclisti. Fra loro il 32% ha dichiarato di averli installati e un altro 26% di volerli ampliare o utilizzare in futuro.

Siena e Cremona sembrano le città più volenterose, con oltre 3 km di guard rail installati. Novara ne ha 2 km.

Pochi incentivi

Nei tre anni 2017-2019 quasi nessuna città ha previsto incentivi per il rinnovo del parco circolante di moto e scooter. Bergamo, Genova e Modena sono le uniche tre ad aver previsto incentivi per veicoli elettrici: Bergamo nel 2017, Genova nel 2017 e nel 2019, Modena per tutti e tre gli anni.

Genova, che a fine 2019 ha limitato la circolazione nel centro ai mezzi Euro 0 ed Euro 1, nello stesso anno ha previsto anche incentivi per mezzi con motore termico.Nel 2019 nei capoluoghi italiani hanno circolato in media 12,9 moto per ogni 100 abitanti. Con città dove tale rapporto è enormemente più alto: a Imperia ed a Livorno siamo a 25 moto ogni 100 abitanti!

Numeri in aumento rispetto agli anni precedenti. Quindi il mezzo a due ruote a motore è vincente. La scommessa per tutti noi è farlo capire agli amministratori delle città.

Nel 2020 il mercato delle elettriche è cresciuto dell'84,5%!

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