In attesa di conoscere da vicino le novità dell'edizione 2021, ripercorriamo la storia del Salone e di quelle moto che - a modo loro - hanno lasciato il segno per tecnica e design

Top 10: i concept più intriganti visti a Eicma

<p class="p1"><strong>Eicma 2021</strong> sta per arrivare e, come ogni anno, <strong>accanto alle novità</strong> dei Marchi più importanti ci sarà spazio per<strong> i concept più affascinanti</strong> o strambi. Dal 25 al 28 novembre ci attende la <a href="https://www.inmoto.it/foto/news/2015/11/12-101664/in_attesa_di_eicma_2015_le_ragazze_del_2014/" target="_blank" rel="noopener">nuova edizione della fiera italiana</a>, quindi è tempo di ripassare: <strong>quali sono i concept che hanno rubato la scena</strong> nelle varie edizioni? Eccone una carrellata.</p>
<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>
<h2 class="p1">Moto Guzzi V12 X</h2>
<p class="p1">Nel 2009 lo stand di Moto Guzzi fu assalito dai fan, colti di sorpresa da<strong> tre prototipi</strong> che non erano stati annunciati: <strong>V12 Strada, V12 Café Racer e V12 X</strong>. Dopo un periodo delicato e la crisi internazionale, il Marchio italiano iniziò la sua rinascita svelando contemporaneamente tre concept su base V12 che fecero strabuzzare gli occhi agli appassionati, ma che non videro mai la strada come prodotti di serie: lo stile mai banale di<strong> Pierre Terblanche</strong> e il <strong>motore a V trasversale raffreddato ad aria</strong> da 1.200 cc con trasmissione cardanica erano alla base della maximotard, rimasta con le sue due sorelle soltanto un sogno nel cassetto.</p>
<p class="p1"></p>
<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>
<h2 class="p1">Brutus</h2>
<p></p>
<p class="p1">Una bestia “bruta” capace di <strong>solcare tutti i terreni</strong>, con la possanza delle <strong>ruote oversize</strong> spinte da un motore da 750 cc per 49 Cv di potenza con tanto di <strong>retromarcia</strong>. La Brutus è nata dal designer Alessandro Tartarini, ideatore della Lambretta. Fu presentata nel 2012 con la possibilità di sostituire gli pneumatici con i<strong> cingoli e gli sci</strong> per trasformarsi in una motoslitta. </p>
<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>
<h2 class="p2">Husqvarna Baja</h2>
<p></p>
<p class="p2">Lo stile delle creature <strong>Husqvarna anni Sessanta e Settanta</strong> fu condensato, nel 2012, in questo concept molto diverso rispetto alle consuete “frecce” svedesi di ultima generazione. A ispirare questo modello fu l’iconica<strong> copertina di Sports Illustrated</strong> del 23 agosto 1971 con <strong>Steve McQueen</strong> sulla <strong>Husqvarna Cross 400</strong>, una pietra miliare nell’immaginario degli appassionati. La tecnica della Baja era invece moderna, ideale per l’off-road leggero. </p>
<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>
<h2 class="p2">Bmw concept 6</h2>
<p></p>
<p class="p2">Eicma 2009 lo scenario, <strong>sei cilindri</strong> il centro di gravità di questo concept tedesco: il <strong>fascino di questo motore</strong> stava nella funzionalità e nel sound da turbina. La <strong>Concept 6</strong> si presentò come alloggio ideale del propulsore, che al tempo non veniva sfruttato a dovere sulla tourer K1600GT. Della Concept 6, alla fine, <strong>è rimasto solo il motore</strong> che oggi equipaggia la <strong>serie K di nuova generazione</strong>.</p>
<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>
<h2 class="p2">Aprilia FV2</h2>
<p></p>
<p class="p2">Il concept progettato da<strong> Miguel Galluzzi</strong> nel 2007 tracciava la strada per quella che sarebbe diventata la direzione di Noale <strong>in quanto a superbike</strong>: un anno dopo sarebbe uscita la<strong> RSV4</strong>, che dalla FV2 prese a piene mani<strong> la sella e il serbatoio</strong>. Motore bicilindrico da 1.200 cc raffreddato a liquido, il concept era molto <strong>leggero e tecnologico per l’epoca</strong>: la moto era interfacciabile con il PC per scaricare dati sulle prestazioni e caricare mappe sul display. <strong>Sembra passata una vita… </strong></p>
<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>
<h2 class="p2">Husqvarna Mille 3</h2>
<p></p>
<p class="p2">Dopo la Nuda 900, la Husqvarna di gestione BMW aveva in programma lo sviluppo di una completissima<strong> gamma di moto stradali</strong> da affiancare alla produzione off-road, con investimenti per sviluppare <strong>concept e progetti</strong>. La<strong> Mille 3</strong> del 2010 è uno strano concept che sotto le sovrastrutture fantasiose di una specie di motard-naked-custom nascondeva il <strong>motore a 3 cilindri</strong> che avrebbe potuto rivoluzionare il destino del Marchio. <strong>Il progetto era strano</strong>, con un cilindro in alto e due in basso disposti a V di 90°, ma era in stadio avanzato. Purtroppo la <strong>vendita di Husqvarna a KTM</strong> dopo la crisi del 2009 <strong>ha cancellato tutti i sogni</strong> di vedere questo motore su una moto di serie. </p>
<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>
<h2 class="p2">Aprilia Mana X</h2>
<p></p>
<p class="p2">In questa carrellata di prototipi d’annata, la <strong>parte del leone</strong> è sicuramente quella di <strong>Miguel Galluzzi</strong>: per la Casa di Noale, il designer progettò una<strong> Mana X</strong> per dimostrare <strong>quanto potesse essere bella una Mana senza carena</strong>: una naked, mescolata con elementi off-road e scrambler. Nel 2008 i <strong>concept “ibridi”</strong> erano molto diffusi. In vista all’interno del <strong>telaio a traliccio</strong>, il <strong>bicilindrico a V da 850 cc</strong>.</p>
<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>
<h2 class="p2">Suzuki FalcoRustyco</h2>
<p></p>
<p class="p2"><strong>I favolosi anni Ottanta</strong>, quelli degli anime giapponesi e dei <strong>concept meravigliosamente futuristici</strong>: la<strong> FalcoRustyco</strong> fu svelata nel 1985 e portava il nome in latino della specie di falco più imponente (chiaro il concetto di “anni Ottanta”?). Il motore<strong> 4 cilindri da 500 cc</strong> era la<strong> struttura centrale</strong> della moto: <strong>no telaio</strong>, ma sospensioni a doppio braccio oscillante<strong> fissate al motore</strong>. Sterzo idraulico, frenata elettromagnetica, due joystick con funzione di manubrio. Pur non avendo mai visto la catena di produzione, resta un concept affascinante e assolutamente <strong>rappresentativo della sua epoca</strong>.</p>
<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>
<h2 class="p2">Yamaha Morpho</h2>
<p class="p2"></p>
<p class="p2">Già il nome, <strong>Morpho</strong>, indicava una trasformazione: <strong>1989, il muro di Berlino, l’inizio della fine del secolo</strong>. Il look di questo concept era - naturalmente - futuristico, ma l’elemento chiave di questa Yamaha fu il<strong> sistema di sospensioni</strong>: un’alternativa importante alla forcella telescopica tradizionale, il <strong>RADD</strong> separava la funzione di sterzo dall’azione della sospensione, eliminando la necessità del cannotto e<strong> favorendo l’abbassamento del baricentro e l’aerodinamica</strong>. La Morpho si adattava (sella, pedane, manubrio) a seconda della <strong>statura del pilota</strong> e aveva linee affascinanti, ma il progetto<strong> rimase solo un prototipo</strong>. A sopravvivere fu proprio il RADD, inserito su altri modelli Yamaha fino al 1999.</p>
<div style="page-break-after: always"><span style="display: none;"> </span></div>
<h2 class="p2">Honda NR 750</h2>
<p></p>
<p class="p2">Un concept che è riuscito a guadagnare la produzione, seppure in piccola serie, ed è stata - forse - una delle “<strong>moto più tecnologiche di sempre</strong>”: <strong>Honda NR 750</strong> fu lanciata nel 1989 e tre anni dopo guadagnò una serie limitata. <strong>Motore V4</strong> con pistoni ovali, doppie bielle in titanio per ogni pistone, testata 8 valvole per cilindro, iniezione elettronica. Tecnologicamente all’avanguardia, anche se ingombrante e complessa. Altri spunti lanciati dalla NR 750 furono lo<strong> scarico sotto al codone</strong>, applicato poi da Ducati sulla 916, una <strong>ciclistica</strong> con carenatura in carbonio. Lo <strong>schermo LCD olografico</strong>, per i tempi, era davvero innovativo con il suo specchio riflettore.</p>
<p class="p2"><a href="https://www.inmoto.it/news/approfondimenti/2021/05/24-4283142/yamaha_morpho_nel_segno_di_un_cambiamento_mai_arrivato/" target="_blank" rel="noopener">Yamaha Morpho: nel segno di un cambiamento mai arrivato</a></p>

<p>Una sorpresa gradita. I prototipi nominati V12 Strada, V12 Cafe Racer e V12 X non erano stati annunciati, quindi tutti furono presi in contropiede. Era dai tempi della California 1100 e della V11 che i guzzisti aspettavano il progetto della rinascita e magicamente lo hanno avuto davanti agli occhi in quell'ormai lontano Salone di Milano 2009. <a href="https://www.inmoto.it/news/approfondimenti/2021/01/17-3827441/moto_guzzi_v12_concept_un_sogno_infranto/">LEGGI L'ARTICOLO SU INMOTO.IT</a></p>


Moto Guzzi V12 Concept FOTO

<p>Famosa per i suoi pistoni ovali e la testata da ben 32 valvole, la 750 di Tokyo uscita ad inizio degli anni '90 non brillava per le prestazioni assolute, ma vantava una meccanica ed una ciclistica ancora oggi invidiabile sotto diversi aspetti</p>


Honda NR 750: è ancora la moto più tecnologica? FOTO

<p>In attesa di conoscere da vicino le novità dell'edizione 2021, ripercorriamo la storia del Salone e di quelle moto che - a modo loro - hanno lasciato il segno per tecnica e design</p>