La recente Pan America è solo una della "svolte" della Casa di Milwaukee, un marchio che nell'alternanza di alti e bassi della sua ultra secolare storia ha sempre guardato al futuro creando moto davvero rivoluzionarie

Harley-Davidson: 10 moto simbolo del passato e del presente

<p><a href="https://www.inmoto.it/archivio/tag/Harley+Davidson/" rel="noopener" target="_blank"><strong>Harley-Davidson</strong></a> sembra avere le idee piuttosto chiare per il futuro e, nonostante gli ultimi anni non siano stati poi così rosei per la Casa di Milwaukee, durante la presentazione della tanto attesa Pan America il presidente e a.d. Jochen Zeitz ha tenuto a precisare che l’azienda è già al lavoro su numerosi altri progetti e innovazioni.</p>

<p>Tuttavia, al di là dei buoni propositi per il tempo avvenire, l’azienda motociclistica Made in USA <strong>ha saputo sfornare alcuni modelli davvero rivoluzionari</strong> fin dal 1903, anno della sua nascita. Andiamo a scoprire insieme alcuni di essi nella nostra speciale <strong>Top 10 dei modelli più rivoluzionari del marchio Harley-Davidson</strong>.</p>

<p><a href="https://www.inmoto.it/news/news/2021/02/09-3898476/vendite_harley_davidson_registrato_un_calo_del_17_4_nel_2020/" rel="noopener" target="_blank">Vendite Harley Davidson: registrato un calo del 17,4% nel 2020</a></p>

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<h2>1919: modello W Sport Twin</h2>

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<p>Uscita dai cancelli H-D tra il 1919 e il 1923, la <strong>W Sport Twin</strong> fu ideata dai fondatori della Casa per cercare di introdurre sul mercato un modello entry-level di peso medio, che generasse un certo appeal tra i nuovi motociclisti. Il Model W portava in dote – sotto al piccolo e semplice telaio tubolare a trave singolo in acciaio - un <strong>motore bicilindrico "piatto" con teste a valvola laterale da 6 cv di potenza</strong>, <strong>il primo cambio manuale a 3 velocità della Casa</strong>, una sospensione anteriore a singola spirale (la "sospensione posteriore" era demandata alle molle del sellino) e sistema di accensione a magnete.</p>

<p>Il modello, nonostante riuscì a stabilire il record di velocità da New York a Chicago e fosse i<strong>l primo in casa Harley a montare la trasmissione inglobata nel carter motore</strong>, non produsse l’effetto sperato sul mercato e venne accantonato già nel 1923 a favore dei modelli con motore monocilindrico.</p>

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<h2>1936: EL Knucklehead</h2>

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<p>La <strong>EL</strong> è vista ancora oggi dagli americani come <strong>una delle motociclette Harley più iconiche di sempre</strong>. Quando fu presentata nel 1936, infatti, oltre ad introdurre uno standard stilistico così elevato da essere poi riproposto in parte sui futuri modelli di Milwaukee, aprì anche le porte al <strong>primo motore V-Twin a valvole in testa</strong> chiamato <strong>Knucklehead, dalla forma caratterizzante dei coperchi della distribuzione</strong>.</p>

<p>La EL era una moto completamente nuova in casa Harley e sancì la rinascita dell'azienda dopo gli anni bui della grande depressione. Dal telaio al motore, dal cambio allo stile moderno dato da alcuni minuziosi particolari – come il tachimetro sul cruscotto, la vernice bicolore e gli eleganti parafanghi -, tutto era pensato per darle un <strong>tono distinto e raffinato</strong>. Non per niente viene ammirata ancora oggi…</p>

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<h2>1957: Sportster XL</h2>

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<p>Fin dalla sua presentazione, la <strong>Sportster XL</strong> ebbe come destinatari principali tutti quei motociclisti che desideravano una moto <strong>giovane</strong>, <strong>moderna</strong> e dalle <strong>alte prestazioni</strong>. Introdotta per la prima volta sul mercato USA per cercare di alzare il livello del modello K del 1952, il quale non riusciva a tenere testa alle rivali inglesi d’importazione, la Sportster XL poteva vantare un <strong>nuovo bicilindrico a V Ironhead OHV 883 cc da 40cv</strong> in grado di raggiungere i 165 km/h, freni a tamburo, cambio a 4 rapporti e in opzione una livrea bicolore nera e rossa.</p>

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<h2>1971: FX 1200 Super Glide</h2>

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<p>Prima della <strong>Super Glide</strong> c'erano le grandi Harley (principalmente le FL da turismo) e le piccole Harley (come la Sportsters XL). Poi H-D decise di voler cambiare rotta, innestando tra loro alcune parti delle piccole più “sportive” ai grandi motori montati sui modelli Electra Glide.</p>

<p>Da tutto questo nacque la <strong>FX 1200 Super Glide</strong>, una moto dall’<strong>aspetto custom</strong> con telaio, sospensioni e motore prelevato dal modello FLH e forcelle a steli scoperti, ruota anteriore da 19” e l’esile faro tondo appartenenti alla più piccola XLH Sportster. Una moto che H-D sviluppò per fare da portabandiera dello stile semplice, ma che purtroppo all’epoca non ebbe il successo sperato. Tuttavia, nonostante la tiepida accoglienza del ’71, l<strong>a Super Glide segnò una svolta all’interno della Casa</strong>, creando una tipologia di moto che sarebbe rimasta per sempre nella gamma di Milwaukee.</p>

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<h2>1978: MX250</h2>

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<p>Il primo vero tentativo – e anche ultimo – da parte di Harley Davidson di cercare di produrre una <strong>moto da cross</strong> fu opera di un piccolo matrimonio di interessi tra l’azienda di Milwaukee e <strong>Aermacchi</strong>, quando nel 1978 diedero vita a circa mille esemplari di <strong>MX250</strong>.</p>

<p>Aermacchi - a quel tempo di proprietà di Harley – chiese alla stessa di provare a lanciarsi nel crescente mercato del cross con una proposta che avrebbe potuto inserirsi tranquillamente nel segmento. Anche se di Harley aveva solamente la scritta sul serbatoio, la MX250 – di cui solo pochissimi dei mille esemplari furono importati negli States - presentava un telaio tubolare in acciaio, un <strong>motore monocilindrico 2T raffreddato ad aria da 242 cc e 32 cv</strong> prodotto da Aermacchi, <strong>carburatore Dell'Orto</strong> e una livrea esclusivamente di colore arancione.</p>

<p>Ovviamente, la produzione non andò a buon fine e dopo un enorme flop nelle vendite il progetto fu immediatamente accantonato e non vennero più prodotti ulteriori esemplari.</p>

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<h2>1981: Project Nova</h2>

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<p>Una moto talmente rivoluzionaria e fuori dalle corde Harley che non riuscì mai a vedere la luce. Stiamo parlando della <strong>Project Nova</strong>, quella che sul finire degli anni ’70 sarebbe dovuta essere<strong> la prima moto H-D con motore quattro cilindri</strong>.</p>

<p>La tecnologia inedita non si limitava, però, solamente al propulsore, perché la moto era un qualcosa di mai visto prima all’interno dei cancelli dell'azienda. Il telaio, infatti, non aveva le culle ma era un monotrave, mentre<strong> la trasmissione era</strong> - <strong>per la prima volta</strong> - <strong>a cardano</strong>. Nel 1981 vennero presentati due prototipi, ma nonostante i milioni di dollari spesi nel progetto la Project Nova non venne mai prodotta in serie perché <strong>H-D preferì continuare il suo percorso con i motori bicilindrici</strong> lasciando in disparte il progetto, che da quel momento in poi divenne un oggetto da museo.</p>

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<h2>1984: Softail FXST</h2>

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<p>Nata dopo l’acquisizione del Marchio nel 1981 da parte di Vaughn Beals e Willie G. Davidson, quest’ultimo erede di uno dei fondatori, la <strong>Softail FXST</strong> fu <strong>la prima Harley-Davidson a montare sotto al telaio il motore Evolution</strong>, un bicilindrico a V – come da tradizione della Casa – sviluppato secondo standard moderni e con l'utilizzo esteso dell'informatica. Una delle più grandi scommesse fatte da H-D fino a quel momento.</p>

<p>Tuttavia, <strong>il motore ebbe successo e risollevò le sorti del Marchio</strong> – all’epoca insediato dalla concorrenza giapponese – e con esso anche la <strong>Softail FXST trovò successo diventando la Harley più venduta dell’anno con 5mila unità</strong>.</p>

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<h2>2002: VRSC V-Road</h2>

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<p>Anche la particolarità della <strong>V-Road</strong> risiede nel motore. Il propulsore, infatti, rinominato Revolution venne <strong>progettato in partnership con Porsche</strong> e si caratterizzava per alcune importanti specificità non presenti su altri modelli della Casa. Il bicilindrico a V era ad <strong>iniezione elettronica indiretta sequenziale</strong> - a differenza dei tradizionali motori H-D - possedeva un angolo di inclinazione tra i cilindri di 60° - anziché 45° - ed era <strong>raffreddato a liquido anziché ad aria</strong>, tutte caratteristiche che da sempre distinguevano i propulsori americani ma che sulla V-Road non trovavano spazio.</p>

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<h2>2019: LiveWire</h2>

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<p><strong>Prima moto del Marchio ad avere un propulsore elettrico</strong>. Basterebbe questo per inserire la <strong>LiveWire</strong> in questa speciale classifica. Eppure, questa due ruote – non troppo amata dai puristi della Casa – presenta anche altre notevoli implementazioni che le permettono di inserirsi a piedi pari nella Top 10 delle Harley-Davidson più rivoluzionarie.</p>

<p>Tuttavia, nonostante i pareri positivi della stampa specializzata, la LiveWire di fatto fatica a trovare consensi di vendita. Almeno negli USA, dove i concessionari si lamentano di un prodotto che non riesce ancora a convincere la clientela, perché troppo costoso, dalla scarsa autonomia e con un “sound” che proprio non va giù ai più.</p>

<p><a href="https://www.inmoto.it/news/news/2021/03/10-3999474/harley-davidson_livewire_202_aumenta_autonomia_/" rel="noopener" target="_blank">Harley-Davidson LiveWire: aumenta l'autonomia per il 2022?</a></p>

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<h2>2021: Pan America</h2>

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<p>Chiude il cerchio la tanto attesa e discussa <strong>Pan America</strong>. Indicata in tutto e per tutto come la due ruote che aprirà il nuovo corso in quel di Milwaukee, la nuova Adventure è dotata di una linea personalissima ed un <strong>motore V-Twin 1250cc raffreddato a liquido da 150 cv chiamato Revolution Max</strong>. Inoltre, è assistita da un’elettronica moderna con IMU a 6 assi e 5 modalità di guida (Sport, Road, Rain, Offroad e Offroad plus) che regolano in automatico mappatura, freno motore, cornering ABS e controllo di trazione. Sarà la svolta?</p>

<p><a href="https://www.inmoto.it/news/news/anteprime/2021/02/22-3943508/harley-davidson_pan_america_la_rivoluzione_e_servita/" rel="noopener" target="_blank">Harley-Davidson Pan America: la rivoluzione è servita</a></p>

<p>La recente Pan America è solo una della "svolte" della Casa di Milwaukee, un marchio che nell'alternanza di alti e bassi della sua ultra secolare storia ha sempre guardato al futuro creando moto davvero rivoluzionarie</p>
