Donne e moto: in sella al grido di libertà e condivisione

Donne e moto: in sella al grido di libertà e condivisione

In tutto il mondo, sono sempre di più le associazioni e i gruppi che vogliono abbattere gli stereotipi e i pregiudizi legati alle motocicliste. In Italia brilla BikerX

Redazione - @InMoto_it

08.03.2021 ( Aggiornata il 08.03.2021 16:38 )

E chi l’ha detto che il mondo della due ruote è fatto solo da motociclisti e centauri? Se forse, in passato, il settore godeva di un pubblico per la stragrande maggioranza maschile, oggi non è più così, e meno male. Segno che tante cose stanno cambiando e non c’è più bisogno di fare distinzioni tra hobby per uomini e hobby per donne: tutti possono fare quello che amano, e le donne amano davvero molto le moto. Il motivo? Lo si trova ai principi che stanno alla base di questo universo, fatto di libertà, passione, condivisione, senso di appartenenza. Principi che hanno fatto emergere nelle donne di tutto il mondo la voglia di fondare gruppi, enti, associazioni per abbattere gli stereotipi e i pregiudizi legati alle motocicliste.

Le iniziative di tutto il mondo

Dal Venezuela con le Ratgirls al Pakistan con il programma Women on Wheels (più di 5.000 partecipanti), dove le società sono ancora molto maschiliste, passando per la grande conquista dell’Arabia Saudita. Qui, due anni fa, è stato abolito il divieto di guida per sesso femminile: sono quindi nate le prime scuole guida e le donne possono divertirsi in sella alla moto (ma ancora non possono prendere la patente). Gruppi che hanno in comune di abbattere tabù e stereotipi al grido di libertà. Ma alcune di queste iniziative arrivano anche dalle case motociclistiche: che dire del progetto di Royal Enfield che ha messo in piedi We for Women? Il Marchio ha voluto donare alle poliziotte di Bangalore le proprie moto, così da permettere loro l’emancipazione dal corpo di polizia. E sempre in India, troviamo le Biking Queenssi, che girano le scuole della nazione divulgando messaggi educativi. Tra le loro imprese, quella di raggiungere Londra in sella alla moto in 89 giorni nel 2019 e il supporto dato alle comicità locali nel periodo Covid-19. Ma storie come queste possiamo trovarle anche in Kenya, dove grazie al club Piki Dada le donne si avvicinano al mondo delle due ruote. Fino a raggiungere l’Australia: 100 donne con drammatiche storie di vita che, sotto il nome di The Bendigo Girl Riders, hanno fatto della moto il simbolo del loro riscatto. In Regno Unito ci sono le Women Riders World Relay (oltre 3.000 membri) che insieme hanno fatto il giro del mondo in sella, attraversando tutti e cinque i continenti, e negli Usa si fanno sentire le Caramel Curves, da New Orleans.

Orgoglio italiano: BikerX

A unire le motocicliste della penisola ci pensa BikerX, prima startup poi scuola ufficiale di guida su strada certificata FMI. “BikerX è nata per rispondere al bisogno di sicurezza delle donne e dei giovani che desiderano avvicinarsi al mondo delle due ruote – spiega Eliana Macrì, fondatrice di BikerX – . Quello delle motocicliste è, infatti, un popolo in continua crescita: se in passato erano semplici accompagnatrici, oggi sono vere e proprie protagoniste dell’universo delle due ruote”.

Donne in sella: le regole per vivere la moto in sicurezza

  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento