Asta Museo Morbidelli: moto sottocosto e gioielli invenduti

Asta Museo Morbidelli: moto sottocosto e gioielli invenduti

L’asta tenuta da Bonhams nel fine settimana di Ferragosto non è stata affatto un successo. Secondo l’opinione del commerciante Alessandro Altinier tanti pezzi sono stati svenduti e il momento non era dei migliori per un evento di questa portata

Redazione - @InMoto_it

19.08.2020 ( Aggiornata il 19.08.2020 12:01 )

Il fine settimana di Ferragosto, in Inghilterra, ha segnato la fine della collezione Morbidelli, presente fino a qualche tempo fa nel Museo di Pesaro. Sono stati 324 i lotti messi all’asta da Bonhams (mentre 75 sono rimasti in Italia per una disputa legislativa in materia di vincoli), tra moto, motori e ricambi. Ma com’è andata la vendita? Su 204 moto ne sono state vendute 199. Numeri che, all’apparenza, potrebbero sembrare buoni, ma in realtà non lo sono. Di questo parere è il commerciante internazionale di moto d’epoca Alessandro Altinier che - come riportato in una nota degli amici di Yesterbike -  definisce l’asta un successo “parziale, sicuramente al di sotto delle aspettative”.

Sotto le aspettative

A parte un paio di eccezioni, alcune moto importanti la Bonhams non è riuscita a venderle qui a Bicester e quelle vendute sono state assegnate al minimo sindacale”. A fare notizia, infatti, sono state tre moto illustri rimaste invendute: la Ducati 125 4 cilindri (base d’asta tra 440.000 e 670.000 euro), la Morbidelli 250 (66-110.000 euro) con telaio Bimota e la Morbidelli 125 ex Nieto (89-130.000 euro). Per questi tre esemplari non ci sono state offerte. Un risultato facile da prevedere, secondo Altinier, “poiché erano state messe in vendita a prezzi esagerati, direi stellari, prezzi a cui peraltro vanno aggiunti i diritti d’asta che sono sull’ordine del 20%”.

Risultati non soddisfacenti nemmeno per alcune importanti Benelli, prosegue Altinier, “come la 250 del 1964 di Tarquinio Provini e quella di Dario Ambrosini, campione del mondo nel 1950 (quotate rispettivamente 89.000-130.000  e 130-200.000 euro) che a mio avviso erano in assoluto le moto più belle del lotto”.

All’asta le moto del Museo Morbidelli - LE FOTO

All’asta le moto del Museo Morbidelli - LE FOTO

Giancarlo Morbidelli sperava che la sua grandiosa collezione trovasse casa nella nella Motor Valley. Invece il 25 e il 26 aprile andranno all’asta. Una Ducati 125 del 1964 parte da € 4

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Un momento sbagliato

Ma oltre ai prezzi alti, il motivo che ha portato al successo parziale di questa asta è stato il momento, un momento sbagliato, come conferma il commerciante: “Tra Covid e la conseguente crisi economica mondiale, questo era il periodo più sbagliato per allestire un’asta così ricca e importante”. Molti acquirenti e interessati, inoltre, hanno seguito l’asta online.

Note positive

Nonostante alcuni aspetti negativi, ci sono note positive sottolineate da Altinier: “Sono state vendute a prezzi molto alti alcune moto particolari i cui motori erano stati trasformati da Giancarlo da aste e bilanceri in bialbero come un Laverda 100 e un Ducati 65”. Il motivo? “Segno evidente che l’asta è stata seguita da gente molto competente, persone che sapevano quello che volevano prendere e a quanto”. Ma si tratta di casi rari. In generale, le moto vendute sono andate via sottocosto, “a prezzi bassi, da mercatino o mostra scambio”. Tranne le tre moto rimaste invendute, tutte le altre secondo Altinier avevano un prezzo che faceva capire l’intenzione della proprietà di volersene disfare.

Un museo sparpagliato in tutto il mondo

Adesso la collezione Morbidelli ha pezzi sparpagliati in tutto il mondo, dal Giappone all’Australia passando per gli Usa, con decine di collezionisti come nuovi proprietari. “Alla Bonhams non è andata affatto male, mentre sicuramente ai Morbidelli è andata meno bene, visto che hanno realizzato molto meno di quello che probabilmente si aspettavano”. Cosa dire, in definitiva? È un peccato che un museo così importante, con pezzi così pregiati, non sia stato salvaguardato. “Un peccato, un peccato mortale. E un grande dolore per tutti gli appassionati italiani”, conclude Altinier.

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