L'Editoriale del Direttore: chi si ferma è perduto!

L'Editoriale del Direttore: chi si ferma è perduto!

La morsa della pandemia allenta la presa e l’Italia, seppure lentamente, si appresta a ripartire. Tanti i problemi da affrontare, prima di tutto quello di un mercato delle due ruote fermo

19.05.2020 ( Aggiornata il 19.05.2020 16:10 )

Qualcosa si muove. I dati sui casi di coronavirus dicono che la fase drammatica è passata. L’attenzione rimane alta, ma c’è un cauto ottimismo nell’aria. Le maglie del blocco si allargano e l’Italia può rimettere la testa fuori casa; il primo passo per tornare a sperare di riabbracciare anche la motocicletta. Noi tutti ci stiamo preparando a riaccendere i motori, le aziende a riaprire le concessionarie, i meccanici a fare i tagliandi in vista della ripartenza. Il nostro Paese dovrà affrontare gravi difficoltà economiche. Il comparto delle due ruote ha subito quasi due mesi di stop forzato, peraltro quelli cruciali nelle vendite annuali. Cosa accadrà da qui al prossimo autunno è difficile da stabilire. 

Il nostro settore, come molti altri, dovrà riorganizzarsi e ripartire, supportato da un lato dallo Stato, dall’altro dalle Case costruttrici che – come emerge dalle parole dei manager che abbiamo interpellato – hanno piuttosto chiara la situazione. Purtroppo il tessuto sociale della nostra Italia uscirà lacerato dal dramma che il pianeta ha vissuto e ogni cittadino sarà chiamato a fare la propria parte nella ricostruzione. Non ci sono macerie a invadere le strade delle nostre città, ma quella a cui abbiamo assistito e da cui stiamo uscendo è una guerra vera e propria.

Lo Stato, il Governo del nostro Paese è chiamato a un ruolo complicatissimo e cruciale: dovrà far fronte a decine, centinaia di situazioni di emergenza in ogni comparto produttivo. Per questo anche In Moto si associa al grido di allarme lanciato dall’ANCMA che chiede incentivi per il mondo delle due ruote, per far ripartire un mercato che dà lavoro a migliaia di famiglie.

Anche perché, più di uno studioso afferma che da questo dramma la nostra società uscirà diversa: si parla di smart working, di distanziamento sociale, di contingentamento dei passeggeri nei mezzi pubblici. Direttive che soprattutto nelle grandi città creeranno non pochi problemi alle amministrazioni e che le due ruote (tradizionali, leggere o a propulsione elettrica) potrebbero in parte risolvere. Serve una visione d’insieme, un progetto organico, aiuti mirati gestiti da persone competenti e lungimiranti. Serve una forte presenza della Federazione Motociclistica Italiana, la più importante realtà che ci rappresenta, e un tavolo di discussione da cui scaturiscano le linee guida per il futuro della mobilità. E serve, soprattutto, la partecipazione attiva di tutti noi appassionati che, prima ancora di essere motociclisti, siamo cittadini  di una nazione che deve rinascere. Serietà, competenza, impegno, onestà: sono le parole dalle quali ripartire per ricostruire il nostro Paese.

STOP ALLA PIRATERIA DIGITALE

Nel frattempo, in questo infausto periodo, arrivano anche un paio di buone notizie che riguardano il mondo dell’editoria. La procura di Bari ha disposto il sequestro preventivo di alcuni canali di Telegram che rendevano disponibili ai propri iscritti copie di quotidiani e periodici in formato PDF. Tra i quali In Moto. Stiamo parlando di circa 580mila utenti e della ricondivisione delle pubblicazioni anche al di fuori della piattaforma citata, su altre app di messaggistica. Un danno stimato nell’ordine di 670mila euro al giorno. L’altra notizia è che il Governo ha presentato al Senato la legge che recepisce la direttiva europea sul copyright, che nelle intenzioni dovrebbe mettere dei paletti ai colossi che operano indisturbati nel web, aggirando il diritto d’autore. Due segnali importanti in questo momento drammatico: perché è in gioco la qualità dell’informazione e il lavoro di centinaia di persone. Nel nostro settore, ma non solo nel nostro, l’autorevolezza e la solidità delle testate giocano un ruolo fondamentale, anche a favore di un mercato che può e deve superare le difficoltà economiche derivanti dalla pandemia. Noi faremo la nostra parte.

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