Moto storiche, addio ai fogli cartacei: ASI si oppone

Moto storiche, addio ai fogli cartacei: ASI si oppone

Il nuovo decreto prevede la sostituzione dei documenti cartacei in vista di una digitalizzazione: l'Automotoclub Storico Italiano chiede di modificare il Documento Unico

Redazione - @InMoto_it

19.05.2020 ( Aggiornata il 19.05.2020 11:24 )

La Fase 2 non è cominciata nel migliore dei modi per il settore motociclistico. A fronte di una parziale libertà di movimento ritrovata finalmente dai motociclisti italiani, il Governo non ha previsto nessun aiuto sostanziale per la ripartenza economica della filiera. E le pieghe del nuovo decreto legge coinvolgono anche le moto storiche.

Le nuove indicazioni prevedono infatti la distruzione dei documenti cartacei a fronte del nuovo Documento Unico di proprietà e circolazione. Documentazioni e istanze infatti saranno d'ora in poi digitalizzate, provocando quindi una dematerializzazione di tutte le risorse cartacee. L'Automotoclub Storico Italiano si oppone e vuole intervenire presso le sedi competenti per modificare la disposizione. La motivazione rimanda al concetto di "memoria storica": la carta di circolazione e il certificato di proprietà hanno un grande significato per i veicoli di interesse storico e collezionistico. Parte della loro memoria, infatti, è conservata e tramandata proprio da questi documenti, testimoni dell'evoluzione avvenuta in oltre un secolo di pratiche burocratiche per la gestione dei veicoli.

Laverda: la mitica 750 SF compie 50 anni - FOTO

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La 750 SF non nasce subito, ma è semmai la sintesi finale di un'evoluzione che parte dalla 650 GT, anno 1967. La moto da turismo l'anno dopo sale già a 750 cc, ma per divenire sportiva a tutti gli effetti bisogna attendere il '69, con la 750 S. Negli Stati Uniti viene venduta come American Eagle, e ha successo. La svolta, per il mercato italiano, è vicina. Arriva così il 1970, e con esso la Laverda 750 SF

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GESTIONE TELEMATICA

Tramite il cosiddetto Documento Unico, dal 4 maggio è diventata obbligatoria la gestione telematica dei seguenti casi: cancellazione dei dati inerenti l’intestazione temporanea di veicoli a nome di soggetto diverso dall’intestatario (mini volture dei commercianti); sottrazione, smarrimento, distruzione (cessata circolazione e demolizione per esportazione) e deterioramento dell’originale.

La gestione di immatricolazione, nazionalizzazione, reimmatricolazione e passaggio di proprietà rimagono invece, fino al 31 maggio, rimane facoltativa. Dal 1° giugno, poi, anche con i semplici passaggi di proprietà tra privati si assisterà alla distruzione dei documenti originali cartacei. Ed è qui che ASI sta cercando di intervenire, inserendo magari delle deroghe specifiche per i veicoli di interesse storico e collezionistico.

Ruote da Sogno alla Techno Classica di Essen

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Dal 5 al 9 aprile si è svolta l’esposizione più popolare del mondo classico, con i suoi 200 mila visitatori. Ruote da Sogno ha partecipato con alcuni “pezzi forti” del suo museo: dalla Bianchi 500cc Super Sport del 1934 alla Laverda 750 SFC del 1974

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"NOSTRE PROPOSTE SEMPLICI E IMMEDIATE"

Entro il 31 ottobre 2020, il Documento Unico dovrebbe entrare definitivamente in vigore. "Prima che scattasse l’emergenza COVID-19 - spiega Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano - era stato avviato un tavolo di lavoro con la Direzione Generale della Motorizzazione per la risoluzione di tutta una serie di problematiche legate ai veicoli di interesse storico e collezionistico, in particolare le revisioni periodiche dei veicoli ante 1960 e di quelli centenari. Ora si è aggiunta la tematica del Documento Unico con la prevista distruzione dei documenti originali cartacei: un danno enorme per i veicoli storici e per scongiurarlo abbiamo già inoltrato le nostre proposte, che sarebbero di semplice ed immediata attuazione".

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