Ciao Riccardo Pierobon: appassionato che ha fatto sognare

Ciao Riccardo Pierobon: appassionato che ha fatto sognare

Si è spento a 86 anni Ricky One l'uomo che insieme al figlio Massimo non ha solo visto nascere il motociclismo moderno: ha contribuito a farlo crescere

Redazione - @InMoto_it

06.04.2020 09:23

 

DA RICCARDO A MASSIMO

L’engineering Pierobon è associata al marchio Ducati ed è facile spiegare il perché, secondo Massimo. "All’inizio degli anni ’90 Ducati era un’azienda ben strutturata, nel settore produzione, mentre il reparto corse non era evoluto come oggi, anzi, diciamo che era piuttosto piccolo e formato da un gruppo di ingegneri appassionati delle competizioni. Io ero giovanissimo, un bambino, ma percepivo la voglia di correre. Bisognava correre, c’era la voglia di confrontarsi con gli altri. Mio padre collaborava con quegli ingegneri, che lo ascoltavano. In quegli capii il valore di Ricky One e iniziai ad appassionarmi davvero alle moto e soprattutto alle corse". In quegli iniziò la svolta positiva di Ducati nelle corse e anche l’engineering di Pierobon cambiò passo. "La moto che ricordiamo con maggiore affetto è la Ducati 851, perché fu il modello che ci diede la possibilità di entrare davvero nel settore racing che contava. La nostra avventura, ma anche quella di Ducati, iniziò davvero da quella moto. Sono stati anni bellissimi, in cui noi andavamo spesso in Ducati e gli ingegneri della Ducati venivano spesso da noi. Si collaborava, c’era voglia di fare e in poco tempo le moto Ducati divennero il riferimento nel mondiale delle derivate dalla serie".

IL TELAIO A TRALICCIO IN TUBI D'ACCIAIO

Per Pierobon il telaio a traliccio in tubi è un credo, più che una soluzione tecnica. E per anni è risultato vincente. "Mio padre mi ha insegnato i segreti del telaio a traliccio, una soluzione funzionale e versatile. Lui mi diceva sempre di osservare i tralicci dell’alta tensione; sono costruiti utilizzando un traliccio composto da triangoli; una struttura semplice ma allo stesso tempo rigida. Ci sarebbero tanti dettagli di cui parlare... però, sintetizzando, posso dire che l’esperienza, soprattutto quella acquisita nelle corse, è fondamentale. Quando sai cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato e perché, puoi decidere cosa fare, puoi risolvere più in fretta i problemi ed è più difficile sbagliare strada quando parti da zero. Oggi lo chiamano know how".

Al figlio Massimo ed alla famiglia Pierobon le condoglianze da parte di tutta la redazione di In Moto e Motosprint.

 

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