Coronavirus: un aiuto per chi è in giro per il mondo in moto

Coronavirus: un aiuto per chi è in giro per il mondo in moto

I globetrotter rischiano di rimanere senza un posto sicuro dove fermarsi per la quarantena. Il sito Open Doors nasce per creare una rete i motoviaggiatori

Fiammetta La Guidara

01.04.2020 ( Aggiornata il 01.04.2020 14:47 )

Per chi ama l’avventura esistono gli eventi organizzati ma tanti motoviaggiatori si spostano in solitaria in giro per il mondo. Uno di questi è Marco Massari Calderone, ingegnere forlivese di 39 anni che da 6 anni gira il mondo in moto. Nel 2016 è sceso dall'Alaska e ha raggiunto la Terra del Fuoco.

Ogni anno Marco rientra a trovare la sua famiglia a Forlì. Stava per farlo anche quest’anno, ma poi è esplosa l’epidemia di Coronavirus ed è rimasto bloccato. Attualmente si trova a Saldan, a pochi chilometri da Cordoba, in Argentina. E’ arrivato lì dopo un viaggio impervio, per raggiungere la casa di un amico che ha contattato via internet. Ha rischiato di rimanere senza un tetto in un momento nel quale l’igiene oltretutto è fondamentale per mantenere lontano il Coronavirus. Per aiutare chiunque possa trovarsi in una situazione come la sua, Massari ha aperto un sito: Open Doors.

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Una corsa contro il tempo

“Ho dovuto fare una corsa contro il tempo”, ha spiegato Marco Massari a ForlìToday.it. “Ho lasciato da un giorno all'altro la regione di San Juan, in Argentina che mercoledì 18 marzo ha annunciato che nel giro di 24 ore avrebbe chiuso tutti gli accessi alla regione e alle città e che anche tutti gli alloggi pubblici, hotel, ostelli e campeggi sarebbero stati chiusi. L’ostello in cui mi trovavo diede agli ospiti 24 ore per andarcene.

“Non avendo idea di dove andare, non avendo alternative di alloggio e nemmeno una tenda o sacco a pelo, mi sono trovato costretto a fare un viaggio di 800 km in 12 ore attraversando diverse provincie argentine senza avere la certezza che mi lasciassero passare perché in quel momento non c’erano informazioni precise.

“Il mio viaggio è stato una lotta contro il tempo”, racconta il forlivese. “Sono arrivato a casa del mio amico alle 11 di sera di giovedì 19 marzo. Lì ho scoperto che il governo argentino, a sorpresa, aveva annunciato che il giorno stesso a mezzanotte sarebbe entrata in vigore la quarantena nazionale con chiusura totale di tutte le vie del Paese. Se avessi ritardato l’arrivo solo di un’ora sarei rimasto senza un posto per dormire e senza un luogo da cui lavorare. Questo racconto è importante per far capire da dove nasce il mio desiderio di creare OpenDoors”, spiega Massari.

L’appello

Il sito Open Doors è ancora in evoluzione. Ma intanto Massari ha pubblicato la ‘spiegazione’ dei motivi che lo hanno indotto a questa iniziativa.

“Marzo 2020. Un'epidemia che diventa improvvisamente una pandemia, cambiando per sempre le regole del mondo. I Paesi hanno paura e stanno iniziando a chiudere i loro confini.
Da un giorno all'altro, tutto cade a pezzi: i visti non vengono concessi, gli ingressi vengono rifiutati, le altre prenotazioni rifiutate. Le famiglie sono divise.
Le estensioni dei visti sono concesse solo a prezzi assurdi, i noleggi sono negati ai turisti nelle aree colpite, i voli vengono cancellati all'ultimo minuto, le informazioni cambiano di minuto in minuto. I funzionari governativi non rispondono ai loro connazionali, che danno la colpa a compagnie aeree, consolati e ambasciate.
Migliaia di persone sono bloccate all'estero, lontane dalle loro famiglie e dall'accesso alle cure sanitarie.
Migliaia di persone sono bloccate negli aeroporti, nelle porte di imbarco, nelle aree di transito. Qualcuno è senza i propri farmaci, qualcun altro senza abbastanza soldi dopo aver provato a prenotare più voli.
La sensazione è di confusione, paura, e solitudine, mentre si cerca di risolvere problemi pratici, piccoli e grandi: un letto per dormire, un bagno per fare la doccia, una lavatrice per pulire i vestiti, una voce che possa tradurre una lingua sconosciuta.
“Questo sito è stato creato con l'intento di riunire chi è nel bisogno con chi può dare una mano.
Se sei nel bisogno, chiedi aiuto.
“Se hai un tetto, un giardino, una doccia o puoi dare una mano, offri il tuo aiuto.
Se non hai bisogno di aiuto e forse non puoi offrire aiuto, puoi comunque aiutare diffondendo questo sito in modo che quante più persone possibile possano incontrarsi e aiutarsi a vicenda.
Apriamo le porte, apriamo i nostri cuori, tendiamo le mani.
Anche il più piccolo dei gesti può fare la differenza. Perché da soli siamo deboli ma insieme siamo invincibili”, scrive ancora Massari sul suo sito.

Solo agli inizi

Per il momento il progetto è appena partito e Massari non ha ricevuto richieste di aiuto. “Sono appena 5 giorni che ho pubblicato la prima bozza del sito e lavoro tutto il giorno per renderlo funzionale e semplice e la notte la passo a cercare di pubblicizzare il sito nei gruppo e a far capire perché esiste e a cosa serve”, conclude il globetrotter forlivese.

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