Cinema: 'I diari della motocicletta' compie quindici anni

Cinema: 'I diari della motocicletta' compie quindici anni

Il 21 maggio 2004 usciva nelle sale italiane il racconto del viaggio di “Che” Guevara e di Alberto Granado in sella alla Norton 500 M18 soprannominata “La Poderosa”

Redazione - @InMoto_it

21.05.2019 ( Aggiornata il 21.05.2019 13:32 )

Viaggio come avventura, scoperta, conoscenza di sé, degli altri, di un popolo, di una società. Insieme a un amico fidato. In sella a un’amica affidabile e “poderosa”.

IL 21 MAGGIO 2004 USCIVA NELLE SALE ITALIANE "I DIARI DELLA MOTOCICLETTA", opera tratta direttamente dai libri “Latinoamericana (Notas de viaje)” di Ernesto Guevara e “Un gitano sedentario” di Alberto Granado. La pellicola racconta il viaggio, attraverso l’America Latina, di colui che sarebbe diventato il “Che” - ma all’epoca semplice studente di medicina appassionato di rugby -, interpretato da Gael Garcìa Bernal, e dell’amico Alberto, giovane biochimico, che sullo schermo ha il volto dell’attore Rodrigo de la Serna.

IL FILM, diretto dal brasiliano Walter Salles, vuole mostrare gli avvenimenti che hanno scatenato e forgiato la concezione politica e intellettuale del “Che” negli anni della sua giovinezza. Il lato romantico è rappresentato dalla motocicletta con cui i due compiono la loro avventura nelle fasi iniziali.

"LA PODEROSA" - La “Poderosa”, soprannome affibbiatole proprio dal Guevara, non è altro che una Norton 500 Model 18 del 1939, sviluppata dalla Casa inglese nei primi anni Venti. La Norton aveva costruito infatti la Model 18 nel 1922. Motore monocilindrico e serbatoio posto sotto la canna del telaio, la 500 nacque come moto sportiva, raggiungendo anche buoni risultati in pista. Persino piloti del calibro di Achille VarziTazio Nuvolari hanno vinto competizioni sopra di essa.

Divenne un modello prettamente turistico nel 1927, quando venne introdotta la distribuzione monoalbero. La moto ha poi subìto numerosi restyling nel corso degli anni, fino al 1954, quando venne messa fuori produzione. La sua memoria rimane tuttavia ancora oggi nel mito de “I diari della motocicletta”.

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