Pesaro: museo Morbidelli in pericolo

Pesaro: museo Morbidelli in pericolo
L'esposizione è chiusa da mesi per 'dissapori con il Comune' e la collezione di 350 moto di Giancarlo Morbidelli potrebbe finire all'estero

Fiammetta La Guidara

25.02.2019 ( Aggiornata il 25.02.2019 12:38 )

Il museo realizzato da Giancarlo Morbidelli rischia di lasciare l’Italia: quella che era una “passeggiata” in una vera e propria raccolta enciclopedica del mondo dei motori, è chiusa da tempo, sembra per dissapori con gli enti locali, che avrebbero dovuto dare un sostegno economico per permettere alla collezione di rimanere aperta e visitabile.

Ricca di pezzi unici e di grande valore, la collezione si compone di 350 moto ed è stata realizzata dal Giancarlo Morbidelli. “Sono ormai tre anni che stiamo ascoltando solamente delle chiacchiere senza arrivare a qualcosa di concreto”, ha detto il figlio Gianni a Il Resto del Carlino. “Per cui abbiamo in piedi trattative per la cessione della collezione di mio padre” Gianni Morbidelli, ex pilota di F1, non rivela con chi sono in corso le trattative e smentisce le voci che vogliono un acquisto da parte di Honda, ma dichiara che stanno “vagliando una serie di proposte. Valuteremo tutto molto bene anche perché non abbiamo nessuna fretta. La città? Certo che capisco ed io sarei l’uomo più felice del mondo se il museo potesse rimanere a Pesaro, ma non è possibile continuare così”.

LA STORIA - Nato a Pesaro nel 1934, alla fine degli anni Cinquanta Giancarlo Morbidelli decise di impiantare un laboratorio per la costruzione e riparazione di macchine utensili per il legno, attività che ebbe un'immediata e forte espansione conseguente alla nascita del polo mobiliero di Pesaro e provincia, destinato a diventare tra i più importanti al mondo. In soli 15 anni di attività, infatti, l'azienda arrivò ad impiegare 300 dipendenti ed esportare in oltre 40 Paesi.

Pur progettando e realizzando le sue macchine utensili, Giancarlo Morbidelli non riesce a dimenticare la sua passione per il motorismo e, a partire dal 1965, allestisce nella sua azienda una piccola officina meccanica, nella quale personalmente appronta modifiche a propulsori e telai, a scopo hobbistico. Contemporaneamente, nella sua abitazione inizia a collezionare moto antiche con pezzi di importante valore storico come la Rudge 500 a 20 marce, la Norton 500 M16 e la Moto Guzzi 500 Sport 14.

Nel 1968 decise di utilizzare la moto da competizione come mezzo pubblicitario per la sua attività principale e, sempre all'interno della fabbrica, approntò un minuscolo reparto corse, ove iniziò la costruzione delle Morbidelli da Gran Premio che, impiegate nel motomondiale dal 1969 al 1981, riuscirono a conquistare 4 titoli iridati.

Nel 1990 Morbidelli si ritirò dal mondo industriale e cedette la sua azienda per dedicarsi alla sua passione per le moto.

Nel  1999, nella vecchia sede dell'azienda, Morbidelli ha ultimato e aperto al pubblico il museo di 3.000 metri quadri, che ora rischia il trasferimento.

 

 

 

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