Off-road e divieti, una questione di educazione

Off-road e divieti, una questione di educazione

L’attacco al fuoristrada riapre vecchi conflitti mai del tutto sopiti

Stefano Saragoni

25.08.2017 10:11

La paventata modifica del Codice della strada che vieterebbe alle moto il transito su sentieri e mulattiere, decretando di fatto la morte del fuoristrada in Italia, ha messo in allarme gli appassionati e le industrie del settore e restituito attualità a vecchi conflitti.

PESI ED EQUILIBRI IMPARI - Perché c’è chi le due ruote a motore le ha sempre viste come un fastidio da debellare, costringendo la nostra Federazione e l’Associazione di categoria (ANCMA) a costituire un apposito comitato per difendere una pratica costantemente sotto attacco sebbene abbia dato al nostro Paese successi sportivi e commerciali. Tuttavia è palese che il peso politico del CER (Comitato Escursionisti su Ruote) nato nel 2013, non sia equiparabile a quello del CAI, il Club Alpino Italiano, 150 anni di storia, che oggi si presenta come “struttura aperta e mai rigida, attenta ad accogliere tutti coloro con la passione della montagna. Qualunque essa sia," ma omette di precisare che questa passione deve essere praticata esclusivamente a piedi o con gli sci. Perché questo, di fatto, si evince dalla iniziative prese e dalla strenua lotta al motore.

ATTACCO E DIFESA - Il CER è nato proprio per evitare che il fuoristrada potesse essere demonizzato e per difendersi dall’attacco portato dal CAI in Emilia-Romagna. Per chi avesse dimenticato il tema della “battaglia”, ricordiamo che il CAI proponeva una definizione di escursionismo a senso unico, ovvero la possibilità di fruire dei sentieri da parte dei soli “camminatori”. La resistenza degli appassionati e il lavoro del CER hanno fatto sì che venissero riconosciuti come escursionisti, con diritti e doveri, anche coloro che preferiscono muoversi su ruote e che si autodefinirono escur-ruotisti.

IL PROBLEMA E' CULTURALE - Parlare di diritti-doveri è quantomai di attualità oggi, perché non si può certo sostenere l’esistenza di categorie virtuose e di altre viziose, in quanto oggi più che mai maleducazione e mancanza di rispetto sono purtroppo diffusi ad ogni livello; se così non fosse non ci imbatteremmo costantemente in sentieri, spiagge, campagne e montagne tappezzati di rifiuti lasciati in giro per pigrizia che si traduce in inciviltà. Questi giorni di vacanza potrebbero essere l’occasione per i nostri solerti governanti per riflettere sul fatto che forse, anziché preoccuparsi di accorciare i tempi del liceo, sarebbe bene prodigarsi per diffondere l’educazione. A tutti i livelli.

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