T12: il sogno di Massimo Tamburini

T12: il sogno di Massimo Tamburini

A due anni dalla scomparsa, Tamburini torna a far sognare gli appassionati con il suo ultimo progetto, il più grande: la T12 Massimo

 

Fiammetta La Guidara

09.05.2016 14:59


Passione, determinazione e umiltà hanno costituito gli elementi portanti dell’intera esistenza di Massimo Tamburini, tecnico e designer riminese cofondatore della Bimota, e che ha firmato tanti lavori in Cagiva, Ducati e MV Agusta prima di mancare, due anni fa, a soli 70 anni. Poter realizzare quello che per Massimo rappresentava l’essenza della moto sportiva, libero da freddi calcoli industriali, è sempre stato un suo sogno.
A due anni dalla sua scomparsa, Massimo Tamburini torna a far sognare gli appassionati di tutto il mondo con il suo ultimo progetto, il più grande.

Tamburini, T12

Tamburini, T12

A due anni dalla sua scomparsa, Massimo Tamburini torna a far sognare gli appassionati di tutto il mondo con il suo ultimo progetto, il più grande.

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La T12 Massimo vuol rappresentare la quintessenza assoluta della moto sportiva, esclusivamente da pista. Al momento non è prevista alcuna versione stradale. Vera e propria opera d’arte, è a tutti gli effetti da considerarsi un pezzo da collezione. Ha un peso a secco appena al di sopra di 150 chili e Massimo Tamburini ha concepito ogni dettaglio del suo progetto finale sotto il segno della perfezione estrema, ha scelto le soluzioni più raffinate per l'esecuzione di ogni dettaglio e di ogni componente.
La struttura del telaio è un classico design a traliccio Massimo Tamburini con tubi in lega d'acciaio ad alta resistenza, impeccabilmente saldati. La struttura comprende un proprio sistema brevettato che permette di modulare e regolare la rigidezza trasversale della struttura stessa senza la necessità di sostituire alcun elemento. Il cannotto di sterzo è una fusione di magnesio bloccato dal traliccio di tubi in acciaio.
Nella migliore tradizione Massimo Tamburini, il motore è un elemento fondamentale della struttura del telaio, opportunamente serrato posteriormente da piastre fuse in magnesio. Le piastre alloggiano molto saldamente il forcellone monobraccio e il perno fulcro forcellone. Perno fulcro forcellone, rinvio e ammortizzatore sono tutti completamente regolabili. Il forcellone monobraccio è anch’esso una fusione di magnesio così come la base di sterzo anteriore e il mozzo eccentrico della ruota posteriore, mentre i cerchi ruota sono forgiati in magnesio.
Tutti gli altri componenti sono lavorati a CNC  in lega di alluminio ad alta resistenza (Ergal) ricavati dal pieno. Tutte le sovrastrutture sono in fibra di carbonio, fabbricate appositamente da una società leader nel settore dell’automotive/aeronautica per garantire un livello di qualità assoluta in termini sia di estetica sia di resistenza strutturale. Oltre alla carrozzeria anche l’air box e i condotti di aspirazione sono in fibra di carbonio.

La struttura del serbatoio, anch’esso in fibra di carbonio, è portante, scelta quest’ultima che ha consentito di integrarlo nella struttura principale del telaio, fornendo al contempo al codino posteriore il suo supporto. Non solo Massimo Tamburini ha progettato la moto più leggera della sua categoria, ma anche la più compatta, così piccola che potrebbe a prima vista sembrare una moto da corsa di una classe di cilindrata inferiore.
Sospensione anteriore e posteriore Öhlins GP, un tipo di ammortizzatore da corsa modificato secondo specifiche che Massimo Tamburini si è fatto realizzare dai tecnici Öhlins. Sistema frenante Brembo GP, dischi e pinze completi di innesti rapidi Staubli.
La strumentazione e tutta l'elettronica sono Motec e i cablaggi provengono dalla tecnologia aerospaziale. Infine, il motore BMW S1000RR è realizzato nella sua versione SBK più evoluta, con potenza superiore ai 230 CV, un propulsore raffinato ed estremamente avanzato. Questo è l’ultimo suo progetto, il più grande, espressione del suo spirito e della sua passione. T12 Massimo: il sogno ora è realtà.

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