La leggenda della Ducati Scrambler

La leggenda della Ducati Scrambler
Dalla prima versione alla Scrambler di oggi: cos'è cambiato? Ducati vuol far rivivere il sogno dei favolosi 1960s

Redazione - @InMoto_it

17.12.2014 ( Aggiornata il 17.12.2014 15:52 )

Una Ducati in California- Dietro le quinte della presentazione stampa-

Non è un caso se Ducati ha deciso di presentare la nuova Scrambler in California, esattamente 40 anni dopo l'uscita di produzione di una delle moto più importanti della storia della Casa bolognese.

La prima versione della Scrambler fu progettata a partire dal 1960, per volere di Berliner (all'epoca importatore americano del Marchio di Borgo Panigale) che aveva richiesto a Ducati di realizzare una piccola monocilindrica di indole fuoristradistica, sulla base della "Diana". E proprio sfruttando la tecnica di questo modello prese vita la prima Scrambler, con motore da 250 cm3. Era il 1962.

La risposta del mercato fu positiva e la moto rimase in produzione due anni per poi subire un importante aggiornamento estetico e meccanico (adozione del cambio a 5 rapporti).

Dal 1966 la Scrambler venne importata in Italia, disponibile anche con cilindrata di 350 cm3 mentre la più importante modifica avvenne nel 1968 con l'introduzione del nuovo monocilindrico a “carter largo”.

Il restyling, tecnico e stilistico, mantiene alto l'interesse del mercato fino ai primi anni settanta. La Scrambler non è però più un prodotto “fresco” e il progressivo calo di interesse verso il modello porta la Casa bolognese a terminarne la produzione. Siamo nel 1975.

La “guerra” fra le Case era ormai combattuta sul piano delle prestazioni e Ducati, con l'uscita delle prime bicilindriche a coppie coniche (SS 750 Carter Tondi e Sport 750), rimase completamente assorbita in quella battaglia.

Un lungo salto temporale ci riporta ai giorni nostri: 2015, 40 anni dopo.

Di quella prima Scrambler la nuova ha ben poco: colori e forme e spirito. E una gran voglia di sfondare, anche oltreoceano.

Questo è uno dei motivi per cui siamo andati a provarla in California. E sempre per lo stessa ragione al nostro arrivo a Palm Springs abbiamo trovato un'atmosfera “rock”, tipicamente Sixties. Dalla location (Ace Hotel) alla scenografia studiata dalla stessa Ducati: camere in stile, consolle con sola musica rock e un'atmosfera frizzante e leggera, decisamente inusuale per una presentazione stampa. “Land of Joy”, il motto coniato dalla Casa per identificare il mondo che ruota intorno a questa moto.

Così, tra un assolo di Hendrix e una degustazione di hamburger, abbiamo conosciuto quella che si presenta come una delle più importanti novità del 2015, e tutto il microcosmo celato dietro: accessori, abbigliamento e parti speciali.

Marketing? Certamente. Troppo? Forse. La verità è che la Casa bolognese ha scommesso forte su questo modello creandogli attorno un mondo che, visto da fuori e da dentro, affascina, stupisce e forse illude. Come è giusto che sia, quando si parla di moto.

Se la mossa di Ducati è stata lungimirante, se il "circo" lascerà una traccia, ne avremo la certezza solo l'anno prossimo quando la Scrambler arriverà nei concessionari e saranno diffusi i dati di vendita. Per ora l'interesse è altissimo da parte di molti.

Intanto vi lasciamo con queste immagini, nella speranza di trasmettervi un po' di quelle “positive vibration” che a noi sono arrivate chiare e distinte. E' stata un'esperienza unica, che probabilmente ricorderemo per i prossimi quarant'anni. Comunque vada.

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