Ducati Scrambler 100

Ducati Scrambler 100
Quando si parla di Ducati Scrambler la memoria va subito alle monocilindriche 4T da 250 a 450 cm³, ma con lo stesso nome c’erano anche delle versioni 50 e 100 2 tempi

Redazione - @InMoto_it

01.10.2012 ( Aggiornata il 01.10.2012 14:27 )

Completamente diverse rispetto alle versioni 4T, sia per concetto sia per l’utenza cui erano destinate, le piccole Scrambler 2T di casa Ducati vantavano, anch’esse, uno stile personale in grado di esercitare un certo carisma sul pubblico più giovane. Sono arrivate sul mercato insieme ma, sebbene le apparenze suggeriscano il contrario, il progetto madre è quello di 100 cm³ da cui ha poi preso forma anche la versione 50, a cui fu affidato l’arduo compito di ritagliarsi un proprio spazio nell’allora combattutissimo segmento dei “cinquantini” fuoristrada. Dal punto di vista commerciale non furono certo un successo, ma entrambe le versioni erano comunque dei mezzi onesti, concepiti per svolgere bene il loro lavoro. L’aspetto spiccava soprattutto per la sgargiante livrea gialla e nera, ma anche la forma tondeggiante del serbatoio con le grandi scritte Ducati sui fianchi contribuiva. A supporto di questo stile frizzante sui fianchetti svettavano due tabelle portanumero ovali, e c’era anche una marmitta rialzata munita di griglia antiscottature e una semplice ma comoda sella. Il piccolo fanale anteriore tondo appare quasi incassato tra gli steli della forcella, mentre sopra c’è un largo manubrio da cross con traversino, e sotto un corto e rialzato parafango. Il telaio a doppia culla chiusa dispone di un generoso trave superiore, risultando adeguatamente robusto anche a supporto della motorizzazione maggiore. Pure la ciclistica era giudicata all’altezza. Le sospensioni contano su una valida forcella teleidraulica Marzocchi a perno sfilabile e su due ammortizzatori idraulici. Le ruote montano ottimi mozzi in alluminio di 118 mm e hanno cerchi di diverso diametro: 17” al posteriore e 18” all’anteriore, rispettivamente con pneumatico 2,50 tassellato e 2,50 scolpito, proprio come si addice a una Scrambler. Assente la strumentazione e anche qualsiasi forma di vano portattrezzi: elementi che non avrebbero certo guastato a fronte dell’utilizzo stradale del mezzo. La 100 ha le stesse dimensioni di un 50. A parte la targa, l’unica differenza visibile è il disegno del gruppo termico, leggermente diverso per forma e dimensioni, e il carburatore di maggior diametro nella Scrambler targata. Se la versione “piccola” ha, infatti, misure di alesaggio e corsa di 38,8 x 42 mm, la versione 100 conta su misure di 52 x 46 mm, per una cilindrata totale di 97,69 cm³ e, chiaramente, l’aumento di queste quote ha reso necessario anche l’aumento delle dimensioni esterne del cilindro, che ha pure cambiato configurazione. Allo stesso modo, per garantire una corretta alimentazione a fronte del raddoppio della cilindrata, la misura del diffusore del carburatore Dell’Orto a vaschetta laterale è passata da 18 a 24 mm. La sorella maggiore dichiarava un rapporto di compressione di 11,2:1 e una potenza massima di 7 CV a 6.300 giri, grazie a cui il motore riusciva a spingere la compatta motoleggera fino a una velocità di punta che sfiorava i 100 km/h. Il pedale d’accensione è sulla sinistra, mentre sulla destra c’è la leva del cambio a 4 marce. Nella versione 100 era prevista la leva a bilanciere. Altre differenze rispetto alla sorella minore sono le manopole a botticella e la piastra superiore della forcella in alluminio. Rapportata ai suoi tempi, la moto risultava valida in quanto a prestazioni, e disponeva di una buona accelerazione. L’artefice principale dell’esuberanza della 100 era da ricercarsi soprattutto nel vantaggioso rapporto peso/potenza, dal momento che il compatto aspetto della moto era identico a quello di un 50 da cross. La lunghezza dichiarata era di 1.840 mm, l’interasse di soli 1.180 mm e l’altezza della sella di 730 mm. Ma, soprattutto, il peso della Scrambler 100 in ordine di marcia era di 67 kg, solo 3 in più rispetto alla versione di 50 cm³. L’esemplare del nostro articolo ha palesemente subito le ingiurie del tempo, ma va detto che per buona parte degli ultimi quarant’anni ha svolto egregiamente il suo servizio e solo nel periodo più recente ha trovato un proprietario che lo accudisce e lo cura senza vederlo unicamente come un mezzo di trasporto quotidiano. Lo Scrambler in questione ha comunque mantenuto inalterata la propria originalità: manca solo il portatarga, al posto del quale troviamo un comune fanalino da ciclomotore. 12229mw6

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