Lane splitting: perchè in alcuni paesi è illegale?

Lane splitting: perchè in alcuni paesi è illegale?

Detto anche Lane Filtering è pratica tollerata in Europa e Asia, dove con la moto e la bici si può sorpassare le auto incolonnate o a passo d'uomo senza sentirsi dei fuorilegge. Perchè invece negli Stati Uniti è chiaramente illegale e c'è un enorme rumore attorno all'argomento?

11.05.2021 ( Aggiornata il 11.05.2021 09:36 )

Il Lane Splitting o Lane Filtering non è altro che quella pratica - usata da motociclisti e ciclisti - di superare le auto incolonnate ferme o a passo d'uomo, passando all'esterno di queste o nello stretto spazio libero fra le due colonne di veicoli. In Italia non ci sono grandi discussioni su questa pratica, è socialmente accettata e non ben definita dal codice della strada, per questo non è apertamente consentita ma nemmeno illegale. In alcuni stati degli USA, però, è perseguito chi sorpassa le auto ferme con una moto e questo causa un mondo di discussioni, soprattutto in merito alla giustizia di queste leggi e ai pericoli che il lane splitting crea (o evita).

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Fare lane splitting non è una cosa uguale in qualsiasi paese e in qualsiasi città, e ci terrei a spiegarvelo facendo giusto un paio di esempi. Noi siamo abituati alle nostre situazioni urbane, soprattutto in metropoli come Milano, Roma e Napoli, in cui moto e scooter facilmente si inseriscono fra le auto in coda causando a volte qualche piccolo incidente ed incomprensioni. Si tratta di un lane splitting accettato e accettabile, serve a diluire le code di traffico e nel caso di incidente la bassa velocità non crea il rischio di gravi infortuni e danni. Il CdS inoltre non condanna apertamente questo tipo di comportamento a meno che non ci scappi l'incidente. In quel caso è facile che il motociclista prenda la maggior parte della colpa.

Nelle città del sud-est asiatico invece il lane splitting diventa necessario, perchè con la moltitudine di mezzi di diverse tipologie, il traffico sempre congestionato e lo sciame di motorini e moto usati per essere più veloci negli spostamenti, un comportamento troppo "ordinato" da parte delle due ruote causerebbe enormi ingorghi e code lunghissime. Stiamo parlando di città in cui gli scooter circolanti sono centinaia di migliaia, se non milioni, e anche qui i rischi sono limitati agli impatti a bassa velocità dovuti all'estrema congestione del traffico.

E veniamo agli Stati Uniti, dove il dibattito è accesissimo. In California, Arizona, Connecticut, Hawaii, Utah, Washington, Oregon e Virginia il lane splitting è legale, mentre in tutti gli altri stati si è perseguti dalla legge se non si rimane incolonnati con le altre auto. Questa cosa divide da anni l'opinione pubblica locale fra chi vorrebbe liberalizzare la pratica come nel resto del mondo e chi reputa troppo pericoloso "filtrare" fra le auto incolonnate.

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Chi dice si e chi dice no, dove sta la ragione?

La diatriba si sviluppa proprio sulla domanda se sia più sicuro stare in colonna o fare splitting, e la risposta cambia a seconda dell'ente o amministrazione che compie le ricerche. Le motivazioni di chi difende la legge di divieto sono valide, perchè in USA non è come in Europa e le larghissime strade ospitano mezzi molto più grossi rispetto al resto del mondo, quindi pesanti e pericolosi in caso di incidente. Le moto, inoltre, sono poche rispetto al numero di mezzi che occupa la strada e quindi fare filtering non ha effettivamente effetto sullo snellimento del traffico. 

Chi invece vorrebbe legalizzare la pratica, punta sul fatto che il pericolo maggiore è proprio quello di restare in colonna, dove capitano spesso i tamponamenti e dove i motociclisti anche con un impatto non violento potrebbero riportare gravi danni fisici non essendo ancorati a un sedile. Alcuni studi fatti, confermano come siano molto più frequenti gli episodi di tamponamento in colonna, piuttosto che gli incidenti dovuti al filtering come ad esempio auto parcheggiate che aprono la portiera prendendo in pieno la moto o il ciclista che sta passando accanto.

Sull'intolleranza degli americani verso il lane splitting, ovviamente è così perchè c'è una legge a riguardo e dovrebbe essere rispettata, mentre capiamo meno alcuni comportamenti estremi di automobilisti che volontariamente cercano lo scontro fisico con le moto che li hanno appena sorpassati e si sono fermati davanti alla loro auto al semaforo. Non è raro vedere certi episodi di "road rage" sulle strade statunitensi e anche questa potrebbe essere una carta a favore di chi vuole legalizzare.

Ma verrà legalizzato o no?

La legge, ove vige, viene rispettata? In contesti cittadini non sempre, anzi, sono più le volte che i motociclisti si dimenticano di questo articolo e vanno per la loro strada, mentre in contesti extraurbani e nella provincia l'argomento è più sentito e si tende a rispettare di più la regola. Anche questo scarso rispetto sta riportando l'argomento nelle interrogazioni parlamentari e pare che alcuni stati vorrebbero convertirsi e legalizzare la pratica, ma nessuna vera proposta è stata ancora avanzata dalle amministrazioni che lo vietano. L'eco del dibattito è arrivato anche da noi in Europa e ci sono sempre più persone che vorrebbero che il divieto di splittare venisse applicato anche qui da noi in maniera categorica, non essendo mai stato un problema... o forse per qualcuno lo è davvero? Diciamo che il contesto, il tipo di utenza e i mezzi che popolano la strada cambiano anche la pericolosità di questo gesto che - di per sè - non è offensivo nè pericoloso se fatto in maniera ragionata e con gli occhi sempre bene aperti.

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