SSP300: la nuova borghesia

SSP300: la nuova borghesia

Nel medio periodo potrebbero prendere il posto delle 600, ecco perché...

Riccardo Piergentili

19.10.2017 17:17

L’ascesa della Supersport 300 nelle competizioni è un fenomeno che va analizzato con attenzione. È molto più complesso di quanto possa sembrare, avrà delle importanti ripercussioni sulla produzione di serie ed è la conseguenza dell’estinzione della vecchia classe di mezzo, ovvero della Supersport 600, che per anni (prima metà del 2000) è stata la regina delle vendite.

LE SUPERSPORT 300 nascono per soddisfare le esigenze degli utenti dei mercati asiatici e rappresentano l’evoluzione delle economiche monocilindriche 125 e delle 250, che hanno consentito a molti Costruttori di incrementare i fatturati e di diffondere i propri brand nei mercati emergenti, dove fino a oggi c’è stata più passione che potere d’acquisto. La situazione, però, sta cambiando, si sta evolvendo, e alcuni di questi Paesi stanno diventando degli importanti bacini di utenza anche dal punto di vista qualitativo, oltre quantitativo.

ANNI FA AVEVO FATTO UN'INCHIESTA su questo tema, che aveva anticipato quello che sta accadendo, previsto dai manager delle Case giapponesi, ai quali era chiaro che, prima o poi, la maturazione dei mercati emergenti avrebbe consentito la realizzazione di prodotti globali, considerati premium in Asia e in Sudamerica ed economici (ma non troppo) in Europa. Quel momento è arrivato e quei prodotti sono le Supersport 300, che fino a pochi anni fa erano poco performanti, non certo rifinite né adeguate ai gusti dei giovani europei, abituati alla perfezione meccanica delle 1000 da 200 CV.

OGGI, PERÒ, QUALCOSA È CAMBIATO, perché le Case (non solo giapponesi ma anche europee) hanno costruito delle monocilindriche e delle bicilindriche dignitose, che, facendo le debite proporzioni, posso essere paragonate alle maxisportive. Non solo. Queste piccole sportive hanno una bella immagine anche per merito della loro presenza nei paddock del mondiale delle derivate dalla serie e dei campionati nazionali, dove, grazie ai bassi costi di gestione, molti possono permettersi il lusso di gareggiare. Di fatto le Supersport 300 rappresentano la naturale evoluzione delle 125 sport production. In un mercato dove il propulsore a due tempi non sembra avere un futuro (se non nel fuoristrada, dove l’iniezione elettronica diretta o semi diretta ha permesso al 2T di superare l’omologazione Euro 4), non c’erano alternative.

TECNICAMENTE, però, queste moto si pongono a metà strada tra le vecchie ottavo di litro 2T e le Supersport 600, che si sono estinte a causa del crollo del mercato europeo delle Supersport e dall’impossibilità di proporre una Honda CBR600RR, piuttosto che una Yamaha YZF-R6 nei Paesi in via di sviluppo. Tra le Case giapponesi, in realtà, la Yamaha è l’unica ad avere omologato Euro 4 una Supersport 600. Una scommessa fatta sperando in una rapida crescita dei mercati dell’Asia e del Sudamerica, che darebbero alla Casa di Iwata un vantaggio commerciale.

SE QUESTA RAPIDA CRESCITA non ci sarà, in Europa, le Supersport 300 non saranno la tappa di avvicinamento alle Supersport 600 ma le nuove Supersport 600. In sostanza, l’offerta dei Costruttori rispecchia quanto sta accadendo nella società: i ricchi, sempre più ricchi, vogliono acquistare moto potenti, tecnologicamente all’avanguardia e costose; il ceto medio si è impoverito e per la propria passione (la moto) non è più disposto a spendere cifre elevate. Ecco perché le moto di piccola cilindrata stanno prendendo il posto di quelle di media cilindrata. Il rischio è che, a breve, chi scenderà da una Supersport 300 dovrà necessariamente proseguire la carriera su una Superbike, oppure dovrà scegliere delle alternative nel segmento naked o addirittura crossover.

SENZA DUBBIO il terremoto non è finito e nel medio periodo il rischio riguarda la sofisticazione delle SSP300. La Case potrebbero evolverle ulteriormente, per assecondare le richieste di piloti e utenti e questo potrebbe causare una lievitazione dei prezzi, che potrebbero avvicinarsi (senza raggiungere) quelli delle Supersport 600. Queste ultime, in passato sono state criticate da molti per la mancanza di coppia ai medi regimi e per la scarsa versatilità nell’uso stradale ma oggi, dati alla mano, tanti le rimpiangono, perché hanno permesso a diversi utenti di godersi delle eccellenti prestazioni a un prezzo molto competitivo.

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