Buell: una storia complicata

Buell: una storia complicata

Una avventura durata poco più di 20 anni, tra particolarità delle moto prodotte e le vicende burocratiche hanno creato una trama agrodolce, con tante domande che aspettano ancora una risposta

29.12.2020 14:12

 

Harley-Davidson chiude tutto

Nel settembre del 2008 le immagini dei dipendenti della Lehman Brothers che vengono accompagnati dalla polizia fuori dagli uffici fanno il giro del mondo. E' lo scandalo finanziario più grande della storia e inizia la crisi nera delle borse che coinvolge tutti i settori del commercio. Nel 2009 H-D fa segnare uno spaventoso -21%, che obbliga l'azienda a prendere una decisione drastica: chiudere Buell e di non consentire l'utilizzo del marchio, negando di fatto la possibilità di continuare a vivere sotto la gestione di un terzo acquirente, benchè si parlasse già di realtà europee interessate all'acquisto. La decisione fece discutere molto ed Erik Buell si sfogò piangendo in un'intervista televisiva. 

EBR: la passione continua (per poco)

Erik però non si arrese, l'amore per le sue motociclette era pronto ad andare oltre tutte le barriere e con l'ingresso di capitali privati fece nascere la Erik Buell Racing, riprendendo le sue 1125 e declinandole in versioni più estreme denominate 1190RR (carenata da pista) e 1190XR (naked stradale), partecipando perfino al campionato AMA Superbike con qualche interessante risultato ma mai vera competitività. 

La EBR erano la nicchia della nicchia, molto costose e in tiratura limitata. I tempi dei grandi numeri delle Buell erano lontani ed ora si trattava di una produzione artigianale a tutti gli effetti, spinta però dalla sempre solita passione di Erik, che ricevette anche il grande investimento del colosso indiano Hero MotorCorp per portare le tecnologie americane sui mercati asiatici, in cambio di sostegno economico e un contratto di distribuzione di moto e scooter Hero in Nordamerica. 

L'accordo naufragò dopo poco tempo e nel 2015 EBR dichiarò fallimento, l'ennesimo reset dell'azienda che però questa volta si è vista costretta ad accettare una procedura di liquidazione che mandò tutto all'asta al miglior offerente. Con un buco di 20 milioni di dollari era difficile piazzarla, e difatti non arrivò nessuna offerta per ben tre aste consecutive, con una base scesa addirittura a 2,25 milioni di dollari nel 2016 per l'ultimo tentativo del liquidatore. Silenzio tombale.

Un finale triste e troppe domande senza risposta

EBR e il sogno di Erik ora sono definitivamente archiviati e 120 dipendenti hanno perso il loro posto di lavoro. In questo finale triste rimangono molti punti di domanda: perché un marchio così amato dagli appassionati non è mai riuscito ad avere davvero il successo che meritava? La colpa è della gestione di Erik Buell, appassionata in maniera esagerata ma pessima dal punto di vista economico, o di Harley-Davidson che ha visto in Buell un problema di conflitto interno quando il marchio ha iniziato ad espandersi e a rubare quote di vendita alla serie Sportster? Forse non lo sapremo mai, ma è anche questo mistero a rendere la storia di Buell una favola straordinaria.

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