La 916 a trazione integrale: l'idea top secret di Ducati

La 916 a trazione integrale: l'idea top secret di Ducati

La casa di Borgo Panigale sperimentò questo sistema sfruttando il progetto Ohlins che prevedeva un motore idraulico posto sulla ruota anteriore. L'idea però non diede i risultati sperati

Redazione - @InMoto_it

03.03.2020 18:16

Curiosità dal passato. Tutti conoscono la favolosa 916 del 1994 e le varie versioni che si succedettero negli anni. Pochi sanno però che Ducati sperimentò anche una versione a due ruote motrici della 998, che in definitiva era una 916 maggiorata.

Progetto Ohlins

Il progetto era della Ohlins e con quel progetto nel 2004 con la Yamaha ottenne alcune vittorie di tappa alla Dakar, in fuoristrada; a Borgo Panigale provarono questo schema su strada. Il sistema era costituito da una pompa idraulica che prendeva il moto dal motore termico, e tramite due tubi trasmetteva la portata d’olio a un motore idraulico solidale alla ruota anteriore. La pompa e il motore avevano la stessa cilindrata, per cui quando le due ruote giravano alla stessa velocità praticamente non c’era trasmissione di coppia; se invece la posteriore slittando girava più velocemente dell’anteriore, la portata d’olio della pompa diventava superiore a quella che poteva accettare il motore e quindi trasmetteva coppia alla ruota davanti.

Migliorare l'accelerazione su fondi viscidi

"Serviva a mettere a terra più cavalli o accelerare prima fuori dalle curve nei terreni con scarsa aderenza – racconta l’ingegner Andrea Forni, che a quel tempo si occupò dei test. Ma bisognava sempre andare al limite, era implicito nel modo in cui era stato realizzato il sistema; andando a spasso non entrava nemmeno in funzione. Però se uno impegnandosi avvicinava il limite, effettivamente poteva percepire che la ruota anteriore dava il suo contributo".

La 916 a trazione integrale: l'idea top secret di Ducati FOTO

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La casa di Borgo Panigale sperimentò il sistema sfruttando il progetto Ohlins che prevedeva un motore idraulico posto sulla ruota anteriore. L'idea però non diede i risultati sperati (di William Toscani).

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L’esperimento non ebbe seguito perché era complicato da usare, perdipiù le masse non sospese sulla ruota anteriore aumentavano parecchio a causa del motore idraulico solidale alla ruota, e certo non miglioravano la scorrevolezza della forcella i tubi di collegamento, piuttosto rigidi perché dovevano resistere a pressioni elevate. Vennero allestite due moto con questo dispositivo; una venne poi smontata, l’altra è ancora lì, quella stessa che vedete in fotografia.

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