La Honda Hornet sta per tornare: la storia del calabrone giapponese

La Honda Hornet sta per tornare: la storia del calabrone giapponese

La storia della naked che per diversi anni è stata la "fidanzatina d'Italia", dalla prima e rivoluzionaria serie fino all'ultima, che probabilmente scopriremo a Intermot

21.09.2022 ( Aggiornata il 21.09.2022 17:12 )

Seconda Serie: sotto il segno della continuità

Honda Hornet: la seconda serie

Honda Hornet: la seconda serie

Con la seconda serie, Honda consolida la leadership di mercato fra le naked e consacra a mito assoluto questa 600, che al momento del restyling è all'apice della sua carriera

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In Honda sono sempre stati così: se una cosa funziona, non c'è alcun motivo di cambiarla radicalmente, e la formula Hornet fu confermata in toto anche per la seconda serie del 2003. La moto cambiò leggermente nello stile e il motore venne rivisto nelle finiture, nella batteria di carburatori e nell'anticipo. Con l'introduzione di questo aggiornamento, il codino si fece più affilato e lo scarico venne rivisto per seguire la linea del posteriore, con l'estremità del terminale tagliata a fetta di salame. Nel frontale il faro è sempre tondo ma per la prima volta ha un andamento più tridimensionale e le lenti interne di abbagliante/anabbagliante sono separate, garantendo un effetto molto più moderno al primo sguardo. 

Questo piccolo refresh ha dato la giusta energia al prodotto per continuare a performare in modo eccellente sul mercato ed essere ancora gradito dagli Italiani. La Hornet era diventata in pochissimo tempo la "fidanzatina d'Italia" e il confronto con le altre Naked non era mai alla pari, perchè pareva avere sempre qualcosa in più in termini di qualità percepita e appeal su tutte le fasce d'età, dai giovani agli attempati. Nel 2004 l'abbiamo messa a confronto in una sfida a tre fra l'intramontabile Monster (in versione 800) e la Kawasaki Z750, ovvero l'unica concorrente che ha saputo dare filo da torcere alla calabrona. Scrivevamo di lei: "Anche per questa Hornet possiamo indicare nella facilità di guida, nelle prestazioni e nella linea le sue armi migliori. Se a questo sommate anche un prezzo particolarmente competitivo di 7.430 Euro è facile capire come mai la Hornet piaccia a tantissimi motociclisti".

Un altro piccolo aggiornamento, nel 2005, ha portato a un aggiornamento estetico e tecnico dato dal piccolo cupolino che include la strumentazione analogico/digitale (al posto del classico doppio strumento a lancette) e una forcella di tipo upside-down. Nuove sono anche le colorazioni, che diventano cangianti e metallizzate, e la finitura di cerchi e di alcuni altri dettagli. Nella prova scrivevamo "A sette anni dal debutto del ‘98 è ancora lei la regina del mercato. I numeri parlano chiaro, e anche nel 2004 le Hornet vendute hanno quasi raggiunto quota 10.000. Queste cifre non creano dubbi in merito alle preferenze degli italiani e un distacco di oltre 3.000 pezzi sulla diretta inseguitrice (la Yamaha FZ6) ne è la conferma. Sarà che Hornet è ormai sinonimo di naked o forse che noi del Bel Paese subiamo il fascino di questo sapiente mix fatto della nota affidabilità giapponese e dal «gusto» delle mani italiane capaci di quel tocco che fa la differenza. Sta di fatto che il gradino più alto del podio rimane sotto le ruote del calabrone 600".

I carburatori, al contrario di quanto ci si sarebbe aspettato, sono stati confermati ed è l'ultima naked del listino ad averli, rientrando con grande maestria nelle normative anti inquinamento dell'epoca. Nella mega comparativa naked dello stesso anno (6 partecipanti) si è classificata seconda, a poca distanza dalla vincitrice Z750, ormai nuovo riferimento per potenza e rapporto qualità/prezzo.

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