Aprilia Pegaso 600, il cavallo alato

Aprilia Pegaso 600, il cavallo alato

Alla fine degli anni '80 anche l'Aprilia si affacciava al mondo delle Crossover di grandi dimensioni con un'inedita monocilindrica

Zep Gori

24.10.2017 09:00

Era la Aprilia che diventava grande. Che iniziava a fare moto più importanti. Il fenomeno veneto che cresceva anno dopo anno. Che alla fine degli anni ’80 voleva accreditarsi fra le grandi e cominciava a progettare un futuro di moto di grossa cilindrata. Il debutto prometteva bene. Dopo le Tuareg 350 e 600 era il momento di qualcosa leggermente più stradale. Così nasce la prima Pegaso, che per stile e per tecnica, per un motore dalla tecnologia eccezionale e raffinata, che ancora oggi rimane un esempio per peso, prestazioni, affidabilità. Sulle ciclistiche Aprilia ha fatto scuola, mentre per i motori si è affidata per molto tempo alla Rotax, dove hanno realizzato anche dei capolavori.

UN PEZZO D'INGEGNERIA NOTEVOLE, nato 350 e 500 e successivamente maturato a 560 cm3 in questa versione. Un motore riuscito grazie a un peso estremamente limitato unito a prestazioni elevate. Un risultato possibile con l’impiego di un materiale raffinato come il magnesio per il basamento e una distribuzione monoalbero comandata da una leggera cinghia dentata. Un motore di 28 kg e una quarantina di cavalli che negli anni si è addirittura mostrato affidabile e longevo, grazie a spessori e trattamenti superficiali ben progettati per il delicato magnesio.

LA REPERIBILITA' RICAMBI è buona, in Rotax c’è ancora tutto a prezzi convenienti, basta contattare Roberto Dagradi (info@dagraracing.it) che distribuisce ufficialmente in Italia i ricambi dei motori Rotax “vintage”, e gli unici talloni d’Achille erano la rumorosità meccanica, qualche vibrazione avvertibile e un consumo olio superiore a quanto ci siamo abituati coi motori ad acqua più recenti. Insomma, ogni 1000 km bisogna controllarne il livello. Per la ciclistica e le sovrastrutture in plastica invece la situazione è più negativa e come quasi tutte le aziende italiane, il magazzino ricambi di modelli così datati non è stato riassortito. Però c’è una soluzione molto facile, perché con le quotazioni bassissime che hanno raggiunto queste Pegaso, in caso di necessità si fa prima e si spende meno a comprare un secondo esemplare da radiare e cannibalizzare. Perché fare tutto questo? Semplice: oggi sul mercato una moto così non esiste.

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